CULTURA

Il futuro del giornalismo secondo Francesco Costa

Il mestiere del giornalista ha subito una forte evoluzione nel corso degli ultimi anni, principalmente perché si confronta con una realtà, quella di Internet, che ha obbligato chi scriveva (e faceva magari solo quello) a calarsi in una realtà sempre più multimediale. I contenuti diventano più veloci, le immagini e i video spuntano ad ogni angolo del nostro browser, post-tweet-upload sono il pane quotidiano.

Oltre al cambiamento tecnico, l'evoluzione dello scenario ha portato anche a nuove sfide di business. I tradizionali canali di finanziamento dei giornali hanno smesso di funzionare bene come un tempo, ed è divenuto necessario capire come poter continuare a creare contenuti con un alto standard qualitativo, che possano essere anche sostenibili finanziariamente per gli editori.

Una risposta veramente funzionante per questo secondo interrogativo non si è ancora trovata, nonostante i giornali abbiano sperimentato, e continuino a farlo, diverse forme di finanziamento. Fruizione gratuita, banner pubblicitari, abbonamenti, edizioni freemium delle testate online: nessuna di queste sembra riuscire a far quadrare veramente i conti.

Una proposta alternativa è arrivata da un piccolo progetto editoriale che racconta la politica Usa, "Da Costa a Costa". Partito come newsletter di approfondimento, il lavoro di Francesco Costa, vice direttore de Il Post, è cresciuto molto grazie al sostegno dal basso degli utenti. "Da Costa a Costa è un progetto molto piccolo – racconta Francesco Costa – con il quale ho cercato di affrontare il grosso tema del giornalismo contemporaneo: la sua crisi industriale. I modelli di business che una volta funzionavano, come per esempio la pubblicità online, ora non funzionano più, e non sono stati rimpiazzati da altri metodi funzionanti".

"Per quel che riguarda i giornali online – continua Costa – i lettori aumentano, ma non cliccano sui banner pubblicitari, oppure li bloccano con dei software. Con "Da Costa a Costa" sono riuscito, grazie ai lettori/ascoltatori, a produrre qualcosa che fosse gratuito per tutti, che però è sostenibile dal punto di vista finanziario".

Quello che racconta Francesco Costa è probabilmente solo una delle possibili soluzioni alla sfida, che nel suo caso ha creato anche un sentimento di partecipazione tra i lettori. A quanto pare, dunque, una community coesa e interessata rispetto a un tema può veramente produrre qualcosa di nuovo e di inaspettato, senza per forza ricorrere a gattini acchiappa click.

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