SOCIETÀ

Clima, la cooperazione italo-inglese in vista di COP26

L’UNFCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) è la Convenzione Quadro delle Nazione Unite deputata a sostenere la risposta globale ai Cambiamenti Climatici. Ogni anno, le nazioni che fanno parte dell’UNFCC si riuniscono in occasione della COP (Conferenza delle Parti) per valutare gli effetti delle misure adottate dalle singole nazioni e stabilire le possibili nuove iniziative volte al raggiungimento degli obiettivi finali delle Convenzione. Quest’anno, la Conferenza delle Parti avrà una presidenza Britannica in partenariato con l'Italia. Abbiamo incontrato il ministro Motta, vice capo missione dell’ambasciata Italiana a Londra e Pierluigi Puglia, portavoce per il Regno Unito in Italia, per parlare dei preparativi attualmente in corso e dei primi eventi in programma per COP26. 

Dr Puglia, COP26 in U.K., secondo lei perché sarà una scelta vincete? 

Sicuramente il Regno Unito è un paese leader in quanto ad ambizioni e impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. Siamo stati i primi, tra le maggiori economie del mondo, ad aver trasformato in legge il nostro obiettivo di diventare un paese a zero emissioni entro il 2050. Inoltre, abbiamo raddoppiato lo stanziamento per l’International Climate Finance, un fondo del governo britannico destinato a supportare i Paesi in via di sviluppo, con una dotazione complessiva di 11,6 miliardi di sterline per il periodo 2021-2025. La COP di quest’anno sarà di vitale importanza. Gli obiettivi sono ambiziosi e la sfida tutt’altro che insignificante, per cui occorre il massimo impegno da parte di tutti per salvare l’ambiente nel quale viviamo. 

Ministro Motta, come è nata questa cooperazione tra il Regno Unito e l’Italia?

Entrambi i paesi ero candidati ad ospitare la COP, accumunati dal desiderio di affermare a livello internazionale il loro ruolo di leadership nella lotta ai cambiamenti climatici. La competizione tra i due paesi avrebbe comportato solo uno spreco di energie quindi è nata l’idea di unire le forze. All’epoca, il Regno Unito aveva già un programma preciso, anche in termini di finanziamenti e fondi, mentre noi in Italia stavamo ancora valutando alcuni aspetti pratici ed economici, quindi l’idea di presidenza Britannica con la co-presidenza Italia ci è sembrata ottima. Inoltre, in considerazione della Brexit, il nostro paese assumerà di fatto anche un ruolo di “portavoce” di Londra a Bruxelles. 

La storia è ricca di successi nati dalla collaborazione U.K. e Italia, secondo voi cosa ci rende una squadra vincente?

Ministro Motta. Molto dipende dal fatto che abbiamo qualità complementari che rendono la collaborazione una mossa vincente. Ad esempio, il pragmatismo britannico si sposa molto bene con la flessibilità italiana.

Dr. Puglia. Il Regno Unito e Italia godono di una relazione speciale. Nonostante le sfide legate all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea infatti, abbiamo registrato negli ultimi anni una continua intensificazione della nostra collaborazione. In materia di cambiamenti climatici poi, l’ambizione e la leadership britannica si coniugano con l’avanguardia italiana in ambiti specifici, come ad esempio nell’impiego delle fonti rinnovabili, settore fondamentale in cui l’Italia è seconda in Europa.

Ministro Motta, come mai la politica non riesce ancora a produrre risposte concrete sulla crisi climatica in corso? 

L’aspetto economico è il principale freno alle politiche per la lotta al cambiamento climatico. Il contrasto al cambiamento climatico dovrebbe passare per un cambiamento sostanziale del nostro modello di sviluppo economico e in tempi brevi è complesso. Inoltre, la conversione ha dei costi altissimi, in termini di investimenti ma anche di sussidi che dovrebbero essere eliminati da alcuni settori per favorirne altri come nel caso delle rinnovabili. Pensiamo alle attuale difficoltà della Germania e dei paesi dell’Est ad uscire dal carbone. Anche se Il numero dei giovani che avranno un posto di lavoro creato da nuove tecnologie sarà nel lungo termine superiore al numero di lavoratori persi dalla chiusura delle fabbriche di carbone, permane, la tendenza a vedere solo gli aspetti negativi a breve termine senza considerare quelli positivi a lungo termine. 

Dr. Puglia COP 25 si è conclusa senza accordi sostanziali, su cosa punterete per evitare che si ripeta lo stesso quest’anno? 

I risultati della COP25 sono stati per molti aspetti al di sotto delle aspettative, ma alcuni accordi sono stati comunque raggiunti in aree che potranno aiutare a raggiungere gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi. Mi riferisco ad esempio a quelli legati alla gestione degli impatti più estremi dei cambiamenti climatici, e ad altri importanti elementi tecnici, su cui rifletteremo in preparazione del summit di Glasgow. Madrid ci ha mostrato che non sarà semplice, ma il nostro impegno per Glasgow è quello di portare i governi, le imprese e le persone a lavorare insieme per agire in maniera risoluta.

In considerazione della partnership, il lavoro delle ambasciate sarà fondamentale potete dirmi di più del lavoro attualmente in corso e quali sono i prossimi eventi in programma?

Ministro Motta. È stata instituita una “Task Force” che si è già riunita tre volte dallo scorso novembre. Nel gruppo sono presenti esponenti dei due Governi impegnati a lavorare in vista del summit di Glasgow in novembre e degli altri eventi ufficiali che saranno ospitati in Italia. L’Italia ospiterà la Pre-COP26 e la “YOUTH Climate” Conference che saranno due eventi “Back to Back”. Inoltre, ci sarà un evento, organizzato dall’Italia, in quanto Co-Chair di COP26, dedicato interamente all’Africa.  

Dr. Puglia. Il 25 febbraio ci sarà un evento organizzato nell’ambito del nostro Convegno di Pontignano. Un centinaio di delegati italiani e britannici, provenienti dai più diversi orizzonti professionali, si riuniranno al Foreign Office di Londra per un confronto sulle opportunità di collaborazione legate alla COP26. Dopo l’evento di Londra, la XXVIII edizione del Convegno di Pontignano avrà luogo come da tradizione a Siena, in settembre. Qui a Roma stiamo inoltre pensando a ulteriori iniziative e occasioni speciali in cui faremo “entrare” la COP26, come la Maratona di Roma, a cui stiamo lavorando proprio in queste ore.

Nelle rispettive ambasciate sono state attuate alcune iniziative “Green”, di cosa si tratta?  

Dr. Puglia Dal 2004, in Ambasciata Britannica a Roma è attivo un gruppo chiamato Think Green  per promuovere e far perseguire alla nostra rappresentanza in Italia un percorso di sostenibilità ambientale a tutti i livelli. Il Think Green organizza incontri con il personale per la formazione e la sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale e ha anche contribuito alla definizione di nuove politiche di green procurement che, oltre alla selezione dei fornitori e all’acquisto di prodotti rispettosi dell’ambiente, ha portato in questi ultimi anni all’acquisto di vetture ibride e della prima auto full electric, e alla compensazione delle emissioni prodotte in occasione dei nostri maggiori eventi. 

Ministro Motta. All’Ambasciata italiana a Londra abbiamo istallato da tempo pannelli solari, e il nostro fornitore di energia è specializzato in energia green. Anche le altre sedi istituzionali, in particolare i consolati, stanno seguendo il nostro esempio. Inoltre, abbiamo lanciato nell’aprile del 2019 l’iniziativa “Ambasciata Zero-Waste” al fine di eliminare la plastica che si utilizza nella vita quotidiana. Nella nostra ambasciata, grazie alla collaborazione di un azienda italiana, il personale ha ridotto radicalmente l’utilizzo di plastica monouso sostituendolo con prodotti riciclabili in bioplastica. 

La portavoce di Extinction Rebellion U.K., durante una recente intervista, ha dichiarato ai nostri microfoni che ci saranno iniziative relative a COP 26, cosa ne pensa? 

Ministro Motta. Credo siano iniziative legittime, utili per creare consapevolezza e tenere alta l’attenzione su questi temi. Condividiamo con loro la convinzione che bisogna fare molto di più per quello che riguarda la lotta al cambiamento climatico. Siamo convinti che i governi di tutto il mondo devono responsabilizzarsi di più, quindi sicuramente combattiamo le stesse battaglie. Tuttavia, per quanto riguarda i metodi, credo bisogna fare attenzione a non creare un effetto “boomerang”, combattendo cause giuste con azioni che possano suscitare nelle persone antipatia e fastidio e risultare alla fine controproducenti.

Dr. PugliaI movimenti ambientalisti hanno un ruolo fondamentale per la sensibilizzazione degli individui e per lo stimolo ai governi. Onestamente non sono a conoscenza delle iniziative programmate da questo movimento in occasione della COP26, ma sono convinto che ognuno debba fare la propria parte. Il governo britannico, insieme a quello italiano, sono impegnati per rendere la COP di Glasgow un successo per il futuro di tutti.

L’adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti sono certamente, sia per l’Ambasciata Italiana sia per quella Britannica, tra le principali sfide nell’immediato futuro. Il Ministro Motta ha aggiunto, “gli effetti del cambiamento climatico sono visibili in ogni parte del mondo e non solo in paesi ritenuti particolarmente sensibili come l’Africa, c’è bisogno di una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti.” Il portavoce del Regno Unito, ha tenuto a precisare quanto la COP è “molto più che un’occasione di negoziati”, ha poi aggiunto,” le presidenze del G7 (Italia) e del G20 (Regno Unito) per il prossimo anno, permetteranno di portare avanti l’ambiziosa agenda climatica anche in altre importantissime sedi multilaterali.”

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012