SCIENZA E RICERCA

Imago migrantis, un libro sui migranti nelle rappresentazioni mediatiche

In copertina la statua di una Danaide ritrovata nella Villa dei Papiri di Ercolano e conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a richiamare l’antico mito greco narrato da Eschilo nella tragedia “Le Supplici”: una delle storie fondanti riguardo al tema dei migranti e del diritto di asilo. Imago migrantis: migranti alle porte dell’Europa nell’era dei media è il titolo dell’ultimo libro pubblicato da CNR-IRPPS e-publishing, a cura di Valentina Tudisca, Andrea Pelliccia e Adriana Valente dell'Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRPPS). Obiettivo del libro è riunire voci e punti di vista diversi, di ricercatori e ricercatrici, su un tema che oggi ha acquisito una particolare rilevanza politica: la rappresentazione dei migranti e delle migrazioni da parte dei media. Più precisamente, di vari tipi di "media"; il volume, infatti, presenta otto studi dedicati alle rappresentazioni dei migranti così come emergono dall’analisi, di volta in volta, di testi, immagini, video di testate giornalistiche di vari paesi europei, di commenti dei lettori, di libri di testo scolastici, di materiali didattici co-prodotti all’interno di innovativi laboratori con gli studenti, e anche di diari scritti dai migranti stessi, preziosi strumenti di autorappresentazione. Pur ponendo di volta in volta l'accento su aspetti diversi – “frame” narrativi, rapporto media-politica, linguaggio, stereotipi, reazioni emotive – questi studi sono accomunati dal desiderio di aggiungere un tassello nella comprensione della complessa relazione tra l'Italia - e l'Europa che si sta configurando - e il tema delle migrazioni di provenienza extraeuropea.

Migranti nei quotidiani online europei

I quotidiani, accanto ad altri elementi del vissuto individuale, hanno il potere di incidere sulle concezioni che via via costruiamo, di trasmettere valori, di consolidare stereotipi, facendo apparire come naturale, perché corrispondente al “senso comune”, ciò che è invece il risultato di un prodotto storico, ma possono anche, al contrario, indurre emozioni e ragionamenti che contribuiscano a promuovere cambiamenti sociali e quindi anche scelte politiche. Rispetto alla rappresentazione del fenomeno migratorio, quello che ci dice l’Eurobarometro 2018 è che sulle presenze e l’integrazione degli immigrati nell’Unione Europea i cittadini europei hanno una percezione poco consapevole e lontana dalla realtà (in Italia, per esempio, l’immigrazione reale equivale a circa un terzo dell’immigrazione percepita), e che riconoscono ai media la responsabilità della diffusione di stereotipi negativi sui migranti ma anche, allo stesso tempo, il potere di produrre una visione più “positiva” e accurata del fenomeno.

All’analisi dei quotidiani online è dedicata la ricerca del CNR-IRPPS presentata nella prima parte di “Imago migrantis”, condotta sui quotidiani online più diffusi a livello nazionale, sia progressisti che conservatori, di quattro paesi europei: Italia, Grecia, Francia e Regno Unito (per l’Italia la Repubblica, il Corriere della Sera, la Stampa, il Giornaleil Fatto Quotidiano). Lo studio, dato il periodo storico, ha riguardato soprattutto la rappresentazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, analizzando la copertura di otto eventi-chiave del 2016 (tra cui l’accordo UE-Turchia o lo sgombero del campo di Calais), con l’obiettivo di ricavare elementi della rappresentazione come i “frame narrativi” ricorrenti, gli atteggiamenti verso i migranti, le caratteristiche iconografiche dominanti nelle fotografie.

Sulla base dell’analisi di 3.972 unità documentarie – tra testi di articoli, immagini e video – i ricercatori hanno osservato che nei quotidiani considerati prevale una visione di “accettazione morale” su una narrazione esplicitamente in termini di “problema” (eccetto in Grecia), e che allo stesso tempo manca quasi del tutto il riconoscimento degli immigrati come risorsa culturale o economica o come portatori di diritti; che c’è un atteggiamento più “positivo” nei confronti dei migranti da parte dei giornali progressisti rispetto a quelli conservatori; che le fonti giornalistiche sono quasi sempre istituzioni politiche, mentre risultano quasi del tutto assenti enti di ricerca, università e giuristi, che potrebbero invece contribuire molto a una rappresentazione dei fenomeni migratori più complessa e aderente alla realtà.

In particolare dalle immagini, che rappresentano il 76% delle unità documentarie analizzate, emerge una rappresentazione dei migranti come gruppo anonimo “de-umanizzato” – con poco spazio per la rappresentazione individuale, in grado di suscitare più facilmente una connessione emotiva, piuttosto che una distanza, con il lettore – e prevalentemente “al maschile”, che talvolta non corrisponde ai dati che descrivono il fenomeno; immagini di sole donne migranti, infatti, compaiono nel 6% dei casi, a fronte di un 55% di immagini che ritraggono soli uomini, a confermare una “sotto-rappresentazione” delle donne migranti già riscontrata in studi precedenti. Una nuova categoria che i ricercatori hanno applicato nell’analisi di immagini e video sono le cosiddette “topiche della sofferenza”, teorizzate dal sociologo Luc Boltanski per descrivere l’emozione generata nello spettatore da un’immagine che rappresenta dolore; a prevalere, sia nelle immagini che nei video con migranti, è risultata la “topica della denuncia”, che porta l’osservatore a indignarsi nei confronti di un “carnefice”, rappresentato o solo evocato.

Migranti nei libri di testo italiani

Altro tipo di media valorizzato all’interno del volume “Imago migrantis” sono i libri di testo, su cui i ricercatori del CNR-IRPPS hanno maturato un’esperienza decennale. La rilevanza dei libri di testo deriva dal fatto che, oltre a giocare un ruolo importante nel percorso formativo di ognuno, sono oggetti fortemente “politici”, e non “neutrali”, come suggerito dall’autorevolezza istituzionale che viene loro attribuita. Perché racchiudono in sé la visione di società a cui una nazione aspira, i valori socialmente condivisi. L’inclusione o meno di determinate conoscenze all’interno di un libro di testo non dipende, infatti, solo da una loro consolidata acquisizione da parte della comunità scientifica, ma anche dai valori che quelle conoscenze veicolano, e che devono essere stati assimilati dalla società prima di trovare legittimazione sui banchi di scuola (pensiamo per esempio alla resistenza mostrata nei confronti dell’insegnamento della teoria di Darwin negli Stati Uniti); è il cosiddetto “ritardo nella trasposizione didattica”, quel tempo che intercorre tra il consolidamento delle conoscenze e la loro comparsa tra le pagine dei libri di testo.

Lo studio presentato nella seconda parte del libro ha indagato la rappresentazione del fenomeno migratorio nei libri di storia e geografia più diffusi nelle scuole secondarie italiane (sono le materie in cui rientrano le migrazioni, secondo le linee guida ministeriali sui “curricula” scolastici), rilevando alcuni dati in comune con i quotidiani online: la rappresentazione degli immigrati prevalentemente in gruppo, la “sotto-rappresentazione” delle donne migranti (un dato in contrasto con la realtà italiana dove, secondo il Centro Studi e Ricerche IDOS, nel 2016 oltre il 50% dei residenti stranieri era di sesso femminile). Nei libri di testo si è registrato il prevalere dell’immigrato come “vittima” piuttosto che come minaccia alla sicurezza e all’identità; poi come risorsa, soprattutto economica e, solo in seconda battuta, demografica e culturale. Allo stesso tempo, si è riscontrata un’evoluzione rispetto ad analoghi studi precedenti, con una trattazione del fenomeno più aderente alla realtà e più articolata: sono rari i termini impropri riferiti ai migranti (es. “razza”); ci sono riferimenti a politiche dell’immigrazione e anche al tema, molto attuale, dei “migranti climatici”; le donne migranti vengono rappresentate anche in situazioni lavorative, e in contesti non solo di cura (ci sono immigrate scrittrici, politiche, musiciste, scienziate); i bambini immigrati non sono rappresentati solo in contesti di povertà, maanche in ambiente scolastico.

In un prossimo aggiornamento della ricerca, a seguito dei più recenti accadimenti politici relativi al tema delle migrazioni – a partire dal meccanismo di criminalizzazione delle ONG avviato nel 2017, ben raccontato da Annalisa Camilli nel libro “La legge del mare”, per finire con i più recenti decreti sicurezza dell’attuale governo - sarà interessante vedere se i libri testo, che a differenza dei quotidiani non raccontano l’estemporaneo, ma appunto riflettono l’assimilazione di una visione del mondo e di certi valori, avranno assorbito queste più recenti istanze politiche o avranno introiettato invece una funzione di resistenza culturale. 

Un dialogo con il regista di “Fuocoammare” per un focus sulle immagini

In occasione della pubblicazione del volume, i ricercatori del CNR-IRPPS hanno organizzato, in collaborazione con Coopculture, un incontro di riflessione e confronto dedicato proprio al tema dell’immagine, tra i tanti possibili “media” presenti nel libro. Immagini di migranti tratte da quotidiani online e da libri di testo, tra quelle analizzate dal CNR-IRPPS, verranno proiettate e discusse accanto a brani del film “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, Orso d'Oro al Festival del Cinema di Berlino nel 2016, in un dialogo ideale volto a interrogarsi sul loro ruolo: strumento di costruzione di consenso politico e culturale, ma anche spazio di resistenza culturale; strumento di consolidamento di conoscenze, ma anche spazio di rigenerazione e di rivincita dell’estetica. All’evento interverranno i curatori del libro, il direttore di RAI Ragazzi Luca Milano, la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli e il regista Gianfranco Rosi. L’appuntamento è il 26 giugno a Roma alle 17:30 nel foyer di Palazzo Merulana, Via Merulana 121.

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