UNIVERSITÀ E SCUOLA

Il Nucleo di valutazione promuove l’università di Padova

Un “quadro luminoso”, soprattutto per quanto riguarda l’ambito della ricerca scientifica, a tutti i livelli.

Così viene dipinto il rapporto annuale del Nucleo di valutazione di ateneo, presentato oggi, 11 marzo 2018, a Palazzo Bo. Compito del Nucleo di valutazione è quello di individuare i punti di forza, ma anche le criticità dell’università di Padova in un’ottica di indipendenza rispetto all’ateneo stesso e quest’anno il rapporto ha un valore aggiunto, visto che proprio a novembre la Commissione di esperti della valutazione dell’Anvur arriverà a Padova per effettuare le sue verifiche.

“Il rapporto presentato quest’anno – spiega il rettore, Rosario Rizzuto – è molto positivo e dimostra come il nostro sia un ateneo in salute. Sono grato per il lavoro svolto da tutti i dipendenti della nostra università, a qualsiasi livello: il successo è frutto del lavoro di tutti”.

Una gratificazione su cui però il rettore sottolinea la necessità di non soffermarsi troppo: “Non ci fermiamo – continua – valutiamo gli aspetti buoni di questo documento per migliorarci ancora. E, a maggior ragione, ci adoperiamo per raddrizzare i parametri che ci sono stati indicati come più critici”.

 

Nello specifico, il rapporto del Nucleo valuta in modo più che positivo il lavoro portato avanti dall’ateneo riguardo al reclutamento dei giovani. I risultati ottenuti hanno permesso all’università di Padova di essere, per la prima volta, sotto la media nazionale per quanto riguarda l’età media del corpo docente (51 anni contro i 52 nel resto d’Italia). Un successo non scontato, visto che, come qualsiasi amministrazione pubblica, anche l’università di Padova è soggetta a vincoli precisi per le nuove chiamate rispetto al turnover del personale.

Eccellente la valutazione su tutto il comparto della ricerca. Gli investimenti dell’ateneo, uniti a un’organizzazione interna capace di creare un clima di collaborazione e di condivisione delle scelte ha permesso di primeggiare rispetto ai parametri presi in esame. La punta di diamante è rappresentata dai risultati della valutazione dei “dipartimenti d’eccellenza” che vede Padova tra i primi atenei d’Italia. Questa iniziativa ha costituito un’occasione importante di valorizzazione della capacità di fare ricerca dei dipartimenti, di organizzazione delle strutture di supporto per la progettazione, e di assegnazione di risorse aggiuntive ai dipartimenti. Peraltro, grazie alle scelte della governance e al rilevante impegno di risorse proprie, gli effetti positivi dell’iniziativa si sono diffusi a tutto l’ateneo: “Il fil rouge di questo rapporto – spiega la presidente del Nucleo di valutazione, Angela Stefania Bergantino, dell’università Aldo Moro di Bari – è proprio l’organizzazione a supporto dell’ateneo per riuscire a realizzare gli obiettivi prefissati. Per esempio – continua Bergantino – il risultato dei dipartimenti d’eccellenza rappresenta il modo in cui l’ateneo è riuscito ad allocare le risorse, umane e finanziare, adeguate e riuscendo, in un modo corale, a individuare le eccellenze tra le eccellenze senza creare frizioni interne”.

“L’università – precisa il direttore generale, Alberto Scuttari – è uno dei settori della pubblica amministrazione in cui la valutazione è fatta ad ogni livello, anche sull’efficienza del sistema organizzativo su cui abbiamo puntato con la riorganizzazione dell’amministrazione centrale con criteri di condivisione e trasparenza”.

Buona anche la valutazione della didattica e dei servizi offerti agli studenti e alle studentesse, approfonditi, nel corso del 2017 “con una serie di audizioni – spiega Bergantino -  a professori e studenti dei corsi di laurea” che ha permesso di rendere maggiormente consapevole e a coinvolgere attivamente i diversi attori coinvolti  e a verificare il grado di diffusione della cultura della qualità, individuando eventuali punti di miglioramento. Il Nucleo, pur apprezzando l’offerta didattica ampia e articolata, ha invitato a dare maggiore spazio alle innovazioni didattiche (e-learning, utilizzo di supporti digitali e social per la didattica), che possono rappresentare un valido strumento sia di supporto alla didattica frontale, sia di integrazione di modalità di didattica tradizionali.

I punti critici esistono, ma per usare le parole del rettore “è un bene che siano messi in evidenza – dice Rizzuto – non abbiamo nulla da nascondere, ma solo da migliorare”.

Una nota dolente viene rilevata riguardo alle cosiddette “quote rosa”: l’ateneo rimane ancora indietro, anche rispetto al resto d’Italia, nella composizione per genere del personale docente di ruolo: “È un problema di sistema – precisa il rettore – il Nucleo di valutazione ha apprezzato gli sforzi fatti con la creazione del bilancio di genere e per le diverse iniziative sull’argomento. Come ateneo – conclude – dobbiamo muoverci in due direzione: promuovere la cultura della parità e fare in modo di intervenire con meccanismi premiali e di sostegno per riequilibrare le statistiche”. Un problema di parità che in realtà si vede anche nei partecipanti ai concorsi: “Il gap si nota già a partire dal reclutamento, dove il numero di donne partecipanti e in partenza minore rispetto a quella dei maschi”. Diversa la situazione per il personale non docente: il gap in questo caso non esiste, anche se si rilevano ancora delle criticità per quanto riguarda i ruoli apicali.

Il nucleo ha poi chiesto all’università di focalizzarsi su un maggiore sforzo per attrarre studenti internazionali: il lavoro svolto sull’internazionalizzazione sta portando a buoni risultati, soprattutto grazie al lavoro svolto per incrementare la mobilità internazionale con accordi bilaterali per la definizione di percorsi finalizzati al rilascio di titoli di laurea doppi o congiunti. Per ultimo, il Nucleo di valutazione ha delineato anche, per la prima volta, un focus sull’investimento nell’edilizia: l’impegno di maggiore impatto in campo edilizio, assunto dall’ateneo nel piano triennale, è certamente quello relativo alla Caserma Piave, attraverso cui – conclude il rettore – “potremo aumentare il prestigio della nostra università, diffusa sì in tutto il tessuto urbano di Padova ma anche in grado di avere dei luoghi identificabili subito e strutturati in modo moderno e funzionale.

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