UNIVERSITÀ E SCUOLA

Politiche di genere, firmato il protocollo tra Regione e atenei del Veneto

Favorire l’apprendimento di nuove competenze per rinnovare le politiche di genere, formare ed educare le generazioni future alla parità, promuovere i principi dell’uguaglianza e vigilare affinché vengano rispettati.

Sono solo alcuni degli obiettivi del protocollo siglato oggi da Regione Veneto, Consigliera regionale per le pari opportunità, università di Padova, università di Verona, Ca’ Foscari e Iuav di Venezia, insieme per condividere dati, obiettivi, iniziative e mezzi per un programma comune di superamento delle differenze di genere.

La disparità di genere esiste, è un fenomeno che riguarda ciascuno di noi; esiste nel mondo del lavoro, nelle scuole, nelle università, nella società e viene da lontano. È il frutto di retaggi culturali, stereotipi, pregiudizi che ancora oggi si manifestano nei modi più diversi fino ad arrivare molto spesso all’epilogo più drammatico, quello che sfocia nella violenza di genere.  A parità di contratti una donna guadagna in media tra il 25 e il 30% in meno rispetto a un uomo. Sempre a parità di contratti, una donna firma le proprie dimissioni quattro volte di più un uomo. E a ricorrere al part-time in 88 casi su 100 è una donna; mentre ad arrivare ai vertici della carriera è solo una donna su dieci. “L’efficienza e la qualità di una società dipendono dalla parità di genere – ha detto il rettore dell’ateneo patavino Rizzuto – e le università hanno una responsabilità in questo senso, quella di formare ed educare non solo attraverso i corsi e lo studio, ma anche attraverso le buone pratiche”.

Nell’ateneo padovano, secondo i dati forniti dal bilancio di genere, le studentesse sono il 54%, gli studenti il 45% e sei delle otto Scuole sono a maggioranza femminile. Numeri che si scontrano però con la forte presenza maschile che ricopre posizioni apicali o dirigenziali. Un trend comune non solo nelle altre università ma in generale in tutto il mondo del lavoro.

 

L’obiettivo di questo protocollo è quello di creare una sinergia tra governo del territorio e territorio stesso per affrontare concretamente i temi della disparità di genere nel mondo del lavoro, del sapere e della società, creando nuove possibilità di formazione, attivando iniziative di orientamento, stage, tirocinio, sostenendo la dimensione di genere nella ricerca, utilizzando finanziamenti e forme diverse di incentivazioni ad attività meritevoli, programmando, per quanto riguarda gli atenei, iniziative, insegnamenti e percorsi che promuovano la coesione, il rispetto dei generi, la partecipazione attiva delle donne.

“Questo protocollo era necessario – ha spiegato Annalisa Oboe, prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere dell’università di Padova - perché le buone pratiche esistono ma se non facciamo formazione e non creiamo consapevolezza, la cultura non può cambiare. La parità è il quinto obiettivo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e questo ci fa capire che è un obiettivo realmente prioritario. Stiamo aprendo un centro di ateneo per i saperi, le politiche e le culture di genere che metterà in rete tutti coloro che all’interno dell’università si occupano o si vogliono occupare di questi temi non solo per fare formazione ma anche per inserire il ‘genere’ all’interno del mondo ricerca, portando innovazione in tutte le discipline e creando anche nel sociale un posto per il femminile che ancora non c’è”.

Francesca Forzan

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