UNIVERSITÀ E SCUOLA

La caserma Piave è dell'ateneo: già dal 2021 i primi ingressi al campus

Una pergamena vergata in Aula magna. Un ammainabandiera con il picchetto d’onore del reggimento Lagunari dell’Esercito italiano.

Sono questi i due sigilli, i due momenti che suggellano il passaggio ufficiale di consegne della caserma Piave all’università di Padova. In meno di un anno la struttura, stretta tra riviera Paleocopa e via Cristoforo Moro, è passata di mano e nel giro di altri pochi anni diventerà un campus universitario moderno, “come quelli americani” commenta il rettore Rosario Rizzuto, in grado di ospitare il polo di Scienze sociali (economia, scienze politiche e sociologia).

È proprio il rettore a prendere dalle mani dei militari la bandiera italiana, all’interno del Chiostro della caserma Piave, simulacro di una storia ecclesiastica che ha inizio nel lontano 1227.

La consegna della bandiera italiana. Foto: Massimo Pistore

Da luogo di culto con il tempio di Sant’Agostino (demolito nel 1819), “secondo come grandezza e bellezza solo alla basilica del Santo”, scriveva Pietro Selvatico, a caserma militare (già a partire dalla dominazione francese), a luogo di “cultura, ricerca e didattica”.

Un campus all’americana, per riprendere le parole di Rizzuto: d’altra parte gli spazi per farlo ci sono tutti. Dalle strutture esistenti alle grandi aree verdi è facile riuscire a immaginare un nuovo spazio dell’ateneo in una naturale espansione nel quadrante Ovest della città, cerniera tra il centro storico e la prima periferia.

“È un grande risultato per noi, perché, in un grande piano di riorganizzazione funzionale degli spazi, fornirà non solo a chi si trasferirà alla Piave, ma a studenti, docenti e personale tecnico ed amministrativo di tutto l’ateneo condizioni di studio, di ricerca e di lavoro migliori. Ma è anche un risultato importante per la nostra città, il nostro campus diffuso, perché riequilibra la presenza del nostro ateneo in centro storico, portando anche nel quadrante occidentale, simbolicamente vicino all’Osservatorio astronomico della Specola, la vivacità e l’impatto economico della vita universitaria”, spiega ancora Rizzuto in un’Aula magna gremita con a fianco il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, e il direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi.

Tutti e tre convengono su un punto fondamentale: la velocità con cui si è portato a termine un accordo complesso. Il nucleo dell’idea risale a poco più di un anno fa, quattro mesi fa è stato firmato il protocollo d’intesa e ora il passaggio di consegne ufficiale. “Questa comunione d’intenti – spiegano all’unisono Reggi e Rizzuto – fa comprendere come il dialogo tra istituzioni pubbliche possa essere proficuo per portare in breve tempo a risultati concreti. Non è una cosa scontata, ma qui l’abbiamo dimostrato”.

La tabella di marcia prevista dall’università di Padova indica il 2021 “come prima data utile per completare una parte dei lavori – spiega il rettore – e garantire così l’ingresso nella struttura”. In mezzo ci saranno i lavori, d’intesa con il Comune di Padova per la parte di sua competenza e con la Soprintendenza per trasformare la caserma in campus. Sarà ingente l’investimento previsto: “Ci occorrerà una cifra compresa tra i 40 e i 50 milioni di euro”, conferma il rettore.

La consegna delle chiavi è una responsabilità da declinare, per l’ateneo, con l’impegno di portare avanti un progetto di grande qualità, in grado di accrescere la bellezza del luogo, rendendolo un sito universitario efficiente e moderno: uno spazio aperto di scienza, cultura e formazione delle nuove generazioni.

Discorso integrale del Rettore (PDF)

Mattia Sopelsa

L'atto ufficiale con cui la caserma Piave viene ceduta all'università di Padova. Foto: Massimo Pistore

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