SCIENZA E RICERCA

La culla del "pensatore ambientale"

Ridurre l'impronta carbonica non è più un obiettivo sufficientemente ambizioso. “Ridurre diciamo del 30% il nostro impatto ambientale equivale a dire 'quando torni a casa picchia tuo marito solo 5 volte'. Dobbiamo invece arrivare a fare del bene all'ambiente”. Michael Braungart, fondatore di Epea (Environmental protection encouragement agency), insegna ingegneria dei processi all'università Leuphana di Lüneburg, dove dirige anche un master interdisciplinare sulla gestione del flusso dei materiali. Ex attivista di Greenpeace, il chimico tedesco è ritenuto un “pensatore ambientale” visionario: ha inventato l'approccio Cradle to Cradle (dalla culla alla culla, abbreviato C2C) ed è convinto che l'essere umano possa aiutare l'ambiente attraverso un ripensamento della produzione industriale.

Il suo intervento all'auditorium dell'orto botanico si inserisce all'interno di Segnavie – orientarsi nel mondo che cambia, il ciclo di conferenze ideato e realizzato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo.

L'approccio C2C nasce nel 1992 e da allora è cresciuto fino a diventare oggi un ambito marchio di certificazione della qualità dei prodotti. Il concetto stesso di qualità, in questo nuovo paradigma, viene ridefinito: “Un prodotto che contiene materiale tossico dovrebbe essere ritenuto un prodotto di bassa qualità. La produzione di rifiuti non smaltibili è indice di bassa qualità”. L'analisi e la valutazione dei prodotti e dei sistemi di produzione vengono effettuate da organizzazioni indipendenti accreditate dal Cradle to cradle products innovation institute. Sono 5 in particolare le caratteristiche necessarie a ottenere la certificazione C2C: impiego di materiale atossico, riutilizzo dei materiali, utilizzo di energie rinnovabili e gestione delle emissioni di carbonio, amministrazione delle risorse idriche e responsabilità sociale.

“Occorre rendere obsoleto il concetto di 'rifiuti' e riconvertire il processo produttivo nella direzione di lasciare un'impronta carbonica positiva”. Uno dei punti chiave dell'approccio C2C, che al contempo rappresenta in modo esemplare l'idea del ritorno alla culla, consiste nell'identificare tutti i materiali che compongono un prodotto e progettarlo in modo tale che ciascun materiale possa essere reinserito o nel ciclo naturale della biosfera o nel ciclo artificiale della tecnosfera. “Oggi gli smartphone ad esempio contengono 41 elementi chimici. Solo 9 di questi sono riciclabili”.

La proposta di Braungart viene avanzata come terza via rispetto ai due opposti approcci della crescita senza controllo e della decrescita felice. “È un'opportunità di innovazione. Non dobbiamo pensare all'efficienza (efficiency) delle nostre soluzioni, bensì alla loro efficacia (effectiveness). Certamente dobbiamo ridurre il consumo di petrolio e gas naturale, ma non basta, dobbiamo pensare in maniera diversa per avere un impatto positivo sull'ambiente, non solo minimizzare gli effetti negativi. Non dobbiamo pensare a soluzioni ottimali, ma a azioni giuste. Dobbiamo essere più buoni invece di meno cattivi”.

A intervistare Michael Braungart sul palco c'era Gabriele Beccaria, giornalista scientifico responsabile di Tuttoscienze, il supplemento settimanale dedicato alla scienza e alla medicina del quotidiano La Stampa. “Persino un quotidiano nazionale”, ha detto Braungart, “contiene circa 50 elementi chimici pericolosi nella carta con cui è prodotto”. “Sarebbe ottimale arrivare a impiegare materiali più sani e sicuri e utilizzare carta interamente compostabile” ha concesso Gabriele Beccaria “ma sono altrettanto convinto che le idee e i contenuti che vengono trasmessi da quelle pagine siano un contributo irrinunciabile per una società migliore”.

L'approccio proposto da Braungart parte dal basso, dalla coscienza dei cittadini, coordinati al più da progetti che provengono dall'accademia o da singoli imprenditori. Ma Gabriele Beccaria si chiede se sia sufficiente l'iniziativa del cittadino o se un ruolo più consistente dovrebbero giocarlo gli stati. Secondo Braungart, riporre speranze nell'azione dei governi è un'attesa vana. “Dobbiamo agire noi, qui e ora. Dobbiamo anche sviluppare strategie di marketing diverse, che facciano riferimento a un comportamento morale, a ciò che è giusto, per gli altri e per l'ambiente”. Addirittura ritiene che la fuoriuscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima sia un falso problema: “Non è rilevante, perché prima del 2021 non succederà niente, conta quello che accadrà nelle prossime elezioni americane”. Il pensatore ambientale è probabilmente ottimista per natura e conclude con il suo motto: “Dobbiamo celebrare la vita, anziché minimizzare il danno all'ambiente”.

Francesco Suman

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