SCIENZA E RICERCA

A 100 secondi dalla fine

A ricordarci quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie e nella attuale fase dei cambiamenti climatici che condizionano la vita sul nostro pianeta, il Doomsday Clock (“l’orologio del giudizio universale”) della Federation of atomic scientists ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio. 

Lo scorso 23 gennaio, lScience and security board, il gruppo internazionale di 20 esperti incaricato di muovere le lancette dell’orologio, ha annunciato ai leader e ai cittadini del mondo di dover ridurre di 20 secondi la già breve distanza dalla catastrofe globale indicata lo scorso anno, portandola a soli 100 secondi, la peggior situazione di sempre

La prima indicazione, siamo nel 1947 all’inizio della guerra fredda, fu di mezzanotte meno sette minuti; nel 1949, con l’acquisizione delle armi nucleari da parte dell’URSS, la situazione si aggrava e le lancette vengono portate a 3 minuti da mezzanotte. Un ulteriore aggravamento (e siamo a meno due minuti) si ha nel 1953 con lo sviluppo delle armi termonucleari. Nel corso degli anni, a fronte dell’evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la proliferazione in altri paesi, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte; il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della guerra fredda (17 minuti da mezzanotte) per poi via via aggravarsi negli anni successivi per l’incapacità del mondo politico internazionale di superare il confronto nucleare e di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico globale, fino a ritornare lo scorso anno alla distanza estrema di meno due soli minuti. 

“L’umanità continua ad affrontare due minacce esistenziali simultanee ― la guerra nucleare e il cambiamento climatico ― che sono aggravate da un moltiplicatore di rischio, la guerra informatica cibernetica, che riduce la capacità di risposta da parte della società. La situazione della sicurezza internazionale è terribile, non solo perché esistono queste minacce, ma perché i leader mondiali hanno permesso l’erosione dell’infrastruttura politica internazionale creata per la loro gestione.”

“Questa situazione sarebbe già abbastanza seria se i leader di tutto il mondo fossero concentrati sulla gestione del pericolo e sulla riduzione del rischio della catastrofe. Invece, negli ultimi due anni, abbiamo visto leader influenti denigrare e abbandonare i metodi più efficaci per affrontare le minacce complesse ― accordi internazionali con forti regimi di verifica ― a favore dei loro ristretti interessi e guadagni politici interni. Minando gli approcci cooperativi, basati sulla scienza e la legge, per la gestione delle più urgenti minacce per l’umanità, questi leader hanno contribuito a creare una situazione che, se non affrontata, porterà alla catastrofe, prima piuttosto che poi.”

Appunto a causa del comportamento irresponsabile di troppi governi mondiali il board vede aggravata la situazione globale rispetto allo scorso anno e ha deciso di muovere le lancette dell’orologio avanti di 20 secondi.

“Il bollettino crede fermamente che gli esseri umani possano gestire i pericoli posti dalla tecnologia che essi stessi hanno creato. Effettivamente durante gli anni ’90 i leader degli USA e dell’URSS hanno intrapreso iniziative coraggiose che resero la guerra nucleare notevolmente meno probabile. Ma data l’inazione ― e in troppi casi azioni controproducenti ― dei leader internazionali, i membri del comitato si sentono costretti a dichiarare uno stato di emergenza che richiede un’attenzione immediata, focalizzata e determinata di tutto il mondo.”

Il ritiro dal controllo degli armamenti crea una pericolosa situazione di rischio nucleare

Ci si sta muovendo verso l’instabilità del panorama nucleare a seguito dello smantellamento degli strumenti di controllo e limitazione delle armi creati negli ultimi 50 anni. Primaria importanza hanno i problemi:

• Il programma nucleare iraniano. A seguito dell’abbandono degli USA dal Piano d’azione globale congiunto (JCPOA) per la restrizione del programma nucleare iraniano, con re-imposizione di sanzioni economiche, l’Iran ha aumentato le sue scorte di uranio leggermente arricchito e aggiunto nei suoi impianti nuove e migliori centrifughe, in un confronto sempre più duro con gli USA. Anche se l’Iran non è formalmente uscito dal JCPOA, le sue azioni sembrano indicare che si riduce il tempo necessario per la produzione di un’arma nucleare, col conseguente rischio di un confronto armato fra Iran e Stati Uniti.

• Il trattato sulle forze nucleari intermedie (INF) fra Russia e USA è ufficialmente cessato nel corso del 2019 ed entrambi gli stati hanno iniziato una nuova competizione per lo sviluppo e l’impiego di armi già proibite dal trattato.

• Gli USA indicano l’indisponibilità a estendere oltre la sua scadenza nel 2021 il trattato bilaterale New START, che è l’unica limitazione concordata delle armi strategiche.

• Si è giunti a uno stallo nella ricerca di un accordo sulle armi nucleari nord-coreane, e Kim Jong Un ha annunciato nuovi sviluppi in assenza della riduzione delle sanzioni sul suo paese.

• Le relazioni fra Cina, Russia e USA sono ulteriormente degradate, con disaccordo sull’ apertura di negoziati per limitare la militarizzazione dello spazio, la guerra cibernetica e i sistemi antimissile.

“Ritenere che sia svanita la minaccia di una guerra nucleare è un puro miraggio.”

Una risposta inadeguata a un clima sempre più minacciato

L’anno scorso, alcuni paesi hanno preso provvedimenti per combattere i cambiamenti climatici, ma altri — compresi gli Stati Uniti, che hanno formalizzato il ritiro dall’accordo di Parigi, e il Brasile, che ha smantellato le politiche che avevano protetto la foresta pluviale amazzonica — hanno fatto grandi passi indietro. Il molto atteso vertice delle Nazioni Unite per azioni sul clima ha prodotto molto meno di quanto richiesto dal segretario generale António Guterres. I circa 60 paesi che si sono impegnati (in termini più o meno vaghi) a zero emissioni di anidride carbonica rappresentano solo l’11 percento delle emissioni globali. 

La conferenza sul clima di Madrid è stata ugualmente deludente. L'accordo raggiunto non presenta progressi nel fornire ulteriore sostegno ai paesi più poveri per ridurre le emissioni e affrontare impatti climatici sempre più dannosi.

Al di là delle dichiarazioni, le politiche e le azioni proposte dai governi non sono quasi mai commisurate all’emergenza. La ricerca e lo sfruttamento dei combustibili fossili continuano a crescere. Un recente rapporto delle Nazioni Unite rileva che il sostegno governativo e gli investimenti del settore privato portano a una ultra-produzione di combustibili fossili in eccesso di due volte rispetto al livello necessario per soddisfare la riduzione delle emissioni secondo gli obiettivi stabiliti a Parigi. 

Non sorprende che queste tendenze producano effetti negativi sull’atmosfera e l’ambiente: le emissioni di gas a effetto serra sono aumentate nuovamente nel corso dello scorso anno, portando a registrare i massimi valori storici sia delle emissioni annuali che delle concentrazioni atmosferiche di gas serra. Le conseguenze del cambiamento climatico sulla vita delle persone in tutto il mondo sono state sorprendenti e tragiche. L’India è stata devastata nel 2019 sia da ondate di calore record che da inondazioni record, ciascuna con un pesante tributo di vite umane. Incendi boschivi dall’Artico all’Australia e in molte regioni intermedie sono scoppiati con una frequenza, intensità, estensione e durata da degradare ulteriormente gli ecosistemi e mettere in pericolo le persone. 

Gli effetti drammatici di un clima che cambia hanno portato alla crescita della preoccupazione e rabbia tra un numero crescente di persone. Il cambiamento climatico ha catalizzato un’ondata di impegno, attivismo e protesta giovanile, simile alla mobilitazione innescata da disastri nucleari e armi nucleari degli anni ‘70 e ‘80.

I politici stanno notando e, in alcuni casi, iniziando a proporre politiche adatte all’urgenza e all’entità del problema climatico. “Speriamo che il sostegno del pubblico per decise politiche climatiche continui a diffondersi, le società accelerino i loro investimenti in tecnologie a bassa emissione di carbonio, il prezzo delle energie rinnovabili continui a diminuire e i politici agiscano. Ma le azioni di molti leader mondiali continuano a far aumentare il rischio globale, in un momento in cui è urgentemente necessario l’opposto.”

La crescente minaccia della guerra dell’informazione e di altre tecnologie dirompenti

La guerra nucleare e il cambiamento climatico sono gravi minacce al mondo fisico. Ma l’informazione è un aspetto essenziale dell’interazione umana e minacce all’ecosfera dell’ informazione, soprattutto se abbinate all’emergere di nuove tecnologie destabilizzanti in intelligenza artificiale, spazio, sistemi ipersonici e biologia— fanno presagire un’ instabilità globale pericolosa e poliedrica. Negli ultimi anni, leader nazionali hanno sempre più respinto informazioni con cui non concordano come notizie false, promulgando le proprie falsità, esagerazioni e false rappresentazioni. 

Sfortunatamente, questa tendenza è accelerata nel 2019, mettendo in discussione l’integrità di istituzioni nazionali che hanno storicamente fornito stabilità e coesione sociale e creando sfiducia e antagonismo del pubblico verso il mondo scientifico.

I governi da sempre impiegano la propaganda al servizio dei loro obiettivi politici. Ora, tuttavia, internet offre un accesso diffuso ed economico a tutto il mondo, facilitando la trasmissione di messaggi falsi e manipolatori a vaste popolazioni e permettendo a milioni di individui di indulgere nei loro pregiudizi, preconcetti e differenze ideologiche.

La recente comparsa dei cosiddetti deepfakes – registrazioni audio e video la cui falsità non è facilmente rilevabile – minaccia di minare ulteriormente la capacità dei cittadini e dei responsabili di separare la verità dalla finzione. Le falsità risultanti hanno il potenziale di creare caos economico, sociale e militare, aumentare la possibilità di incomprensioni o provocazioni che potrebbero condurre alla guerra e fomentare confusione pubblica che porta all’inerzia sui seri problemi del pianeta. L’accordo sui fatti è essenziale per la democrazia e un’efficace azione collettiva. 

Altre nuove tecnologie, compresi gli sviluppi in ingegneria biologica, armi ad alta velocità (ipersoniche) e spaziali, presentano ulteriori opportunità distruttive. L’ingegneria genetica e la biologia sintetica sono tecnologie sempre più convenienti, prontamente disponibili e si diffondono rapidamente. A livello globale, governi e aziende stanno raccogliendo grandi quantità di dati relativi alla salute, compresi dati genomici, apparentemente allo scopo di migliorare assistenza sanitaria. Ma gli stessi dati potrebbero anche essere utili per lo sviluppo di efficaci armi biologiche.

L’intelligenza artificiale (AI) sta progredendo a un ritmo frenetico ed è ora utilizzata nei sistemi di comando e controllo militari. Estremamente preoccupante è uno sviluppo incontrollato dell’AI e la sua incorporazione in armi che potrebbero decidere di uccidere autonomamente, senza supervisione umana. La ricerca e l’esperienza hanno dimostrato la vulnerabilità di questi sistemi alla pirateria e alla manipolazione informatica. Date le note carenze dell’intelligenza artificiale, è fondamentale che il comando e il controllo dei sistemi nucleari rimangano saldamente nelle mani di esseri umani.

Nel frattempo, lo spazio è diventato una nuova arena per sviluppo delle armi, con più paesi che provano e installano sistemi anti-satellite basati su armi cinetiche, laser e a radiofrequenza. 

La tendenza globale va verso sistemi bellici complessi, di alta tecnologia, altamente automatizzati e operanti ad alta velocità. “La natura informatizzata e sempre più assistita dall’AI dei militari, la raffinatezza delle loro armi, e le nuove, più aggressive dottrine militari dei paesi più pesantemente armati potrebbero provocare una catastrofe globale.”

Come dovrebbe rispondere il mondo

“Dire che il mondo è più vicino al giorno del giudizio oggi che durante la guerra fredda –quando Stati Uniti Stati e Unione Sovietica ne avevano decine di migliaia armi nucleari più di quelle che possiedono ora – è fare una profonda affermazione che richiede una seria spiegazione. Dopo molte discussioni, il membri del board hanno concluso che le attuali complesse minacce tecnologiche sono almeno pericolose oggi come lo erano l’anno scorso e l’anno prima, quando impostarono l’orologio a due minuti a mezzanotte.

Ma quest’anno, avviciniamo l’orologio di 20 secondi a mezzanotte non solo perché le tendenze nella maggiori aree di nostro interesse – armi nucleari e cambiamento climatico – non sono migliorate in modo significativo gli ultimi due anni. Spostiamo l’orologio verso mezzanotte perché si stanno smantellando o indebolendo gli stessi mezzi con cui i leader politici avevano precedentemente gestito questi pericoli potenzialmente esiziali, senza uno sforzo realistico per sostituirli con nuovi o migliori regimi di controllo. In effetti, l’ infrastruttura politica internazionale per il controllo dei rischi esistenziali sta degradando, lasciando il mondo in una situazione di alta e crescente minaccia. I leader mondiali non rispondono in modo appropriato per ridurre questo alto livello di minaccia e contrastare lo svuotamento delle istituzioni politiche internazionali e degli accordi che mirano a contenerlo. Il risultato è un aumentato e crescente rischio di disastro.”

Esistono molti passi concreti che i leader potrebbero fare – e i cittadini dovrebbero imporre– per migliorare il presente assolutamente inaccettabile stato della sicurezza mondiale e il board passa quindi a suggerire alcune azioni di buon senso che renderebbero il mondo più sicuro:

• I leader russi e americani dovrebbero ritornare al tavolo negoziale per ristabilire il trattato INF o prendere altre iniziative per evitare una corsa ai missili di gittata intermedia; estendere i limiti del New START oltre il 2021; cercare ulteriori limitazioni delle armi; discutere la riduzione del livello di allerta degli arsenali nucleari; limitare i programmi di modernizzazione; iniziare colloqui sulle armi cibernetiche, i sistemi antimissile, la militarizzazione dello spazio, le armi ipersoniche e l’eliminazione delle armi nucleari tattiche.

• Tutti i paesi del mondo dovrebbero ridedicarsi agli obiettivi della limitazione della temperatura globale prevista dall’accordo climatico di Parigi, ossia restringere la crescita della temperatura a meno di 2 gradi Celsius rispetto al livello pre-industriale. Tale obiettivo è compatibile con i dati scientifici e, nonostante le inadeguate azioni svolte finora, potrebbe rimanere raggiungibile se venissero intrapresi prontamente importanti cambiamenti del sistema energetico mondiale e nell’uso del territorio.

• I cittadini americani dovrebbero richiedere un’azione per il clima da parte del loro governo. La decisione di Trump di ritirare gli Stati Uniti Stati dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici è stato un terribile errore. Chiunque vincerà le elezioni presidenziali statunitensi nel 2020 dovrebbe invertire tale decisione.

• Gli Stati Uniti e gli altri firmatari dell’accordo nucleare con l’Iran possono collaborare a frenare la proliferazione nucleare nel medio-oriente. L’Iran è pronto a superare le soglie chiave previste dal JCPOA. Chi vincerà le prossime elezioni presidenziali americane deve dare priorità a questo problema, sia ritornando all’accordo nucleare originale o negoziando un accordo nuovo e più ampio. • la comunità mondiale dovrebbe iniziare discussioni multilaterali volte a stabilire norme di comportamento, sia domestiche che internazionali, che scoraggino e penalizzino l’abuso della scienza. Inoltre, è necessario focalizzare l’attenzione per prevenire che la tecnologia dell’informazione indebolisca la fiducia del pubblico nelle istituzioni politiche, nei media e nell’esistenza della stessa realtà oggettiva. La guerra delle informazioni, potenziata dalla dimensione cibernetica, è una minaccia per il bene comune. Campagne di disinformazione – e leader intenti a confondere la linea tra i fatti e fantasie politicamente motivate – sono gravi minacce alle democrazie, riducendo le loro capacità di affrontare le armi nucleari, il cambiamento climatico e altri pericoli esistenziali.

L’appello finale del board è rivolto ai cittadini del mondo, che “hanno il potere di smascherare la disinformazione dei social media e migliorare le prospettive a lungo termine dei loro figli e nipoti. Essi devono insistere sui fatti e scartare le affermazioni insensate. Essi possono pretendere – attraverso proteste pubbliche, le votazioni e in molti altri modi creativi – che i loro leader facciamo dei passi immediati per ridurre le minacce esiziali della guerra nucleare e del cambiamento climatico. Siamo ora a 100 secondi da mezzanotte, la situazione più pericolosa che l’umanità abbia mai avuto di fronte. Ora è il tempo di unirsi – e agire”.

alessandro pascolini

ALESSANDRO PASCOLINI

Alessandro Pascolini è uno studioso senior dell’Università di Padova, già docente di fisica teorica e di scienze per la pace, ed è vice-direttore del Master in comunicazione delle scienze. Si occupa di fisica nucleare, controllo degli armamenti e divulgazione scientifica. Dal 1988 al 2002 è stato responsabile delle attività di promozione della cultura scientifica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, producendo una sessantina di mostre in Italia e all’estero e predisponendo testi e materiali audiovisivi, cinematografici e multimediali. La Società Europea di Fisica gli ha conferito il premio 2004 per la divulgazione scientifica. È vicepresidente dell’ISODARCO e partecipa alle Pugwash Conferences on Science and World Affairs.

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