SCIENZA E RICERCA

Chi erano i primi migranti?

Sono passati 25 anni dai primi ritrovamenti a Dmanisi, nel Caucaso, dei resti dei primi migranti appartenenti al genere Homo ad aver messo piede fuori dall’Africa, tra 1,85 e 1,76 milioni di anni fa. Ma il mistero resta, anzi si infittisce: chi erano gli uomini di Dmnasi?

In un sito che si estende per circa 4 ettari sono stati rinvenuti resti fossili ben conservati, tra cui – ricorda un recente articolo di Nature – 5 crani, 50 ossa dello scheletro tra cui un bacino ritrovato solo due anni fa, tutti ben conservati, insieme a 900 manufatti di 50 diversi materiali e ben 15.000 schegge di pietre.

A lungo questi resti sono stati attribuiti a membri della specie Homo erectus. Ma ora, a 25 anni e molti studi di distanza, la situazione è molto più confusa. Perché degli erectus gli ominini di Dmanisi hanno certamente i denti e il corpo. Ma per il resto i conti non tornano. Gli erectus, una specie i cui resti si trovano tanto a Giava in Indonesia quanto in Sud Africa, erano alti (anche 1,80 centimetri) e forti, con una cultura avanzata e un volume dell’encefalo grande anche 1.200 centimetri cubici, più o meno come il nostro. Mentre gli ominini di Dmanisi risultano minuti e bassi – raggiungono al massimo 1,50 centimetri di altezza –, hanno volume encefalico compreso tra 546 e 730 centimetri cubici (le metà di un erectus medio) e i loro manufatti sono piuttosto primitivi. Gli ominini di Dmanisi non conoscevano il fuoco e utilizzavano i denti per spaccare le ossa degli animali di cui si cibavano.

Il fatto che usassero decine di materiali grezzi per i loro manufatti indica che non erano specializzati ma potevano adattarsi a diverse condizioni. Il che li ha resi in grado di effettuare il primo “out of Africa”, la prima uscita dal continente che ha dato i natali a tutte le specie umane. Ma ciò che è difficile da spiegare sono le loro caratteristiche, un po’ simili a Homo habilis (la prima specie che attribuiamo al genere Homo che si è evoluta in Africa 2,5 milioni di anni fa) e un po’ simili a Homo erectus (il cui nome in Africa è quello di Homo ergaster). Chi sono, dunque, quei primi migranti giunti a Dmanisi la cui discendenza avrebbe, poi, raggiunto l’Asia più remota e l’Europa?

Di recente si è scoperto che anche gli habilis sono stati una specie migrante, capace persino di attraversare l’attuale regione del Sahara e raggiungere il Nord Africa. Sono stati, infatti, rivenuti in Algeria fossili di membri del genere Homo risalenti a 2,2 milioni di anni fa.

Ma la morfologia degli ominini di Dmanisi lascia intendere che questi ultimi non siano habilis, ma appartengono a una specie che si è evoluta dopo Homo habilis, e che dunque siano membri di quella specie, gli erectus, che è presente in Africa da 1,9 milioni di anni e a Giava, in Indonesia, da 1,6 milioni di anni. La spiegazione più semplice, dunque, è che siano degli erectus che, per primi, hanno tentato il grande salto e hanno lasciato il continente nativo. Il fatto è, però, che sia gli erectus africani (gli ergaster) sia gli erectus asiatici sono alti, hanno il cervello sviluppato e una cultura più avanzata.

A questo punto le spiegazioni sono due, nessuna delle due conclusiva. 1) Gli ominini di Dmanisi sono una specie terza rispetto ad habilis e a erectus, che è sì uscita dall’Africa, ma poi si è estinta. Questa ipotesi non spiega, però, come e quando gli erectus alti, encefalizzati e dalla cultura avanzata sono usciti dall’Africa e, in poche decine di migliaia di anni, sono giunti nelle regioni più remote dell’Asia. 2) I piccoli ominini di Dmanisi sono una progenie degli alti e forti e avanzati ergaster africani e i progenitori degli alti e forti e avanzati erectus asiatici ed europei. In questo caso ci troveremmo di fronte a una convergenza evolutiva, non semplice da spiegare, che avrebbe portato i primi erectus a evolvere nel medesimo modo – da bassi, poco encefalizzati e primitivi ad alti, molto encefalizzati e con cultura omologa avanzata – ma in maniera indipendente tanto in Africa quando nell’Eurasia. Un’evoluzione convergente certo non impossibile, ma abbastanza improbabile.

E allora com’è andata la vicenda dei primi migranti africani? Non lo sappiamo ancora. Un fatto è certo, però. Ancora 25 anni fa avevamo una idea dell’evoluzione umana abbastanza lineare: dai piccoli Homo habilis ai grandi erectus e, infine, agli ominini cognitivamente più avanzati: i sapiens. Oggi sappiamo che la storia è stata molto più complessa, che quello del genere Homo è l’evoluzione di specie diverse, che hanno vissuto nel medesimo tempo e spesso nelle medesime aree, talvolta incrociandosi. Per cui l’odierna apparente confusione nella ricostruzione della storia umana è semplicemente il frutto della progressiva scoperta dei suoi intrecci e della sua (meravigliosa) complessità.

Pietro Greco

 

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