SOCIETÀ

Cuore di mamma made in Usa: i "genitori elicottero"

Se le mamme italiane sono famose nel mondo per l’eccessiva apprensione con cui crescono i propri figli, anche le loro colleghe americane non scherzano, in particolare in questi tempi fatti di grande insicurezza economica. È atterrata negli Stati Uniti infatti una nuova specie di genitori, conosciuti come “genitori elicottero”  (“helicopter parents”) per l’entusiasmo, che rasenta l’ossessione, con cui si applicano all’educazione della propria prole. E l’effetto pare essere decisamente deleterio per le nuove leve americane.

“Nell’immaginario popolare questi sono genitori che sorvolano i propri figli in elicottero, pronti a paracadutarsi in loro soccorso al primo problema – dice Holly H. Schiffrin, professoressa di Psicologia presso l’università di Mary Washington in Virginia – Da un punto di vista più scientifico, intendiamo un livello di coinvolgimento nella vita dei figli che non è appropriato alla fase di sviluppo in cui essi si trovano”. La caratteristica fondamentale dei "genitori elicottero" è che rimangono assillati da ogni minimo dettaglio dell’esistenza degli eredi anche quando questi diventano adolescenti e poi giovani adulti. “Quando si ha un bambino piccolo è normale seguirne ogni mossa per evitare che si metta in bocca oggetti che potrebbero farlo soffocare – continua Schiffrin – Ma questa smette di essere una buona idea quando il bambino cresce e ha bisogno di diventare più indipendente”.

Gli helicopter parents, in sostanza, sono quelli che chiamano il liceo dei figli per lamentarsi con il preside di un litigio fra compagni di classe, che scrivono ai loro professori universitari per contestare un brutto voto e che pretendono di avere un filo diretto persino con i loro datori di lavoro. Le fissazioni di queste madri e padri sono narrate, non senza un certo orgoglio e ironia, nel blog di C. Lee e Khris Reed, giustamente intitolato Helicopter Mom & Just Plane Dad. La coppia risiede in Florida, dove accudisce con grande devozione la figlia adolescente, conosciuta al pubblico solo con il nomignolo di “Beloved”: “Amata”. In un post del febbraio scorso, ad esempio, i due recensiscono con entusiasmo un sistema chiamato Zubie, installato sulla vettura che Beloved sta imparando a guidare e simultaneamente sui telefonini di famiglia. Questo permette loro di controllarne in ogni momento la velocità e posizione esatta dell'auto della figlia. “Essere coinvolti in ogni aspetto della vita dei propri figli è estenuante, straziante, difficile e inserite voi l’aggettivo che più preferite, ma è anche un gesto gratificante di amore e interesse – scrive Helicopter Mom in marzo – Da genitori, vogliamo il meglio per i nostri figli. Da 'genitori elicottero', sappiamo che il meglio per i nostri figli è la nostra direzione, natura protettiva e disposizione a condividere le nostre esperienze di vita”. 

Ora, gli esperti sono convinti che ci sia sufficiente evidenza scientifica per ritenere quello dei "genitori elicottero" un fenomeno non solo aneddotico, ma un vero e proprio sottogruppo di genitori ansiosi, la cui caratteristica distintiva è che la frequenza delle loro intrusioni nella vita dei figli non diminuisce con il passare degli anni. Questa ad esempio la conclusione di un’analisi pubblicata nel 2012 da due studiosi della Brigham Young University dello Utah, Laura Padilla Walker e Larry J. Nelson. “I 'genitori elicottero' non diventano tali solo nel momento in cui i figli entrano nell’età adulta, ma più probabilmente sono da sempre eccessivamente apprensivi – spiega Padilla-Walker – Una volta che i loro bambini crescono e se ne vanno di casa, e controllarli diventa più difficile, scatta la fase dell’elicottero”.  Nel 2012, una studentessa presso il Conservatorio dell’università di Cincinnati in Ohio ha ottenuto da un giudice un ordine restrittivo contro padre e madre che l’andavano frequentemente a trovare al campus senza alcun preavviso, si intromettevano nei suoi rapporti con professori e amministrazione e ne spiavano ogni interazione attraverso software installati sul suo computer e cellulare.  

Anche per via del fatto che l’oggetto di studio più accessibile fin qui sono stati gli studenti universitari, molti ricercatori ritengono che il fenomeno degli helicopter parents sia direttamente collegato allo status socio-economico delle famiglie, con quelle più abbienti e meglio istruite maggiormente soggette a cadere in tentazione. A studiare la questione più da vicino è stata Annette Lareau, una sociologa dell’università della Pennsylvania che ha coniato il termine “concerted cultivation”, ovvero “coltivazione concertata” per descrivere le pratiche pedagogiche tipiche dei genitori della classe media e medio-alta, i quali tenderebbero ad affrontare l’educazione dei figli con lo stile caratteristico del giardinaggio.

L’emergere dei "genitori elicottero" si spiegherebbe quindi con la naturale tendenza di qualsiasi padre e madre a volere il meglio per i propri figli mista alle possibilità finanziarie di un certo gruppo di cittadini privilegiati e alla sensazione sempre più pervasiva che le opportunità economiche per i giovani, anche quelli più fortunati, si stiano riducendo drammaticamente. “Sono convinta che l’aumento della disuguaglianza in America sia la ragione principale di questa attenzione ossessiva da parte dei genitori – dice Margaret K. Nelson, professoressa di Sociologia presso il Middlebury College in New Hampshire e autrice del libro Parenting out of control: anxious parents in uncertain times – Il gap tra salari e tenore di vita disponibili ai professionisti, a chi frequenta le università più prestigiose e ha le conoscenze giuste, e quelli accessibili a tutti gli altri è aumentato enormemente e l’helicopter parenting deriva dal desiderio dei genitori di garantire ai figli questi vantaggi”. Infine, l’innovazione tecnologica, permettendo il contatto costante, anche a distanza, fra gli uni e gli altri - via telefono, sms, e-mail e social media - non fa che fomentare questa tendenza.

Che per il momento è ancora minoritaria, ma che già preoccupa i commentatori, i datori di lavoratori e gli psicologi dello sviluppo. Gli uni lamentano un generale "rammollimento" del tessuto di questa generazione rispetto alle precedenti. Gli altri ne temono la fragilità, vedendo questi giovani iperprotetti e costantemente controllati dai genitori come una tazza di tè pronta a rompersi al primo urto. “La teoria dell’autodeterminazione ci dice che esistono tre fattori fondamentali alla felicità e al successo di un individuo, l’autonomia, la convinzione di essere competenti e la sensazione di essere connessi agli altri – dice Schiffrin – Nel nostro più recente studio abbiamo rilevato che i 'genitori elicottero', mandando involontariamente il messaggio ai figli che non sono capaci di fare da soli, tendono a minare tutti e tre questi elementi e, di conseguenza, questi ragazzi riportano sintomi depressivi più frequenti e minore soddisfazione rispetto alla propria vita di altri cresciuti più liberamente”. Infine, questo approccio pedagogico non sembra produrre nemmeno genitori felici, con le madri in particolare che si dicono stressate e scontente. “È una faticata tremenda – conclude Margaret Nelson – e penso che alcuni di essi finiscano per dedicare maggior tempo al fare i genitori di quanto gli  paia poi ragionevole più avanti nella vita”.

Valentina Pasquali

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012