CULTURA

Ti sembra il Caso?

Ti sembra il Caso? è un libro che si distingue, agli occhi, per essenzialità e leggerezza. Colpisce un timbro postale sullo sfondo bianco “poste Roma”, un secondo timbro sul retro “U.S. Postage” e ciò che il sottotitolo lascia intravvedere “Schermaglia fra un narratore e un biologo”.

Erri e Paolo sono originari di Napoli. Paolo vive in California con la moglie Emiliana, Erri in Italia. Nel 2010 durante una cena che li vede allo stesso tavolo Erri de Luca, scrittore e sceneggiatore nel 2012 del film Il turno di notte lo fanno le stelle, parla di scienza con Paolo Sassone-Corsi, biologo molecolare docente all’università della California, ed Emiliana Borrelli neurobiologa nella stessa università. Ma la coppia più volte lascia cadere la palla. Solo al termine della cena, nasce l’idea di “approfondire per iscritto e per esteso il rimpallo fra un narratore e un biologo”, tra Erri e Paolo.

“Il nostro incontro – dichiara Erri De Luca in un’intervista su Repubblica.it – è di due spaesati del sud che hanno avuto sul cranio le notti più incrostate di stelle. Stesi sotto le stesse meraviglie, abbiamo sperimentato la gratitudine di chi è ammesso a condividere un mistero”.

Le riflessioni sulla scienza sono frammenti di vita quotidiana. “Divago, caro Paolo, come mi succede di sera fissando il bicchiere di vino alla tavola apparecchiata per uno”. Dalla vita quotidiana Erri trae le sue provocazioni, solleticando l’amico sugli argomenti più diversi. A partire dal Dna che occupa lo spazio delle prime lettere all’insinuarsi inatteso del caso, con la “C” maiuscola. Già, perché il Caso è come Mosè “pronto a leggere, interpretare o confutare la profezia”. E così Paolo, forse chi non ci si aspetta, offre una prospettiva diversa di ciò che siamo. La nostra identità, la nostra essenza non è definita esclusivamente da quei due metri di Dna “cuciti” in ogni cellula, ma è la somma delle nostre esperienze, del libero arbitrio, del Caso. Di questa divinità laica che si sottrae a ogni controllo e a qualsiasi determinismo, imprevedibile e talora perturbante. 

Il dialogo continua, si amplia. Si parla di orologio circadiano e di come il corpo umano risponda ai ritmi della natura, al punto che disturbarne il ciclo potrebbe portare a scompensi come insonnia, obesità, depressione. Sono gli echi degli studi di Paolo Sassone-Corsi sul gene-clock e sulla proteina che accende all’interno di ogni cellula risposte cicliche: le sensazioni di fame, di sonno, la variazione della temperatura corporea. L’uomo condivide ancora i ritmi ancestrali del Sole e della Luna, anche se questi si stanno via via allentando con la conseguente perdita di “quel qualcosa” che ci rende parte di un insieme, parte del nostro pianeta.

Parlano di psiche e astronomia Erri e Paolo. Parlano di olfatto. E si sentono gli odori di Napoli, “un misto di bucato steso alle finestre, caffè appena tostato, il ragù… l’odore del mare di Procida”. Odori che rimangono impressi nella memoria a distanza di anni. A spiegarci il perché, con un salto spazio-temporale colmato in poche righe, è Linda Buck, premio Nobel per la medicina con il suo maestro Richard Axel nel 2004, che per prima individua i recettori degli odori. 

Non manca, sul finire, una critica agli scienziati nelle “torri d’avorio” che fanno di tutto, dice Paolo, per non farsi capire. Torri che in realtà altro non sono che laboratori con gente che lavora duro e guadagna poco. Per troppo tempo la scienza non ha informato la società e le scelte politiche dei governanti: “non possiamo più permettere che presentatori televisivi, giornalisti mediocri, o politici con lauree comprate al mercato, dicano scemenze su cure fasulle per il cancro, sulla fecondazione assistita o sull’utilità dell’energia solare”.

In questo agile libretto, all’apparenza senza alcuna pretesa, poesia e scienza si incrociano, fanno domande, tentano risposte. E nella semplicità della forma, come spesso accade, si nascondono interrogativi importanti a cui talvolta non è facile dare risposta. Viene in mente un dipinto di Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?. L’importante, osserva Paolo in una delle ultime lettere, è pensare “outside the box”. Fuori dai dogmi. Fuori dalle regole. Fare lo scienziato è questo, dice.

Anche se, in quel pasticcio di anima e corpo che è l’uomo, rimane sempre qualcosa di inafferrabile.

Monica Panetto

Erri De Luca e Paolo Sassone-Corsi, Ti sembra il caso? Schermaglia fra un narratore e un biologo. Milano, Feltrinelli, 2013

 

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