SOCIETÀ

Ebrei stranieri in Veneto

Accademia Olimpica e Istrevi – Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea propongono per venerdì 27 gennaio, Giorno della memoria, nell’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza un incontro sul tema “Ebrei stranieri in Veneto (1933-1945): storia di fughe, internamento, deportazione”.

A confrontarsi sono gli storici Renato Camurri, docente dell’Università di Verona, Paolo Tagini, dottore di ricerca per lo stesso ateneo, e Antonio Spinelli, dell’Università di Venezia.  Aperta da un saluto del presidente dell’Accademia, Giovanni Luigi Fontana, la conferenza è introdotta e moderata da Alba Lazzaretto, accademica olimpica e vicepresidente dell’Istrevi.

Particolarmente significativo l’arco temporale indagato dalle relazioni, che, anticipando di alcuni anni le leggi razziali del 1938, permette di cogliere i profondi cambiamenti nei confronti degli ebrei che si ebbero a livello europeo e lo svilupparsi di politiche via via più discriminatorie che assunsero i caratteri della tragedia con l’entrata in guerra del Paese. Per gli ebrei italiani e stranieri iniziò la tragedia dei campi di concentramento e dell’internamento “libero” (cioè l’obbligo di risiedere in una determinata località, senza potersene allontanare), forma di restrizione, quest’ultima, che vide il Veneto tristemente al primo posto a livello nazionale.

Tra grandi numeri e singole storie, gli studi stanno facendo sempre più luce su questi eventi, evidenziando il drammatico passaggio dalla “persecuzione dei diritti” alla “persecuzione delle vite”. Dopo l’8 settembre 1943, fu la volta dei campi di concentramento provinciali, come quelli di Tonezza del Cimone e di Vo’, e della deportazione degli ebrei dal Veneto. Intorno, vi fu chi rimase in silenzio, chi collaborò e chi si oppose all’orrore con piccoli gesti di coraggiosa solidarietà o con la partecipazione attiva alla Resistenza.

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