SOCIETÀ

Il fenomeno del food porn (da non confondere con il junk food)

Dai foglietti impiastricciati con le ricette della nonna ai blog di cucina, tutorial e podcast. E soprattutto un’inondazione di fotografie di piatti, dove l’estetica effimera delle geometrie e dei contrasti conta più del gusto degli ingredienti. La condivisione non avviene più solo a tavola con i commensali ma anche in una rete estesa, tramite social, condita di like e hashtag.  

Il fenomeno si chiama food porn, che può essere definito come la proliferante pratica di fotografare e riprendere il cibo che si sta per mangiare e di condividerne l’immagine sui social, utilizzando filtri, inquadrature e altri strumenti avanzati di editing, con lo scopo di rendere il soggetto più appetitoso e invitante. 

Nonostante il termine sia in uso da più di trent’anni, sono ancora oggi molti i fraintendimenti che lo vedono protagonista. Il primo è sicuramente quello legato alla sfera pornografica. In questa particolare accezione però, come riporta l’Oxford Dictionary, il termine “porn”  sta ad indicare unicamente la capacità di un soggetto, che può essere un individuo o un oggetto materiale, di catturare e mantenere su se stesso l’attenzione del pubblico. Il secondo fraintendimento è invece quello che vede il concetto di food porn assimilato a quello di junk food, cibo spazzatura. In questo hanno contribuito alcuni nutrizionisti, parlando di food porn vs right stuff, utilizzando il termine in contrapposizione al concetto di alimentazione sana e collocandolo in completa antitesi rispetto al buon cibo. Questa concezione però viene smentita non solo dalla stessa definizione di food porn, l’immagine di un cibo ben presentato capace di suscitare appetito, ma anche dalla molteplicità di pagine e post dedicati al clean eating, e healthy food.   

L’origine di questo crescente processo di estetizzazione del cibo va sicuramente fatto coincidere con l’avvento della fotografia e del design, che hanno contribuito a sdoganare qualsiasi tipo di tabù inerente all’ambito culinario. Se la cucina tradizionale insegnava che con il cibo non bisogna giocare, design e fotografia (a portata di mano) suggeriscono esattamente il contrario: gli alimenti vengono considerati come un materiale utilizzato per giocare e sperimentare.

Il fenomeno si è imposto su tutte le piattaforme: Tasty, una pagina Facebook a tema culinario lanciata dalla compagnia americana BuzzFeed, è arrivata a raggiungere quasi 100 milioni di follower. L’hashtag #foodporn a gennaio 2020 è presente su instagram in oltre 217 milioni di post. Stanno emergendo anche hashtag derivati e specializzati come #sugarporn #proteinporn #healthyporn, #veggieporn. Sono molti infatti oggi i profili dedicati al mangiare genuino, sano e pulito, che propongono idee per ricette salutari le quali vengono rese “porn” attraverso impiattamenti scenici e curati, sfruttando i colori accesi di frutta e verdura e realizzando così delle pietanze appetitose e invitanti.

YouTube ospita nuove tipologie video legate al food. Tra queste troviamo i video Mukbang: il termine deriva dal coreano ed è costituito dall’unione fra la parola “mangiare” e la parola “trasmettere”. Gli youtuber che realizzano questa tipologia di video solitamente siedono a tavola e consumano il loro pasto davanti alla videocamera, mostrando ciò che stanno per mangiare e conversando con i potenziali spettatori del video come se fossero seduti a tavola insieme a loro. Sono stati condotti diversi studi per indagare le motivazioni di questa diffusione online del fenomeno dei Mukbang. Un primo dato significativo è che la maggior parte delle persone che pubblicano o visualizzano video Mukbang è di origine orientale, non coniugata e residente in piccole abitazioni. Sembra che i Mukbang stiano prendendo la forma di un nuovo fenomeno sociale online, attraverso il quale le persone cercano di arginare un forte senso di solitudine. I social network, e il web in generale, stanno infatti sempre più incarnando delle piattaforme in grado di sopperire ai bisogni sociali che nella vita reale non vengono soddisfatti, i bisogni sociali deficitari. Esiste però anche una tipologia di utente che si approccia al mondo dei Mukbang semplicemente per piacere: si parla in questo caso di voyeurismo gastronomico, un concetto strettamente collegato a quello di food porn, ovvero la ricerca di un piacere da gustare attraverso la vista, con gli occhi, il quale riuscirebbe ad appagare il desiderio di cibo, a prescindere dalla sua reale assunzione o meno. 

Il secondo format video è l’ASMR, è una tendenza importata dall’America. La parola ASMR è un acronimo che sta per “risposta autonoma del meridiano sensoriale” ed indica una sensazione di rilassamento mentale, spesso accompagnata da un formicolio dietro la nuca, e provocata da stimoli esterni, principalmente di tipo uditivo, ma anche visivo. Le tecniche per fare ASMR sono diverse, ma solitamente il format prevede uno youtuber che si riprende mentre sussurra e parla sottovoce davanti alla videocamera, spesso registrando la propria voce con microfoni molto sensibili. Esiste anche un tipo di ASMR che coinvolge il cibo: la categoria si definisce “Eating sounds ASMR” e prevede la registrazione dei suoni che provengono dalla masticazione del cibo. Gli alimenti prediletti sono chiaramente quelli che producono un suono migliore e più intenso, come i fritti croccanti, il pane, la frutta fresca e spesso altri alimenti più ricercati come per esempio l’aloe vera o il miele mangiato direttamente dal favo. 

Il cibo è simbolo e fonte di aggregazione, unione, condivisione. Etimologicamente convivio sta per “cum vivere”: si vive insieme perché si mangia insieme, e viceversa. Adesso anche sui social.  

(Si ringrazia per la collaborazione Arianna Formilli) 

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