SOCIETÀ

Le raffigurazioni sulle banconote: tra donne e sapere scientifico

Maria Skłodowska, Marie Curie dal 1895 in seguito al matrimonio con il fisico francese Pierre Curie, nel corso della sua carriera ha collezionato una quantità incredibile di primati; fra questi: la scoperta della radioattività e dei primi elementi radioattivi, il polonio e il radio (1898), i due premi Nobel in fisica (1903) e in chimica (1911), la prima donna a insegnare alla Sorbona (1906).

Marie Curie non solo è stata la prima donna a vincere un Nobel, ma il primo scienziato in assoluto a vincerne due

Marie Curie non solo è stata la prima donna a vincere un Nobel, ma il primo scienziato in assoluto a vincerne due. Fino ad oggi soltanto Linus Pauling ne ha ricevuti altrettanti in due campi differenti (chimica, 1954, per la pace, 1962, mentre altri due scienziati ne hanno ricevuti un paio nello stesso settore: John Bardeen (in fisica, 1956 e 1972) e Frederick Sanger (in chimica, 1958 e 1980).

Marie Curie, tuttavia, non è stata soltanto una scienziata geniale, ma anche uno straordinario esempio di adesione ai valori e ai principi della scienza moderna, capace di aprire nuovi orizzonti anche all’emancipazione dei popoli, ai diritti delle donne e alla convivenza pacifica fra le nazioni.

Una vera e propria ambasciatrice della cultura scientifica. Per questo motivo, è assolutamente meritato un altro primato riconducibile a Marie Curie: quello di essere una delle poche donne, e delle pochissime scienziate, ad essere raffigurata su una banconota. Nello specifico, sulla cartamoneta polacca stampata nel 1989, una banconota da 20000 Zlotych. Quando il vecchio Zloty venne sostituito nel 1995 con il cambio 10000:1, la Narodwy Bank Polski dedicò quindi alla scienziata una banconota da 20 Zloty nel 2011, in occasione del 100° anniversario del Nobel per la Chimica. Marie è stata inoltre rappresentata anche su una banconota francese da 500 Franchi nel 1998, assieme al marito Pierre.

Donne raffigurate sulle banconote

Le donne oggi presenti sulle banconote sono una esigua minoranza, ma questo non deve sorprendere: anche il mondo della cartamoneta, infatti, costituisce nient'altro che uno dei tanti settori dai quali si evince come il ruolo delle donne nella società sia poco rappresentato, al pari della presenza femminile ai posti di comando della politica e delle istituzioni, così come per quanto concerne il loro riconoscimento economico (mediamente inferiore a quello dei colleghi maschi). Nel 2016 un'analisi di “Vox” mise in evidenza che solo 120 cartamonete su 1.300 in circolazione raffiguravano soggetti femminili. Ma che in 74 casi si trattava della Regina Elisabetta.

Proprio nel corso del 2016, il governo americano annunciò che nella nuova banconota da 20 dollari, tra le più utilizzate, sarebbe stata raffigurata per la prima volta una donna: Harriet Tubman, che fu una delle protagoniste della lotta alla schiavitù durante l’Ottocento. Quello stesso anno anche la Bank of Scotland indisse un concorso pubblico per decidere quale volto sarebbe dovuto apparire sulle nuove banconote da 10 sterline, da emettere nel 2017. Candidate tre personalità provenienti dal mondo della scienza: James Clerk Maxwell, Thomas Telford e Mary Sommerville, che risultò la vincitrice.

La nuova banconota da 50 sterline

Adesso la Bank of England ha annunciato una consultazione pubblica per ottenere suggerimenti da passare una commissione che dovrà decidere chi raffigurare sulla prossima banconota da 50 sterline. Pare che la scelta ricadrà su una scienziata e quindi anche la prestigiosa rivista “Nature” ha deciso di partecipare alla consultazione, la cui deadline è prevista per il 14 dicembre. Fra i nomi in lizza, Mary Anning, Ada Lovelace, Rosalind Franklin e Dorothy Hodgkin. Ognuna di queste straordinarie figure avrebbe ottimi motivi per essere scelta.

Maria Montessori sulle vecchie Lire italiane

Ai tempi della Lira italiana, il nostro paese ha dedicato una banconota ad una sola donna, la quale, incredibilmente, era una scienziata: Maria Montessori, raffigurata nella celebre banconota da 1000 lire. Nell'età dell'Euro, però, i volti sulle banconote sono scomparsi e con loro anche la nostra Maria, contrariamente alla Maria di Polonia, che pur facendo parte della comunità europea continua a mantenere la propria valuta.

L'Euro

Com'è noto, ai tempi della creazione della moneta unica fu formato un gruppo di lavoro, che si avvalse della consulenza di esperti in vari campi, dall'arte alla psicologia. Alla fine venne deciso di dare alle banconote un tratto molto impersonale, per evitare di essere l'espressione di un particolare paese, concentrandosi esclusivamente sulla raffigurazione di strutture architettoniche dalle caratteristiche molto generiche. Questa scelta, ovviamente, non è stata esente da critiche. E, se ci pensiamo bene, riflette un po' la natura un po' fredda dell'Europa odierna, la cui unione si basa essenzialmente su un legame di tipo monetario e non culturale. Ma – sia chiaro – siamo ben lungi dal pensare di riproporre sulle banconote tratti tipici delle culture dei singoli paesi. Nazionalismi o sovranismi, che hanno fatto dell'Europa il teatro di due devastanti e sanguinose guerre mondiali, sono ormai fuori dal tempo.

Il sapere scientifico sulle banconote

In realtà, l'Europa una scelta coraggiosa la potrebbe fare, assumere come tratto distintivo della sua unità: il sapere scientifico. Sì, perché la scienza moderna non solo è nata in Europa, ma ha avuto un carattere transnazionale, come ha scritto il celebre storico della filosofia e della scienza Paolo Rossi Monti: “non c'è, in Europa, un 'luogo di nascita' di quella complicata realtà storica che oggi chiamiamo scienza moderna. Quel luogo è l'intera Europa. Vale la pena di ricordare anche le cose che tutti sanno: che Copernico era polacco, Bacone, Harvey e Newton inglesi,Cartesio, Fermat e Pascal francesi, Tycho Brahe danese, Paracelso, Keplero e Leibniz tedeschi, Huygens olandese, Galilei, Torricelli e Malpighi italiani” (Premessa a La nascita della scienza moderna in Europa, Laterza 1997).

Come è stato ampiamente dimostrato, i valori della scienza moderna hanno contributo in maniera determinante all'evoluzione della democrazia, di una società migliore e più giusta. Sarebbe bello che questi valori (che già uniscono gli scienziati nei laboratori e nelle università di tutto il mondo senza distinzione di genere, religione o credo politico) costituissero l'essenza di una nuova Europa, un'Europa che ha creato la scienza moderna e che di questa scienza ha sempre più bisogno. Valori che potrebbero iniziare ad essere espressi proprio a partire dai grandi scienziati rappresentati sulle banconote dell'unione. Anzi, meglio ancora, dalle scienziate.

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