SOCIETÀ

I 27 comandamenti delle App

Creare app per la Apple non è esattamente un gioco da ragazzi, bisogna infatti rispondere a requisiti ben precisi. Gli sviluppatori devono infatti attenersi a 27 capitoli di regole, a loro volta declinati in decine di precetti, che terminano tutti con will be rejected,  cioè  il termine che indica le applicazioni che saranno respinte per la violazione del termini di condizione di sviluppo. Cosa nello specifico? Ad esempio le  applicazioni con contenuto  diffamatorio, offensivo, meschino o tali da poter mettere  in pericolo gli individui o i gruppi cui si riferiscono, quelle raffiguranti immagini realistiche di persone o animali uccisi o mutilati, colpiti, pugnalati, torturati o feriti o ancora quelle che raffigurano armi in modo così realistico da favorirne l'uso illegale e sconsiderato.

Con qualche eccezione, però. Chi fa satira politica in modo professionale e gli umoristi sono esentati dal divieto dei commenti offensivi e meschini; è fresca infatti la notizia dell'approvazione da parte di Apple del gioco per smartphone "Il piccolo dittatore", protagonista il leader della Corea del Nord, Kim Jong  a cavallo - moderno barone di Münchhausen - di un missile nucleare in rotta sugli Stati Uniti. Dapprima respinto, il gioco è stato accettato dopo il ricorso presentato dal suo creatore: evidentemente è stato applicato estensivamente il punto 14.2 del capitolo "Personal attack" (quello sull'esenzione per gli umoristi). Chissà però come sono riusciti ad aggirare il 15.3, rubricato sotto "Violence" , dove si vieta di identificare i cattivi, il Nemico di un gioco, con un governo realmente esistente.

Impossibile non collegare la vicenda alla querelle di fine 2014, su cui si è espresso anche Barack Obama, sorta tra Sony Picture, Usa e Fbi da una parte, Pyongyang dall'altra attorno al filmThe Interview (che racconta un tentato assassinio ai danni del "piccolo dittatore" in questione): di fronte alle azioni di hackeraggio e minacce subite dalla Sony Picture Entertainment la casa aveva deciso di annullare la distribuzione del film, infine, dopo accesi dibattiti, salomonicamente proiettato in un numero limitato di sale americane.

Pare che delle polemiche  sorte attorno al caso The Interview abbiano approfittato subito una serie di sviluppatori di giochi ideando prodotti anti-Corea del Nord, una categoria di app di cui "Il piccolo dittatore", versione parodistica del più noto "Flappy Bird",  è appunto un riuscito esempio disponibile gratuitamente. Se una larga parentesi di eccezione si è aperta sulle regole "satiriche", una stretta ulteriore è stata data al capitolo armi quando si parla di minori: ora Apple applica i divieti non solo ai contenuti  ma anche ai materiali per la pubblicazione  cioè icone, screenshoot, immaginette varie. Ad esempio c'è "Rooster Teeth vs. Zombiens" (dove gli zombie sono alieni e rispondono dunque all'eterna domanda "c'è morte sugli altri pianeti?" in lotta   nientemeno che contro il cast di una trasmissione televisiva) che ha dovuto modificare l'icona del gioco perché il protagonista teneva in mano una pistola di plastica tosto sostituita con una mazza da baseball. 

Eccentricità a parte Apple ha, deve avere, piuttosto a cuore la salvaguardia di quella che rappresenta una grandissima fetta degli utilizzatori di tablet e smartphone: i bambini, cui su AppStore è dedicata una sezione apposita dove i link esterni sono raggiungibili solo previo permesso di un adulto. Le nuove app - come già avviene per i videogiochi – sono ora divise in fasce di età consigliata (cinque anni o meno, sei-otto anni o nove-undici anni) e fino a che non si trasformano in teenager, i giovani giocatori non possono essere tracciati e non può essere proposta loro pubblicità mirata. 

Gioiscono un poco i genitori di tutto il mondo, ma non solo loro: altra novità 2015 Apple, sempre al passo con questi tempi velocemente cangianti ma non per questo meno sorprendente, è l'apertura alle applicazioni dedicate alla cannabis alla luce della legalizzazione del suo consumo (anche ricreativo oltre che terapeutici) in diversi Stati dell'Unione.

I più felici di tutti sono gli utenti di MassRoots, applicazione e social network che unisce consumatori di marijuana, fondata da una società di software con sede in Colorado (dove ovviamente il consumo è consentito con legge statale, da circa un anno). Apple annuncia, e MassRoots ringrazia pubblicamente: in Alaska, Arizona, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan e via elencando per altri 11 Stati in cui la coltivazione è legale si può avere accesso alle applicazioni iOS dedicate alla cannabis community. Mettete fiori nei vostri cannoni, e mano – online - alla carta di credito, beninteso.

Silvia Veroli

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