SOCIETÀ

Mobilità: la soluzione chiavi in mano

Pare che i primi a usare il car sharing siano stati i muratori di una cooperativa zurighese nel 1948. In realtà quella volta venne semplicemente enucleato un modello di mobilità e solo dagli anni Sessanta imprenditori e amministrazioni pubbliche cominciano a metterci mano. Nel 1977 prese il via nel Suffolk il primo esperimento ufficiale britannico di car sharing ma è dalla metà degli anni Novanta che il sistema si sviluppa. Fino ad allora il car sharing viene proposto dal non-profit soprattutto in Svizzera e in Germania,  ma anche in Svezia, Paesi Bassi, Canada e Stati Uniti. Col nuovo millennio il sistema di mobilità che usa l’auto condivisa è decollato in tutto il mondo e il car sharing si è diffuso anche in Cina, Messico, Brasile, India, dimostrando che la densità di popolazione è un fattore determinante per il successo del sistema. 

Dal 2010 la rete e l’approccio peer-to-peer hanno consentito la crescita esponenziale del servizio e l’anno scorso in Italia 130.000 persone hanno scelto l’auto condivisa. La quasi totalità di questi automobilisti, ben 108.000, vive a Milano, città che ha investito molto nel car sharing.

In Italia nel 2013 il fenomeno è esploso aumentando del 400%, mentre a livello mondiale   il car sharing è cresciuto del 50% e conta su una flotta di 70.000 veicoli che servono 3 milioni e mezzo di utenti prevalentemente in Europa e Nord America. A fine 2013 la Germania risulta il Paese in cui il car sharing è più diffuso, con quasi 800.000 utenti e oltre 13.000 veicoli. Tra le capitali europee, Berlino (2.300 vetture e 207.000 utenti) è in testa seguita da Londra (2.250 veicoli e 120.000 utenti) e Parigi (2.000 veicoli e 105.000 utenti).

Secondo le stime degli analisti entro la fine del 2014 gli utenti raggiungeranno quota cinque milioni grazie a nuove tecnologie più intuitive come le applicazioni per trovare parcheggio e le chiavi virtuali, mentre le stime dei costruttori affermano che nel 2020 gli utenti saranno 12 milioni ed entro quella data quattro milioni di vetture spariranno dalle strade di Europa e Stati Uniti.

Oltre il 50% degli italiani che usano internet ha già provato, o si dichiara pronto a sperimentare il car sharing. 

Cambia la mentalità: per 7 italiani su 10, infatti, è importante poter utilizzare un’automobile anche non di proprietà e solo il 18% di chi non possiede un’auto la ritiene uno status symbol. I dati della ricerca Automotive demand realizzata da Nielsen, infatti, indicano che l’84% dei proprietari - e il 59% di chi non la possiede - considera l’automobile principalmente un mezzo attribuendole un valore prevalentemente funzionale. Il 46% degli italiani possiede un’automobile, il 36% ne possiede due e il 7% tre o più: solo il 10% non possiede l’auto, un dato che in Europa raddoppia. Di questi 6 su 10 scelgono altri mezzi di trasporto perché l’automobile viene vista come un problema, probabilmente a causa dei costi di mantenimento e delle difficili condizioni di traffico soprattutto in città. Interessati a un nuovo modello di mobilità sono soprattutto i giovani che hanno minore disponibilità di denaro e sono più tecnologici e quindi predisposti. È in questo scenario che si inserisce la crescita del fenomeno car sharing che attualmente in Italia conta circa 3.700 automobili e 342.000 iscritti in 11 città italiane: Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Roma, Torino e Venezia. Solo a Milano, Roma e Firenze gli iscritti sono più di 10.000. Nelle città i vantaggi del car sharing sono notevoli: parcheggio gratuito, libero accesso alla Ztl, possibilità di usare le corsie riservate ai mezzi pubblici, tutti elementi che rendono più veloci gli spostamenti. Un elemento che alcuni considerano un handicap è l’obbligo di riconsegnare l’auto nello stesso parcheggio in cui è stata prelevata e non nel parcheggio più comodo rispetto alla propria destinazione. Le prospettive di crescita dell'auto condivisa da usare per brevi tragitti sono consistenti anche perché il 70% degli spostamenti in Italia avviene nel raggio di 10 chilometri.

Oltre la metà degli utenti (56%) indica come primo motivo di scelta del car sharing il costo di acquisto e di gestione dell'auto, mentre solo il 23% fa riferimento alla riduzione dell'inquinamento. Apprezzata anche la facilità di accesso al servizio (36%), mentre le aree da migliorare sono la disponibilità dei veicoli (46%), l'assenza dell'auto preferita (25%) e il dubbio sugli effettivi risparmi nel lungo periodo (21%). Ciononostante, nel prossimo anno il 64% degli utenti prevede di aumentare l'utilizzo.

Il car sharing fa bene all’ambiente: si calcola che per ogni auto in condivisione se ne tolgano dalla strada almeno 12 private e questo incide sul decremento dei livelli di polveri sottili specialmente nelle città del Nord Italia.

Donatella Gasperi

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012