IN ATENEO

Esplorazione umana dello spazio come ecosistema per l'innovazione del tessuto industriale del veneto

Il convegno “Esplorazione umana dello spazio come ecosistema per l'innovazione del tessuto industriale del Veneto” volto ad esplorare le possibilità di nuove ricerche e nuove collaborazioni per l’innovazione industriale fa da cornice alla firma dell’accordo tra Università di Padova e Thales Alenia Space Italia.

Dopo i saluti di Daniela Mapelli, rettrice dell’Ateneo patavino, e Massimo Comparini, CEO di Thales Alenia Space Italia, si procede alla firma dell’accordo tra Università e TAS Italia.

A seguire Stefano Debei, Università di Padova, discutesulle opportunità di ricerca ed innovazione industriale nell’ambito delle tecnologie spaziali, e Massimo Comparini, TAS Italia illustra l’attività di Thales Alenia Space. Ugo Celestino, Policy Officer for Space Research, Innovation and Start-ups, Defence Industry & Space European Commission illustra, in chiusura, gli strumenti di finanziamenti UE per le industrie del settore aerospaziale.

«La conferenza – dice Stefano Debei, docente di Misure per lo Spazio e Robotica spaziale all’Università di Padova oltre che organizzatore della giornata scientifica – vuole far emergere non solo le competenze dell’Università di Padova, di Thales Alenia Space e della Rete Innovativa Regionale “Aerospace Innovation and Research - AIR” il cui presidente è Federico Zoppas, ma anche analizzare le opportunità di mercato che si aprirebbero per le imprese venete in campo internazionale, la gestione del trasferimento di tecnologie innovative tra soggetti e la ricaduta su altri campi scientifici e tecnologici. Aspetti, questi, contemplati nell’accordo quadro tra Thales Alenia Space Italia e Università degli Studi di Padova».

Da quando esistiamo, abbiamo guardato la Luna e i pianeti e abbiamo anche immaginato di viverci. Il sogno realistico della colonizzazione di Marte e della Luna ha preso la sua forma attuale dopo la missione dell’Apollo 11 nel luglio del 1969: un successo scientifico che coagulò il lavoro di decenni in 8 giorni, 3 ore, 18 minuti e 35 secondi. Molti scienziati e filosofi considerano il diventare una specie interplanetaria, anzi multiplanetaria, non un semplice desiderio, ma un bisogno essenziale per crescere come specie. Acceso poi è il dibattito sugli aspetti inerenti la colonizzazione di Luna e Marte. Come coprire le distanze in modo affidabile e sicuro? Come sopravvivere in ambienti così diversi dalla Terra aventi pressioni assolute (da 0 a 1 millesimo di atmosfera) e temperature (differenze di 300° C e 150° C) rispettivamente per Luna e Marte? Per non parlare della gravità: 1/6 quella lunare e 1/3 la marziana rispetto al nostro pianeta. E che dire della durata del viaggio: 3 giorni per andare sulla Luna e 6 mesi su Marte con le attuali tecniche propulsive. A tutto ciò si aggiungerebbero il ritardo delle telecomunicazioni che arriva fino a 24 minuti per Marte e la necessità di risposte affidabili in termini di abitabilità, mobilità e autonomia operativa dell’uomo su quelle superfici. Questi aspetti stimolano sicuramente l’inventiva e la creatività delle scienze di base ed applicate, ma sono anche da sprone per lo sviluppo di nuove ed innovative tecnologie possibile grazie solo alla collaborazione sinergica tra mondo della ricerca e industria.

 

 

 

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