SCIENZA E RICERCA

Infezioni sessualmente trasmesse: l'importanza dell'educazione nelle scuole

Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che possono causare sintomi acuti, infezioni croniche e, a lungo termine, complicanze gravi come sterilità, sviluppo di tumori, problemi in gravidanza, infezioni neonatali. Ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età più esposta al loro sviluppo e sono soggetti a rischio per vari motivi: hanno tessuti genitali più fragili, molto spesso non hanno sintomi o li trascurano, hanno più di frequente rapporti sessuali non protetti e con più partner. E, in questo quadro di maggiore vulnerabilità, pochi di loro sono informati a riguardo: troppi giovani non conoscono le varie patologie, i pericoli e non sanno a chi rivolgersi in caso di bisogno per visite, accertamenti e cure.

L'educazione alla sessualità risulta perciò di fondamentale importanza, come strumento di prevenzione, prima di tutto, e di promozione della salute e del benessere di ragazzi e adulti. Quando parliamo di IST non dobbiamo considerare solo l'HIV, il quadro è molto più ampio e complesso. Batteri, virus, protozoi e parassiti sono i responsabili di questo tipo di infezioni. "Si stima che oltre 500 milioni di persone abbiano un'infezione genitale da virus herpes simplex (HSV), più di 290 milioni di donne presentano un'infezione da papillomavirus umano (HPV) - si legge nel sito del Ministero della Salute -. La maggior parte delle IST non presenta sintomi o presenta solo sintomi lievi che potrebbero non essere riconosciuti. Le malattie sessualmente trasmissibili come l'HSV di tipo 2 e la sifilide possono aumentare il rischio di acquisizione dell'HIV".

Dal 2016 è diminuito lievemente il numero delle persone con una IST confermata e, negli ultimi quattro anni, si è ridotto di circa il 29% il numero di maschi che fanno sesso con maschi con una IST in atto (MSM, men who have sex with men). Ma dal 2000 al 2019 è aumentato del 23% circa il numero di donne con IST e i casi di clamidia nel 2019 hanno evidenziato un incremento del 33% rispetto al 2017. Sono questi i dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità appena pubblicati e aggiornati al 31 dicembre 2019. I giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di casi di infezione da chlamydia trachomatis quadrupla rispetto ai soggetti di età superiore, negli ultimi cinque anni i casi di gonorrea sono raddoppiati, ma negli ultimi quattro sono diminuiti del 20% circa i casi di sifilide primaria e secondaria, così come si è osservata una riduzione del numero di casi di condilomi ano-genitali, un risultato, quest'ultimo, molto probabilmente attribuibile alle campagne vaccinali anti-HPV in femmine e maschi. È più che raddoppiato, invece, negli ultimi quindici anni, il numero di donne con herpes genitale. 

Un dato a cui fare particolare attenzione è relativo al più alto rischio di contrarre o trasmettere l'HIV. Lo conferma la dottoressa Barbara Suligoi del dipartimento Malattie infettive e direttrice del Centro operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità: "Le persone con una infezione sessualmente trasmessa contraggono o possono trasmettere più facilmente l'HIV, attraverso le lesioni a livello genitale". La prevalenza di infezione da HIV tra le persone con una IST confermata nel 2019 è circa quaranta volte più alta di quella stimata nella popolazione generale italiana.

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Infezioni sessualmente trasmesse: intervista a Barbara Suligoi, prima parte

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Infezioni sessualmente trasmesse: intervista a Barbara Suligoi, seconda parte

Principali IST

L'Istituto Superiore di Sanità presenta l'elenco delle principali infezioni sessualmente trasmesse, distinguendole partendo dai patogeni. Per esempio, oggi la sifilide potrebbe sembrare una malattia "antica", superata, da letteratura (di sifilide morì Guy de Maupassant e si ammalò Arthur Schopenhauer). La realtà è un'altra: di sifilide (treponema pallidum) ci si ammala ancora, e spesso: è infatti tra le principali infezioni causate da batteri insieme alla clamidia (chlamydia trachomatis, compresi i sierotipi L1, L2, L3 responsabili del linfogranuloma venereo), la gonorrea (neisseria gonorrhoeae), l'ulcera venerea o cancroide (haemophilus ducreyi), la donovanosi o granuloma inguinale (klebsiella granulomatis) e le infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali (gardnerella vaginalismycoplasma genitaliummycoplasma hominisureaplasma urealyticumstreptococco di gruppo B).

Le principali IST causate da virus sono, invece, la nota infezione da HIV (virus dell’immunodeficienza umana), l'herpes genitale (herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1), i condilomi ano-genitali (papillomavirus umano - HPV), l'epatite B (virus dell’epatite B - HBV) e l'epatite C (virus dell’epatite C - HCV), il mollusco contagioso (poxvirus) e l'infezione da cytomegalovirus (cytomegalovirus). L'infezione da trichomonas (trichomonas vaginalis) è invece causata da protozoi, mentre la pediculosi del pube (phtirus pubis) e la scabbia (sarcoptes scabiei) da parassiti.

Sistemi di sorveglianza sentinella

In Italia sono presenti due sistemi di sorveglianza sentinella. Quella dei centri clinici, attiva dal 1991, segnala le persone con una diagnosi confermata in atto, mentre quella basata sui laboratori di microbiologia clinica, attiva dal 2009, segnala le persone che si sottopongono a test di laboratorio per chlamydia trachomatis, trichomonas vaginalis e neisseria gonorrhoeae. Entrambe sono coordinate dal Centro operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità.

L'educazione nelle scuole

In un quadro di efficaci azioni di monitoraggio e prevenzione, capaci di favorire la diagnosi e il trattamento precoce delle infezioni facilitando l’accesso ai servizi sanitari, si inserisce il progetto EduForIST (febbraio 2020 - luglio 2022), finanziato dal Ministero della Salute e attivato dall'università di Pisa con l'Istituto Superiore di Sanità, La Sapienza di Roma, gli atenei di Foggia e di Verona e da diverse associazioni: Circolo Mario Mieli (capofila), Anlaids, Arcigay, Caritas, CICA, CNCA, Croce Rossa Italiana, LILA. Gli obiettivi sono molteplici e si concentrano sui giovani, agendo nel contesto scolastico, attraverso la promozione della salute sessuale, anche in relazione agli aspetti affettivi ed emozionali, per prevenire la trasmissione delle IST.

"L'immaturità delle mucose, a livello genitale, rende i giovani più suscettibili a queste infezioni. Per questo sono una popolazione target per le IST - spiega Barbara Suligoi, in prima linea per questo e altri progetti di educazione alla sessualità nelle scuole -. E i giovani possono avere molti contatti sessuali e una più alta probabilità di avere nuovi partner in unità di tempo. Hanno inoltre una certa difficoltà a sapere a chi rivolgersi per una diagnosi o una cura. Risulta, dunque, molto importante educare i ragazzi a riconoscere queste infezioni, a sapere come si possono prevenire e ad avere, in generale, una conoscenza dell'educazione alla salute e al benessere sessuale, concentrandosi, non solo sugli aspetti medici e sanitari, ma anche su quelli psicologici e di comportamento".

La strategia da adottare è la prevenzione attraverso l’informazione e l’educazione a comportamenti sessuali responsabili, sviluppando un modello di intervento educativo da attuare nelle scuole.Nella prima fase è stata condotta un’analisi dei riferimenti documentali nazionali e internazionali e delle attività educative svolte nelle scuole italiane. Tra i risultati attesi infatti vi è lo sviluppo di un documento tecnico di riferimento per la definizione di linee di indirizzo e strumenti didattici da utilizzare nelle attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione.

Comprehensive Sexuality Education

L'educazione alla sessualità, e in particolare la Comprehensive Sexuality Education (CSE), è considerata una componente chiave della strategia globale per la prevenzione dell'HIV e delle IST in Europa: è un processo basato su insegnamento e apprendimento degli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della sessualità, mira a fornire ai bambini e ai giovani conoscenze, abilità, atteggiamenti e valori che consentiranno loro di prendersi cura della propria salute, sviluppare relazioni sociali e sessuali rispettose, valutare con consapevolezza le proprie scelte, per il proprio benessere e quello degli altri e difendere, così, i propri diritti.

Ai giovani devono essere garantite una chiara e capillare informazione e un facile accesso all'assistenza e alle cure, attraverso una diagnosi precoce di chlamydia trachomatis, favorendo il test in donne giovani, anche se asintomatiche. Si rende necessaria l’offerta attiva e l’effettuazione del test HIV tra le persone con una IST attraverso un counseling mirato, in accordo con quanto previsto dal Piano nazionale AIDS 2017-2019, il miglioramento del contact tracing delle persone con IST e la promozione della terapia del partner, sostenendo la prevenzione primaria con la vaccinazione anti-HPV, anti-epatite B, anti-epatite A. Appare inoltre fondamentale promuovere il sesso sicuro: dall'uso corretto del preservativo alla riduzione del numero dei partner sessuali, fino al consumo consapevole dell’alcol, evitando l’uso di sostanze stupefacenti.

La monografia pensata per ragazze e ragazzi

La monografia Le infezioni sessualmente trasmesse. Come riconoscerle e prevenirle si rivolge a ragazze e ragazzi delle scuole secondarie ed è stata curata, già nel 2018, da Barbara Suligoi e Maria Cristina Salfa dell'Iss, per la collana di libri I ragazzi di Pasteur, frutto della cooperazione tra Ibsa Foundation e Istituto Pasteur Italia. La prima parte illustra le regole del sesso sicuro spiegando ai giovani come riconoscere le infezioni sessualmente trasmesse, i potenziali rischi connessi e a chi rivolgersi per avere delucidazioni a riguardo. Nella seconda trova spazio un fumetto a cura della Scuola romana dei fumetti, la cui sceneggiatura è stata elaborata dagli studenti del Liceo scientifico Galileo Galilei di Trento, sempre incentrato sul tema. La monografia è presentata in italiano - Le infezioni sessualmente trasmesse. Come riconoscerle e prevenirle - e nella versione in inglese, Sexually transmitted infections. How to recognize and prevent them.

Lo studio: dating app e comportamenti a rischio IST

Un’indagine condotta dal gruppo di Medicina della riproduzione dell’università di Padova, coordinata da Carlo Foresta e Luca Flesia, in collaborazione con Merylin Monaro del dipartimento di Psicologia generale dell'ateneo, ha studiato l’associazione tra l’uso di dating app di incontro e i comportamenti sessuali a rischio, negli ultimi dodici mesi, in un campione di oltre 1200 soggetti maggiorenni italiani (dai 18 ai 60 anni), esaminando le differenze tra attuali utilizzatori di dating app (287 partecipanti), pregressi (393) e non utilizzatori (598). La ricerca, pubblicata su Sexual Medicine, è stata effettuata attraverso la somministrazione anonima di un questionario diffuso sui social, considerando i motivi di utilizzo delle app: per esempio, per cercare amicizie o per cercare partner sessuali. Il 63% dei partecipanti era di sesso femminile. Inoltre, il 65% si è dichiarato eterosessuale, il 16% omosessuale, il 19% bisessuale. I parametri considerati sono relativi al numero di rapporti sessuali, al numero di rapporti non protetti, al numero di rapporti al primo incontro e alla frequenza di diagnosi di infezioni sessualmente trasmesse.

“I risultati della ricerca ci mostrano che gli utilizzatori di app, sia attivi che pregressi, hanno maggior probabilità di aver avuto negli ultimi dodici mesi rapporti sessuali non protetti (“spesso”: il 10% vs 3%), un maggior numero di partner sessuali (“più di tre”: 34,5% vs 6,6%) e un maggior numero di rapporti sessuali al primo appuntamento (“spesso”: 23,5% vs 3%)”, spiega Carlo Foresta. “Gli utilizzatori attivi, inoltre, hanno una probabilità significativamente maggiore di aver contratto infezioni sessualmente trasmesse rispetto agli altri due sotto-campioni (34% vs 13% vs 3%)”. E i ricercatori aggiungono: “I nostri risultati mostrano che le motivazioni per cui si installano le app hanno un ruolo significativo nel determinare l’associazione tra utilizzo di app e comportamenti sessuali a rischio. In tal senso mettono in luce l’importanza delle caratteristiche individuali di chi usa le app. In altre parole, le dating app non sono ambienti rischiosi di per sé ma, dando la disponibilità di una ricchezza di potenziali partner sessuali, offrono la possibilità di comportamenti sessuali a rischio. Il ruolo discriminante è svolto dagli antecedenti personali della messa in atto di comportamenti a rischio".

Servizio assistenza psicologica - benessere senza rischio 

L'università di Padova ha attivato il servizio Sap - Bsr, con una pagina dedicata all'approfondimento in cui vengono trattate diverse questioni - dalla contraccezione alle malattie sessualmente trasmissibili, passando per i diritti sessuali - e segnalati ambulatori e consultori gratuiti per studentesse e studenti attraverso una mappa dei servizi riguardanti la sessualità a Padova.

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