SOCIETÀ

I am Greta. Un anno nella vita della giovane attivista svedese

Una ragazzina di 15 anni seduta sola di fronte al Riksdag, il parlamento svedese (è l’agosto del 2018) accanto al suo cartellone bianco con impressa in nero la scritta 'sciopero scolastico per il pianeta'. Con queste immagini si apre I am Greta – una forza della natura, il nuovo documentario biografico diretto da Nathan Grossman che in un'ora e quaranta minuti, ripercorre le tappe della protesta con cui la giovane attivista svedese Greta Thumberg cerca di riportare l’attenzione del mondo, in particolare dei leader politici, sui problemi che il cambiamento climatico sta causando al nostro pianeta.

Prodotto da Hulu, il documentario è diretto dal documentarista e direttore della fotografia svedese Nathan Grossman. Appassionato alle questioni ambientali, Grossman dal 2018 ha iniziato, quasi per caso, a seguire Greta nelle sue proteste girando, alla fine di un anno di lavoro, quasi 200 ore di immagini. L'idea di partenza era quella di farne un cortometraggio o una serie tivù per bambini e invece, ne è uscito un vero e proprio docufilm che è stato presentato alla 77esima mostra del cinema di Venezia (a settembre 2020) e che ora è disponibile per il pubblico italiano in digital download dallo scorso novembre.

Trailer 'I am Greta - una forza della natura'

Non sei mai troppo piccolo per cambiare il mondo’. Con queste parole Greta ha stupito il mondo con il suo primo discorso tenuto in Polonia a Katowice nel 2018 alla Conferenza delle Parti sul Clima. Un discorso con il quale è riuscita a muovere la sensibilità di milioni di persone. Da questo, ne sono seguiti molti altri ancora, da Davos in Svizzera, in occasione del World Economic Forum, al Parlamento Europeo di Strasburgo, nell'aprile 2019, all'Italia dove, sempre nell'aprile del 2019, parla a Palazzo Madama e incontra Papa Francesco. Ma la giovane attivista è intervenuta anche a Londra dove ha parlato in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla Terra e negli Stati Uniti dove affronta il Congresso e al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York dove arriva dopo due settimane di traversata in barca a vela partendo dal porto di Plymouth, nel sud dell'Inghilterra.

E proprio con l’intervento a New York al summit Onu sul clima, uno dei suoi discorsi più significativi, si conclude il documentario che per un anno intero racconta Greta in questa battaglia contro l’immobilismo delle grandi istituzioni di fronte al grande problema dei cambiamenti climatici, seguendola anche nei momenti più difficili e più intimi dove la famiglia è sempre e comunque al suo fianco. In particolare il padre Svante, sempre presente accanto alla figlia; una figura forte, solida, che la sostiene, incoraggia, aiuta nei momenti più duri.

Minuta, riservata, ma profondamente determinata, Greta Thumberg, oggi diciottenne, è il simbolo e il volto delle lotte contro i cambiamenti climatici oltre che la promotrice dei Fridays for Future, gli scioperi per il clima che, prima della pandemia da Coronavirus, hanno portato ogni venerdì milioni di studentesse e studenti nelle piazze di tutto il mondo per chiedere giustizia climatica e ambientale. Il 20 settembre 2019, il primo Global Climate Strike, il più grande sciopero climatico mondiale della storia ha portato in piazza oltre 4 milioni di persone in 161 paesi.

Dopo un anno trascorso a girare l’Europa e il mondo per sensibilizzare sui temi ambientali e climatici, Greta a settembre ha ripreso la scuola senza presenziare nemmeno alla presentazione a Venezia del docufilm a lei dedicato; ma non ha smesso di mobilitarsi e di pensare ad azioni a difesa del clima. L’arrivo della pandemia ha cambiato gli scenari nel mondo ma non ha fatto vacillare la giovane attivista rispetto ai suoi obiettivi rendendola ancora più fortemente convinta della necessità di non ‘mettere in pausa’ la lotta sul Climate Change, se, come dice lei, ‘vogliamo ancora avere un futuro’.

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