SCIENZA E RICERCA

Il progetto Life PollinAction: dalla parte delle api e dei prati fioriti

Negli ultimi decenni si assiste a una grave riduzione degli insetti impollinatori, con conseguenze sulle produzioni agricole e sulla tutela della biodiversità. Per contrastare la crisi dell'impollinazione, incrementando il ruolo degli impollinatori in ambienti rurali e urbani, è nato PollinAction.

Cofinanziato dall’Unione Europea con fondi Life, strumento creato nel 1992 allo scopo di sovvenzionare progetti per l’ambiente e il clima, con un budget di circa 3,2 milioni di euro e dieci partner da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Aragona (Spagna), PollinAction è stato lanciato nel settembre 2020, avrà una durata di cinque anni (si chiuderà a marzo 2025) e in autunno attiverà i primi interventi concreti, sul campo. Le azioni previste sono tra loro complementari: alle azioni preparatorie seguono quelle di restauro e ripristino di habitat per gli insetti impollinatori, e ancora, di monitoraggio e di sensibilizzazione e disseminazione dei risultati. L'obiettivo è quello di creare una rete di aree naturali e semi-naturali multifunzionali che possa dar vita a una Green Infrastructure.

Abbiamo parlato di azioni, obiettivi e tempi di realizzazione con Gabriella Buffa, botanica, coordinatrice scientifica del progetto e docente del dipartimento di Scienze ambientali, informatica e statistica dell'università Ca' Foscari di Venezia. "Si tratta di un progetto Life Biodiversità, strumento attraverso il quale la Comunità Europea finanzia interventi concreti sul territorio per la salvaguardia della biodiversità - spiega -. L'idea di base di questo progetto complesso è quella di contrastare la crisi dell'impollinazione. Nasce da una serie di studi, del mio gruppo di ricerca ma non solo, che hanno evidenziato come la perdita degli habitat sia una delle principali minacce per gli insetti impollinatori. In questi habitat gli insetti trovano nettare, polline, siti per la nidificazione e in cui completare il ciclo vitale. Sono tutti gli habitat naturali e semi-naturali: i prati da sfalcio, le siepi, i bordi dei campi, persino le aiuole e i parchi in città, che una volta erano una componente di tutti gli ecosistemi agricoli, ma che adesso stanno scomparendo. Il nostro progetto è stato attivato per ricostruire o migliorare gli habitat per gli impollinatori. In Friuli Venezia Giulia, da molti anni, vengono tutelati i prati da sfalcio e quindi, lì, lavoreremo per migliorarli. In Veneto e in Spagna, invece, ricostruiremo gli habitat partendo proprio da semi e piante".

Montaggio: Barbara Paknazar

L'impollinazione è il trasporto del polline, che contiene le cellule riproduttive maschili, alle cellule germinali femminili: questo processo permette di attivare la fecondazione e la produzione di semi. Si parla di autoimpollinazione, o impollinazione autogama, quando il polline feconda le cellule germinali femminili nel fiore in cui, anch’esso, è stato prodotto. Con l'impollinazione incrociata, o eterogama, invece, il polline prodotto da una pianta feconda le cellule germinali femminili presenti nei fiori di un’altra pianta: il trasporto del polline tra piante diverse, a seconda delle specie, può essere realizzato sfruttando il vento (impollinazione anemogama o anemofila), attraverso l'acqua (impollinazione idrogama o idrofila), grazie all'azione di animali vertebrati appartenenti a specie differenti, come uccelli, pipistrelli, rettili (impollinazione zoogama), o di insetti (impollinazione entomogama o entomofila).

Tra gli insetti impollinatori ci sono le api, e non solo quelle da miele, le farfalle, le coccinelle, i maggiolini e gli scarabei, i bombi e le vespe. Si legge nel numero 12 dei Quaderni dell'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, pubblicato a maggio 2020 e dedicato a Natura e biodiversità e, in particolare, al declino degli impollinatori: "Gli animali impollinatori sono detti prònubi, termine che presso i Romani indicava chi assisteva lo sposo nella cerimonia nuziale. In senso figurato la parola prònubo è talora usata a indicare chi promuove la conclusione di un matrimonio o chi favorisce o assiste un’unione amorosa [...] La stragrande maggioranza dei prònubi sono insetti. Si stima che in tutto il mondo ci siano almeno 16.000 diverse specie di api (Fao, 2014), rispetto a circa 1.000 specie di impollinatori vertebrati: uccelli, mammiferi e altri vertebrati". Sempre secondo il report di Ispra, "su scala globale più del 40% delle specie di impollinatori invertebrati rischiano di scomparire, mettendo a rischio l'equilibrio ecosistemico e il servizio per la società umana che da esso dipende [...] In Europa quasi la metà delle specie di insetti è in grave declino e un terzo è in pericolo di estinzione, inoltre, il 9% delle specie di api e farfalle è minacciato di estinzione (Iucn, Unione internazionale per la conservazione della natura, 2015) e il 37% delle popolazioni di api sta diminuendo drasticamente. Il declino della popolazione delle farfalle è arrivato al 31%".

Senza l’impollinazione le piante non possono riprodursi e, così, centinaia di migliaia di specie di piante sarebbero condannate a una rapida estinzione: molte di queste sono coltivate, dalle quali si ricavano frutti, verdure, ortaggi. Nelle coltivazioni intensive, quando l’impollinazione naturale è scarsa, si deve ricorrere a quella artificiale, attuata direttamente dall'uomo. La scomparsa dell’impollinazione mediata dagli insetti ha conseguenze anche sulla produzione dei foraggi per nutrire gli animali domestici. La crisi degli impollinatori avviene a causa della gestione intensiva delle aree agricole, della semplificazione del paesaggio e della riduzione o scomparsa di habitat, dell’uso di pesticidi, della diffusione di malattie e parassiti, dei mutamenti climatici, dell’introduzione di "specie aliene".

"La varietà delle specie e degli habitat è alla base di tutti i benefit di cui godiamo". Nella perdita degli habitat, pesano le responsabilità dell'essere umano. "Parliamo di urbanizzazione e agricoltura intensiva, cha cancella i piccoli boschetti, le radure, i prati che un tempo venivano utilizzati per ottenere il fieno", continua Gabriella Buffa. 

"Un altro punto importante che tratteremo riguarda le misure all'interno del Psr (Programma di sviluppo rurale, ndr). Noi abbiamo delle aziende agricole che hanno aderito a questo progetto: il fatto di mantenere all'interno della propria azienda agricola degli ambiti naturali e semi-naturali se, da una parte, sottrae parzialmente superficie per i coltivi, dall'altra permette di avere un servizio ecosistemico, come l'impollinazione, il ciclo dell'acqua e il ciclo dei nutrienti. Quindi è chiaro che noi dobbiamo garantire la permanenza degli habitat e, al tempo stesso, dobbiamo riconoscere questa scelta e l'investimento in controtendenza di queste aziende: quindi, una grossa fetta del progetto va proprio nella gestione del territorio e nello sviluppo di filiere che possano controbilanciare questo investimento, fatto dagli agricoltori, per permetterci di ricostruire gli habitat degli impollinatori".

Azioni concrete di ricostruzione del paesaggio e di sviluppo delle filiere. "In Italia attiveremo una filiera del latte, e dei derivati, prodotto da mucche alimentate con il fieno proveniente da questi prati. In Spagna, dove esiste ancora la figura antichissima dell'apicoltore transumante, attiveremo la filiera del miele, prodotto da api che si foraggiano in prati ricchi di specie. Inoltre, vorremmo creare le filiere del fieno, in cui fare in entrare gli agricoltori che mantengono i prati, permettendo loro di vendere il fieno prodotto e potendo quindi contare su un ritorno". 

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