UNIVERSITÀ E SCUOLA

A scuola tutto bene? I fondi sono stati stanziati, ora si deve lavorare

Durante il nostro lungo reportage a puntate “A scuola tutto bene?” c’è stato un filo conduttore che ha unito tutti gli indicatori che abbiamo analizzato: i fondi per realizzare le opere ci sono.

Di fatto, sembra una particolarità, ma per quanto riguarda l’edilizia scolastica in generale non si può dire che manchino i soldi. Ciò che manca, o meglio che fino ad oggi è sicuramente mancata, è la visione strategica di chi dovrebbe gestirli questi fondi. L’esempio più eclatante è emerso analizzando la messa a norma degli edifici scolastici per quanto riguarda i certificati antincendio

Nel 2019, con la legge numero 59, era stato stabilito un piano straordinario per l'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico. In seguito ci furono due decreti attuativi di tale normativa: uno del 13 febbraio 2019 che stanziava più di 114 milioni di euro, ed un secondo, del 29 novembre 2019 che metteva a disposizione altri 98 milioni di euro.

Fondi che valevano per il triennio 2019-2021, quindi mancano solo due mesi per vedere se la percentuale di edifici scolastici privi di CPI si sarà abbassata o no. Tutto questo sempre se dal ministero ci sarà un rilascio dei dati chiaro e tempestivo.

 

 

Ma perché parliamo di certificati antincendio mancanti? Perché di fatto dal 1992 ad oggi l’obbligatorietà della presentazione del CPI è stata sempre prorogata. Il 2021 sembra essere finalmente l’anno in cui si chiede chiaramente alle scuole di mettersi a norma. Come dicevamo i fondi per farlo ci sono e le risorse sono state stanziate secondo la seguente ripartizione: € 25 mln per il 2019, € 25 mln per il 2020 e € 48 mln per il 2021. Questi soldi saranno ripartiti, secondo l'avviso del 16 gennaio 2020, n. 532, per il 30% alle province e alle città metropolitane, mentre la restante percentuale è destinata ai comuni. I beneficiari si conoscono e possono essere sfogliati a questo link per quanto riguarda i comuni ed a questo per quanto riguarda le province.

C’è poi il finanziamento di oltre 114 milioni di euro del 13 febbraio 2019. Questo in particolare è proprio finalizzato all'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici. Anche in questo caso i beneficiari sono pubblici ed un monitoraggio sull’utilizzo di questi fondi sarà importante farlo al termine del triennio. Per rendere più immediato questo monitoraggio, a questo link è possibile recuperare l’elenco dei beneficiari diviso per Regioni.

Oltre a questi fondi poi, il Ministro Bianchi durante una conferenza stampa di inizio ottobre a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, con Maria Cristina Messa (Ministra dell’Università e della Ricerca), ha dichiarato: “Entro novembre siamo pronti a fare bandi per 5 miliardi di euro: 3 miliardi per asili e scuole dell’infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza”.

Tutti questi stanziamenti sono da includere nella strategia del PNRR. I primi 3 miliardi, cioè quelli riferiti ad asili e scuole d’infanzia sono una parte di un più corposo stanziamento di 5,6 miliardi di euro per la costruzione, la ristrutturazione e la messa in sicurezza delle strutture.

Il secondo finanziamento annunciato dal Ministro Bianchi, cioè quello da 400 milioni di euro, riguarda la costruzione o il rinnovo degli spazi adibiti a mensa per almeno 1000 strutture. Lo stanziamento è stato dichiarato nel capitolo “Investimento 1.2: Piano di estensione del tempo pieno e mense” del PNRR e la misura è finalizzata a finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e rendere le stesse sempre più aperte al territorio “anche oltre l’orario scolastico e accogliere le necessità di conciliazione vita personale e lavorativa delle famiglie (con particolare attenzione alle madri)”. 

Anche in questo caso quindi, questi fondi fanno parte di un più corposo piano da 960 milioni di euro per l’estensione del tempo pieno. Piano che è gestito dal Ministero dell’Istruzione ed è attuato dagli Enti locali proprietari dei relativi edifici. La costruzione o il rinnovo delle mense dovrà avvenire entro il 2026.

Sempre nel PNRR l’investimento 1.3 mira a potenziate le infrastrutture per lo sport a scuola. Questo stanziamento prevede l’impiego di 300 milioni di euro, dando la priorità alle prime classi delle scuole primarie. L’obiettivo è quello di “valorizzare, anche attraverso l’affiancamento di tutor sportivi scolastici, le competenze legate all’attività motoria e sportiva nella scuola primaria, per le loro valenze trasversali e per la promozione di stili di vita salutari, al fine di contrastare la dispersione scolastica, garantire l’inclusione sociale, favorire lo star bene con se stessi e con gli altri, scoprire e orientare le attitudini personali, per il pieno sviluppo del potenziale di ciascun individuo”. 

Secondo i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica infatti, il 17,1 per cento delle scuole del primo ciclo non dispone di palestre o strutture sportive

“È, quindi, necessario - si legge nel PNRR - colmare questo gap, incrementare gradualmente l’offerta di attività sportive anche a cominciare dalla maggiore disponibilità di strutture e ridurre i divari territoriali per dare opportunità formative e di crescita uniformi su tutto il territorio nazionale a studentesse e studenti. Ciò favorisce anche la possibilità di ampliare il tempo pieno, anche attraverso politiche legate al contrasto della dispersione scolastica principalmente nelle aree più svantaggiate del Paese. Infatti, non si tratta solo di allungare il tempo scuola, ma di ripensare l’intera offerta formativa di una scuola aperta al territorio, anche introducendo attività per il potenziamento delle competenze trasversali delle studentesse e degli studenti soprattutto del primo ciclo di istruzione. L’implementazione di strutture sportive annesse alle istituzioni scolastiche consente di poter raggiungere un duplice obiettivo: favorire lo sport e le attività motorie nelle scuole e consentire di mettere a disposizione dell’intera comunità territoriale tali strutture sportive, nuove o riqualificate, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”. 

L’investimento quindi, che sarà gestito dal Ministero, intende attuare una progressiva implementazione e riqualificazione di strutture sportive e palestre annesse alle scuole ed ha una durata di cinque anni, cioè fino al 2026. Il totale degli edifici protagonisti della riqualificazione dovrebbe essere di 400 in tutta Italia.

800 milioni poi sono stati stanziati per nuove scuole, per la sostituzione di edifici scolastici e per lavori di riqualificazione energetica. Nella nostra analisi ci siamo trovati di fronte ad un vero e proprio miraggio: quello dell’efficientamento energetico delle scuole italiane. Il dato più sconfortante è sapere che solo il 38% degli edifici scolastici italiani ha i doppivetri nei serramenti.

Ora, anche per questo, ci sono i fondi e sarà utile a fine progetto vedere come sono cambiate le percentuali.

L’ultimo bando per lo stanziamento promesso dal Ministro Bianchi è quello di 500 milioni di euro verso gli enti locali per nuova costruzione, adeguamento sismico ed anche efficientamento energetico di edifici scolastici. 

I termini per l’aggiudicazione di questi lavori è il 30 giugno 2022 per le opere di importo inferiore alla soglia comunitaria ed il 31 dicembre 2022 per le opere di importo superiore alla soglia comunitaria. La ripartizione dei fondi è avvenuta con il Decreto Ministeriale n. 192 del 23 giugno 2021 e le assegnazioni sono già pubbliche.

Per ogni Regione italiana sono stati finanziati lavori diversi per diversi edifici. Sul sito del ministero è presente l’elenco completo, utile da analizzare al termine del bando, per vedere, anche in questo caso, come sono stati spesi i soldi e se le opere sono state realizzate a dovere.

Come abbiamo capito quindi, la posta in gioco è alta ed in questo caso la scusa della mancanza dei fondi non è reale. I soldi ci sono, i progetti sono stati finanziati ma ora è necessario un controllo civico e soprattutto ministeriale su questi lavori.

 


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