SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. Neandertal e noi: una piccola mutazione che ha fatto la differenza

All’interno della mostra l’Occhio in gioco c’è la sezione dedicata ai lavori del gruppo N degli anni Sessanta e al rapporto con il laboratorio di psicologia sperimentale dell’Università di Padova. La sala in cui mi trovo è quella dedicata a Gaetano Kanizsa con la scoperta di come la mente umana integra la visione, la completa e a volte si lascia pure ingannare.

Da questo luogo mi chiedo se anche i Neandertal si sarebbe lasciato ingannare? Come avrebbe percepito queste opere? Faccio questo gioco per riallacciarmi a una ricerca di Science, firmata anche da Svante Pääbo, recente premio Nobel 2022 per la Medicina. In questo studio si parte da un mistero: se raffrontiamo il cervello di homo sapiens con quello di Neandertal non si notano grandi differenze da un punto di vista quantitativo. E pure per la parte di neocorteccia c’erano molto somiglianze. Allora, che differenze c’erano tra noi loro dal punto di vista cognitivo e perché loro si sono istinti e noi no? I ricercatori hanno scoperto una piccola mutazione genetica, riguardante il gene TKTL, sufficiente per produrre la proteina arginina al posto della la lisina. Il lavoro è innovativo ed elegante: hanno fatto esprimere queste due varianti nel tessuto neocorticale dei topi e hanno compreso che una delle varianti aumenta di molto la densità delle connessioni neurali.

Questa mutazione che aumenta così tanto la neurogenesi nella neocorteccia frontale è presente in homo Sapiens e non c’è in Neandertal e in nessun altra specie umana nostra cugina. Con questa mutazione i ricercatori hanno poi lavorato con il gene editing e, infine, hanno fatto esprimere questo gene in un organoide di cervello e hanno visto l’effetto.

La conclusione è che, sia per come si esprime nei tessuti umani, sia per come si sviluppa, questa è una mutazione che potrebbe aver fatto davvero la differenza. Una domanda rimane: può bastare una singola mutazione per spiegare tutte queste differenze? Non lo sappiamo. Di sicuro non è una mutazione che stabilisce che loro erano meno intelligenti di noi o inferiori a noi.

Erano diversi da noi. Si tratta di un’altra tessera importante di un puzzle molto complesso per la comparazione dell’intelligenza umana di sapiens e quella di un’altra umanità, esistita fino a 40 millenni fa: i Neandertal.

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