CULTURA

Tutte le spese in cultura dei Comuni italiani

Spesso in questo giornale, quando scriviamo quegli articoli che in redazione chiamiamo “pezzi di dati” ci soffermiamo sull’importanza che tali dati siano aperti e riutilizzabili. Avere dati open, machine readable e puliti significa riuscire a fare un monitoraggio, sia civico che non, molto più approfondito e puntuale, con il risultato che ciò può essere d’aiuto sia al monitorante, ma anche al monitorato per avere contezza delle sue azioni e, in caso, migliorarle. Questa premessa per dire che, se parliamo di Comuni italiani ed i loro bilanci, c’è un progetto che rende tutte queste informazioni libere e a disposizione di chi vuole approfondire il tutto. Il progetto si chiama Openbilanci ed è una piattaforma online sui bilanci comunali. È realizzata da Openpolis che si basa sui dati presenti nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap)

Dopo averli estratti, puliti, elaborati Openpolis li mette a disposizione per essere utilizzati per analisi, sia civiche che di data journalism. Un lavoro che anche noi de Il Bo Live abbiamo fatto in diverse inchieste, in particolar modo nel lungo reportage a puntate che ha analizzato lo stato di salute delle scuole italiane. 

Tra gli ultimi dati messi a disposizione da Openpolis quindi, ci sono anche quelli dei bilanci comunali, in particolar modo rivolti all’investimento che fanno in cultura. I dati sono ingenti, e riguardano tutti i comuni italiani, o almeno quelli di cui ci sono i dati. La mancanza di informazioni infatti permane come problema in particolar modo in diverse regioni. La prima è la Sicilia in cui il lavoro di OpenPolis si è dovuto scontrare con l’assenza di dati per ben 134 comuni sui 390 totali. Comuni che vanno da Palermo a Gela, da Trapani ad Agrigento. Rimanendo in terra siciliana vediamo come il Comune con il maggior investimento pro-capite in valorizzazione di beni e attività culturali della regione è Frazzanò, in provincia di Messina. Gli abitanti sono solamente 680 ma per ognuno di loro l’amministrazione ha speso 575,87 €. Analizzando i Comuni un po’ più grandi, cioè quelli con più di 20 mila abitanti, vediamo come la spesa pro-capite maggiore sia stata quella di Enna, con un investimento totale nel bilancio del 2021 di 1.370.899 euro che significa poco più di 53 euro a testa. 

In questo articolo cercheremo quindi di confrontare i vari comuni italiani, facendo largo uso della data visualization, ed in particolar modo delle mappe delle municipalità regionali. Prima di addentrarci nelle altre Regioni però, vediamo come tra le città con più di 200 mila abitanti la spesa pro-capite maggiore  per tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali si riscontri a Firenze, seguita da Trieste, Padova, Verona e Milano, rispettivamente con 150,9 €; 104,75 €; 87,08 €; 81,73 € e 78,37 €.

Il Comune italiano che mette a bilancio la spesa maggiore è Roma, con quasi 160 milioni di euro (che valgono però 58,10 euro pro-capite), seguita da Milano con 105 milioni e da Firenze con quasi 55.

Guardando invece proprio la spesa pro-capite, quindi in base agli abitanti, vediamo che ci sono diverse sorprese. La prima arriva da Santo Stefano di Sessanio, un piccolo comune montano di 110 abitanti in provincia de L’Aquila. Qui complessivamente nel 2021 c’è stata una spesa di oltre 700 mila euro, che equivalgono a 6.326,49 euro a testa.

Tutti i primi dieci Comuni per maggior spesa pro-capite hanno meno di 500 abitanti (Cuccaro Vetare ne ha 566) ed hanno tutti un investimento superiore ai  900 euro. Dopo Santo Stefano di Sessanio troviamo Moio de’ Calvi, in provincia di Bergamo che spende 1636,47 euro per ognuno dei suoi 206 abitanti, San Benedetto Belbo e Bergolo, entrambi in provincia di Cuneo che spendono 1.401,79 e 1.263,7 rispettivamente per ognuno dei loro 16 e 66 abitanti.  

Nella tabella qui sotto sono presenti tutti i Comuni italiani ed è possibile fare una ricerca dettagliata sempre grazie ai dati rilasciati da Open Bilanci.

 


Tornando all’analisi regionale vediamo che in Basilicata c’è un Comune che, rispetto agli altri, svetta in investimento in cultura. È San Paolo Albanese che, per ognuno dei suoi 278 abitanti nel 2021 ha speso 504 euro. Situato in Provincia di Potenza a circa 800 metri sul mare, il comune è il più piccolo della Basilicata per numero di abitanti.

Anche in Calabria c’è un piccolo comune che, rispetto agli altri, svetta in termini di investimento pro-capite. Stiamo parlando di Paterno Calabro che ha circa 1.400 abitanti e un investimento in cultura di 646 euro per ognuno di loro.

In Campania la situazione è abbastanza omogenea tranne per quanto riguarda il Comune di Cuccaro vetere che investe ben 1.215 euro per ognuno dei suoi 566 abitanti. 

 

In Emilia-Romagna ci sono due paesi sopra i 300 euro pro-capite, ma per il resto anche in questo caso la situazione è piuttosto omogenea. Sogliano al Rubicone e Compiano spendono rispettivamente 329 e 321 euro. Situati in provincia di Forlì-Cesena il primo e di Parma il secondo, il quale è anche inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia.

 

Per il Friuli Venezia-Giulia non abbiamo tutti i dati di tutti i Comuni a disposizione, ma sappiamo che Trieste spende complessivamente più di 20 milioni di euro in valorizzazione dei beni e delle attività culturali. Non è però il primo Comune pro-capite, in quanto Stregna spende per ognuno dei suoi 348 abitanti 556 euro.

Nel Lazio abbiamo già visto come la capitale spenda complessivamente una cifra considerevole. Non è così però se la si riscontra con il suo numero di abitanti. Al primo posto come investimento pro-cpite nel Lazio infatti troviamo Bassano in Taverina con quasi 800 euro. Roma invece per ogni suo abitante investe poco più di 58 euro.

La Liguria ha in Portofino il comune che investe di più. Nel borgo in provincia di Genova si spendono 575 euro pro-capite. Nel capoluogo invece, nonostante la spesa totale a bilancio sia di oltre 33 milioni di euro, quella per abitante si assesta a meno di 60 euro (59,66 €)

 

In Lombardia abbiamo due dei comuni già citati come maggiori investitori sia totali che pro-capite. Il primo naturalmente è Milano, con una spesa a bilancio 2021 di oltre 105 milioni di euro (78,37 € pro-capite), mentre il secondo è il già citato Moio de’ Calvi, in provincia di Bergamo che spende 1636,47 euro per ognuno dei suoi 206 abitanti.

Nelle Marche ci sono diversi comuni che spedono più di 200 euro ad abitante. Il primo è Poggio San vicino, che di abitanti ne ha 244 e per ognuno di loro investe 417 euro. Poi abbiamo Caldarola, Pieve Torina e Frontone, tutti con più di 200 euro per abitante. Anche Cupramontana investe 250 euro ed ha quasi 5 mila abitanti.

Al contrario delle Marche, in Molise nessun Comune spende più di 200 euro e, a ben vedere, nemmeno ci si avvicina. La spesa pro-capite maggiore è quella di San Felice di Molise con 179 euro ad abitante (gli abitanti sono 620) seguita da Pietrabbondante co 172 euro per 735 abitanti. 

 

 

In Piemonte la spesa maggiore a bilancio la mette Torino, con oltre 46 milioni di euro che equivalgono però a circa 55 euro pro-capite. Siamo quindi sulla stessa lunghezza d’onda di città più grandi come ad esempio Roma. Ci sono invece due piccoli comuni, San Benedetto Belbo e Bergolo che hanno rispettivamente 166 e 66 abitanti e spendono ben 1.401 euro e 1.263 euro pro-capite.

In Puglia, tolto San Marco la Catola che investe 306 euro per cittadino, tutti gli altri Comuni non raggiungono i 200 euro pro-capite.

 

In Sardegna ci sono ben tre Comuni che spendono più di 800 euro pro-capite in cultura. Sono tre piccoli paesi da 186, 253 e 705 abitanti. I loro nomi sono: Sennariolo, Pumpu e Villanovafortu che rispettivamente investono 868, 945 e 845 euro.

 

La Toscana ha in Montalcino, il Comune che spende di più rispetto ai suoi abitanti. Il paese del famoso vino investe 253 euro pro-capite, mentre la spesa maggiore complessiva è di Firenze con più di 54 milioni di euro e 150 euro pro-capite.

 

In Trentino Alto-Adige c’è un comune di più di 2.600 abitanti che investe quasi mille euro per ognuno di loro in cultura. Stiamo parlando di Wolkenstein in Gröden o in italiano Selva di Val Gardena. Il paese che si trova sul massiccio del Sella e che è attorniato dalle Dolomiti ha una spesa totale per la tutela dei beni e delle attività culturali superiore ai due milioni di euro.

 

In Umbria sono solo quattro i Comuni che investono pro-capite più di 200 euro. Il primo è Polino che spende in tutela dei beni e delle attività culturali 491 euro per ognuno dei suoi 235 abitanti. Il secondo è Poggiodomo che di abitanti ne ha 102 e a testa spende 416 euro. Il terzo è Monteleone di Spoleto, quasi 600 abitanti (589) e 304 euro. L’ultimo è anche il più grande dei quattro. Si chiama Allerona, è in provincia di Terni, fa parte dei borghi più belli d’Italia e investe 211 euro pro-capite.

 

Tre Comuni della Valle d’Aosta spendo più di 500 euro pro-capite in tutela dei beni e delle attività culturali. Cogne è quello che investe di più con 860 euro per ognuno dei suoi 1.370 abitanti. Al secondo posto abbiamo Rhemes-Notre-Dame che però di abitanti ne ha solamente 81. Al terzo infine troviamo Champorcher, anche lui molto piccolo con 391 abitanti ma più di 576 euro pro-capite di investimento. 

 

Nessun comune veneto supera i 200 euro di investimento in cultura pro-capite. Il più “virtuoso” secondo questa classifica, è Lazise che investe 196 euro pro-capite.

 

Un’analisi solamente quantitativa ha chiaramente dei limiti che è bene evidenziare. È però comunque un buon punto di partenza per capire come si strutturano i bilanci comunali anche rispetto ad un argomento tanto importante quanto spesso sottovalutato. Avere a disposizione dati aperti poi, consente di poter fare anche approfondimenti qualitativi, ed è un invito questo a chiunque voglia sapere di più del proprio comune a cercare di capire come la propria amministrazione investe i soldi pubblici.

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