IN ATENEO

Per la libertà, la giustizia e la ricerca: due aule dedicate a Valeria Solesin e Giulio Regeni

Nella mattinata di lunedì 8 ottobre, l’università di Padova ha intitolato due aule studio alla memoria di Giulio Regeni e Valeria Solesin, due giovani ricercatori scomparsi in circostanze tragiche all’estero. La cerimonia si è svolta nell’aula magna del dipartimento di Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata, nello storico palazzo De Claricini, alla presenza del rettore Rosario Rizzuto, delle madri dei due ragazzi, del direttore del dipartimento Vincenzo Milanesi e del presidente del corso di laurea in Scienze sociali Renzo Guolo.

Giulio e Valeria erano entrambi impegnati nel promuovere, attraverso la loro attività di ricerca nel campo delle scienze sociali, il superamento delle discriminazione e il riconoscimento dei diritti umani, oltre che la diffusione del sapere, della libertà di pensiero e di espressione. 

La giustizia per Valeria e Giulio, la comprensione per quello che è successo e che non deve succedere mai più è un obiettivo irrinunciabile per questa università rettore Rosario Rizzuto

“È una giornata simbolica. Noi intitoliamo le aule a Giulio e Valeria - ha commentato il rettore Rosario Rizzuto - per due motivi: il primo è che non vogliamo e non possiamo dimenticare ciò che è successo, con grande chiarezza la comunità accademica vuole giustizia. Il secondo è che li sentiamo nostri studenti, in una visione moderna e aperta dell’università, come ambiente libero del sapere”. A seguire, l’intervento del direttore del dipartimento, Vincenzo Milanesi, ha ribadito la necessità di fare giustizia: “Non ci sono giustificazioni per l’assassinio, la tortura e il massacro di giovani senza colpa e pieni di entusiasmo per la ricerca, per un sapere che può rendere migliore il mondo e che rappresentano l’unica speranza per il futuro”.

La richiesta di intitolare le due aule del palazzo in via Cesarotti a Valeria e Giulio era partita da un gruppo di studenti del corso di laurea in Scienze sociologiche: “Dietro questa richiesta c’è anche una percezione importante - ha dichiarato il presidente del corso -. Ci sono ambiti che sono difficili da indagare perché mettono a rischio la persona del ricercatore. Sono ambiti che travalicano la stessa distinzione di paesi sicuri e non sicuri”. Il professor Guolo ha ribadito il bisogno di non limitare la libertà della ricerca, soprattutto nelle materie come la sociologia. Anche la rappresentante degli studenti, Agnese Maiocchi, ha voluto sostenere questo concetto: “Non lo abbiamo chiesto per compiere una buona azione ma perché Giulio e Valeria incarnano due casi emblematici che hanno rappresentato e continuano a rappresentare la nostra condizione di giovani studenti e futuri ricercatori”. 

Luciana e Paola, le madri rispettivamente di Valeria e Giulio, hanno presenziato alla cerimonia, ringraziando l’università per questo gesto, in particolare gli studenti che hanno sostenuto il progetto incoraggiandoli a portare avanti la propria identità italiana ed europea e la curiosità nel sapere. 

Grazie perché avete capito Giulio Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni

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