CULTURA

Il gatto: tra mummie, storia e letteratura

Per gli amanti dei gatti che hanno in programma un viaggio in Egitto, dal 15 novembre al 15 dicembre la deviazione sull’itinerario è irrinunciabile: il museo del distretto di Saqquara, infatti, ospita l’ultima grande scoperta archeologica a tema felino. Ad aprile in un sito piramidale a sud del Cairo sono stati aperti sette sarcofagi che contenevano, tra le altre cose, dozzine di mummie di gatto (oltre a scarabei e coccodrilli) e alcune risalirebbero a più di 6.000 anni fa. La cosa singolare è che la facciata della tomba che conteneva i sarcofagi era intatta all’esterno, il che fa pensare che lo sia anche il contenuto: da migliaia di anni nessuno ha provato a trafugare nulla, magari intimidito dall’eventuale vendetta felina.

E mentre Mostafa Waziri, capo del Supremo Consiglio delle Antichità egiziane, sembra molto più eccitato dal ritrovamento delle mummie degli scarabei, che sono davvero una rarità, i gattofili saranno felici di sapere che oltre alle dozzine di mummie feline, che magari non sono gradevolissime da vedere, sono venute alla luce anche 100 statue di legno a tema, e una in bronzo dedicata alla dea Bastet (o Bast), che aveva sembianze feline e caratteristiche protettive. Del resto nell’antico Egitto tutti i gatti erano considerati in una qualche misura divini, perché davano la caccia ai topi salvaguardando i raccolti.

Ma i felini non se la sono sempre cavata così bene, anzi: nel Medioevo non si davano esattamente alla pazza gioia, visto che venivano uccisi perché considerati amici delle streghe, e anche ora è previsto il sacrificio di un gatto in alcuni riti satanici (consiglio anticipato: tenete rinchiusi i vostri gatti neri ad Halloween).

Per fortuna i primi risultati rintracciabili su Google cercando “gatto” non riguardano messe nere o ricette vicentine, ma si concentrano sulla classificazione scientifica e lo studio del loro comportamento, per poi passare ai video divertenti di gatti che si fanno la doccia con gusto.

Si passa poi ai consigli sull’addestramento degli animali senza sorriso: sono riusciti nell’impresa i monaci di Myanmar, nel cosiddetto “monastero dei gatti salterini”; ma non è il caso di sprecare il vostro tempo, perché in generale un gatto riuscirà sempre a far fare agli umani quello che vuole lui, anche se magari gli umani si convincono del contrario.

Un esempio di questa tendenza felina sono le vignette e i video di Simon’s Cat,che generalmente la spunta sempre sul suo umano di riferimento.

Gli amanti della pagina scritta sono fortunati, perché l’offerta a tema è sterminata. Su tutti spicca Io sono un gatto, di Natsume Soseki (Neri Pozza), che con piglio ironico racconta la storia di un gatto un po’ filosofo che non ha avuto particolare fortuna nella scelta dell’umano di riferimento; il tutto ambientato nel Giappone dei primi del Novecento, in un momento d’oro che anche il micio protagonista vorrebbe vivere appieno.
Per i più sentimentali, invece, c’è L’amore in un giorno di pioggia di Gwen Cooper (Sperling & Kupfer): non fatevi ingannare dal titolo e dalla copertina, perché nel libro non si parla di stucchevole amore umano, ma di quello, inizialmente difficile, che legherà Laura e Prudence, la gatta della madre morta con cui la protagonista umana non si è mai realmente rappacificata.

Per finire, se i gatti non vi piacciono o soffrite di ailurofobia, l’irrazionale paura dei felini, si può anche partire da qualcosa di soft, da prendere a piccole dosi, come un film o un cartone animato. In epoca quasi preistorica c'erano Gli aristogatti e F.B.I Operazione Gatto, poi si è passati a Garfield (tratto da un fumetto) e Il gatto con gli stivali, dove uno dei più amati personaggi di Shrek sfodera la sua aria da dammi-da-mangiare-che-sonodenutrito a cui nessuno può resistere, se dotato di un cuore.

I più recenti, invece, sono A spasso con Bob e Una vita da gatto, dove Kevin Spacey viene trasformato in un più o meno adorabile felino come punizione per aver trascurato la sua famiglia (risate e lieto fine assicurati).

Per concludere, i gatti sono creature affascinanti, che non mancano di incantare gli esseri umani a prescindere da come vengono trattati artisticamente. Anche quando ti si presentano davanti in versione mummificata.

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