SOCIETÀ

Droni per prevenire le catastrofi alluvionali

Droni per prevenire le catastrofi alluvionali, partendo dallo studio delle caratteristiche dei fiumi e le modifiche che hanno subito nel corso degli anni, utilizzando un software proprietario in grado di elaborare grandi quantità di dati. È un progetto che integra big data, machine learning e droni, tre tecnologie moderne in grado di quantificare la capacità effettiva di un bacino idrogeologico, ottenuta prendendo in considerazione la portata e la lunghezza di ciascun corso fluviale presente nel territorio monitorato, tutelare la rete idrogeologica confrontando i percorsi fluviali attuali con quelli presenti nelle carte catastali - distinguendo le zone in cui i corsi d’acqua risultano immutati, quelle in cui sono stati modificati o quelle dove non sono più presenti -, evidenziando il soffocamento delle vie fluviali, il danneggiamento degli argini e la cementificazione dei canali. E, ancora, stimare i rischi e i danni su edifici, terreni e persone causati dalle alluvioni attraverso una serie di simulazioni su mappe tridimensionali, infine, realizzare una rete correttiva di percorsi fluviali, tramite un’analisi statistica che permetta di ridurre al minimo la probabilità di catastrofi, ed eseguire un confronto tra la capacità reale del bacino e quella calcolata dal software.

Intervista a Damiano Costa, ideatore di Flood hydrone, laureato in Statistica e Tecnologie informatiche all'università di Padova (riprese e montaggio: Massimo Pistore / Pixu studio)

Flood hydrone, già vincitore di riconoscimenti per l'innovazione sociale, propone una piattaforma tecnologica a supporto di istituzioni, pubbliche amministrazioni e compagnie assicurative, e ora cerca finanziamenti e sostegno per trasformarsi da progetto in realtà.

Il Bo Live ha incontrato Damiano Costa, laureato in Statistica e Tecnologie informatiche all’università di Padova. Con Andrea Sinigaglia (laureato in Ingegneria dell’automazione a Padova) e Marco Zamborlin, Costa è ideatore del progetto con sede a Due Carrare, dove è nato e vive. Il comune del Padovano già drammaticamente colpito dall'alluvione (nel 2010 e poi nel 2014), ha avviato una collaborazione per permettere l’accesso alle carte catastali, proponendosi come primo tester del progetto. “Ho vissuto in prima persona il dramma dell'alluvione a Due Carrare, ho visto i miei amici in pericolo e, come reazione a quell'evento, ho iniziato a pensare a una soluzione concreta - racconta Costa -. Per realizzare il software abbiamo bisogno di fare molta ricerca e coinvolgere altre figure qualificate per inserirle nel gruppo di lavoro, quindi stiamo cercando finanziamenti”. Il team di Flood hydrone ha partecipato e vinto il concorso per il sociale Lifebility award, il concorso D2t start cup di Trentino sviluppo e la Treviso creativity week. È stato incubato da PoliHub di Milano, inizierà una collaborazione con il distretto di energia e ambiente Habitech e affronterà un periodo di pre-incubazione in Trentino sviluppo. "Vogliamo creare un servizio alla portata di tutti, offrendo un sistema di alert capace di prevedere il pericolo con diversi giorni d'anticipo e poter così contrastare tempestivamente e in maniera efficace il rischio di catastrofe alluvionale".

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