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Migranti: quanti ne sono arrivati nel 2018 e quali Paesi hanno accolto di più

Il 2018 è stato un anno in cui il tema dei migranti è stato cruciale nel dibattito politico italiano ed europeo. Navi bloccate in mezzo al mare, porti chiusi e giochi di forza tra stati europei, il tutto sulla pelle di coloro che il mare lo devono affrontare con l'illusione di una nuova e migliore vita.

Quando si parla di migranti però è sempre importante capire di che numeri stiamo parlando.

Considerando tutte le coste europee nell’ultimo anno sono giunti 138.882 migranti (nel 2017 sono arrivate 172.301 persone). Per quanto riguarda l’Italia, il 2018 è stato un anno in cui le migrazioni nel Mediterraneo sono sensibilmente calate. Il motivo principale è l'attuazione delle politiche dell'ex ministro dell'Interno Marco Minniti per quanto riguarda la tratta libica.

Gli sbarchi sono passati dai 119.369 del 2017 ai 23.371 dell’ultimo anno. Mentre calano in Italia però, aumentano in Spagna.

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Migranti in Spagna

In terra iberica infatti sono giunte più di 64mila persone cioè 37mila in più del 2017. È in particolare sulla situazione degli sbarchi che bisogna focalizzare l’attenzione: in soli 4 anni infatti, i migranti in arrivo via mare sono passati dai 4.552 del 2014 ai 58.569 del 2018.

Quando parliamo di sbarchi in Spagna intendiamo sia le coste della penisola iberica, sia le isole Canarie. Ci sono poi gli arrivi via terra nelle città di Ceuta e Mellilla, due roccaforti spagnole situate all’interno del territorio del Marocco.

I migranti che arrivano in Spagna inoltre solo per lo più provenienti da Marocco (21%) e dalla Guinea (20,8%), seguiti dal Mali (16,1%), Costa d’Avorio (8,5%), Algeria (7,8%) e Gambia (6,7%).

Migranti in Grecia

In tema di migrazioni nel Mediterraneo c’è un altro Stato che accoglie più persone dell’Italia. Si tratta della Grecia che nel 2018 ha visto giungere sulle sue coste circa 33mila persone, cioè 3mila in più dell’anno precedente. In Grecia sono arrivati principalmente afghani (27,7%), siriani (24,4%) e iraqueni (18%).

La situazione critica vissuta tra marzo 2015 e marzo 2016, quando un milione di persone provenienti dalla Siria, Afghanistan ed Iraq attraversò la Turchia cercando di giungere in Europa tramite la Grecia, sembra essersi stabilizzata anche a seguito di alcuni accordi firmati, proprio tra Grecia e Turchia, nel 2016.

Migranti in Italia

Tornando in Italia quindi possiamo notare come tra le nazionalità dichiarate all'arrivo dei 23.371 migranti, la più evidente sia quella tunisina, con il 23% del totale, seguita dagli eritrei (15%), dalle persone provenienti dall'Iraq, dal Sudan e dal Pakistan.

Per quanto riguarda il genere invece, nel 2018 il 72% dei migranti giunti in Italia erano uomini maggiorenni, il 18% minori ed il 10% donne.

Migranti morti nel mar Mediterraneo

2.297 persone poi, nelle coste europee non ci sono mai arrivate. Prendendo in considerazione solamente il Mediterraneo centrale, quindi la rotta che dalla Libia dovrebbe giungere in linea d’aria a Malta o nelle coste Italiane, sono state 1.311 le persone che sono rimaste in mare, un numero di certo inferiore ai 2.872 morti riscontrati nel 2017 ma con un tasso di mortalità molto più elevato. Nel 2018 cinque persone su 100 (5,6%) hanno perso la vita nel “nostro mare” cercando di giungere in Italia.

Con l’approvazione del decreto sicurezza inoltre, quotidianamente sentiamo parlare di CAS, Cara, SPRAR e permesso di soggiorno: cerchiamo di fare chiarezza sui termini

Cara

Sono i centri accoglienza richiedenti asilo istituiti nel 2008 con il decreto legislativo n.25. Accolgono i migranti appena giunti in Italia irregolarmente che intendono chiedere la protezione internazionale. Sono gestiti dal ministero dell’Interno attraverso le prefetture, che appaltano i servizi dei centri a enti gestori privati attraverso bandi di gara.

Cda

I Cda invece sono i centri di accoglienza che garantiscono prima accoglienza allo straniero rintracciato sul territorio nazionale per il tempo necessario alla sua identificazione e all'accertamento sulla regolarità della sua permanenza in Italia.

Cie, trasformati in Cpr

Cie, cioè i Centri di Identificazione ed Espulsione, che hanno cambiato il nome in Cpr, cioè Centri di Permanenza per i Rimpatri dopo il Decreto-Legge 13 del 2017, cioè il decreto Minniti, sono i centri in cui sono trattenuti gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia e che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti necessari.

Con il nuovo decreto sicurezza potranno essere trattenuti in questi luoghi fino a un massimo di 180 giorni. Anche i richiedenti asilo potranno essere detenuti nei Cpr in attesa di essere identificati.

Cas

I Cas sono i centri di accoglienza straordinaria: 'strutture temporanee' che ospitano richiedenti protezione internazionale che avrebbero diritto ad accedere al circuito degli Sprar. Proprio come gli Sprar, anche i Cas sono gestiti da associazioni e cooperative attraverso dei bandi pubblici.

Sprar

È il sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. E’ stato istituito dalla legge n.189/2002, ed è un luogo dove i migranti arrivano non appena escono da Cas e Cara. L’obiettivo è quello di rendere autonomo il migrante e avviarlo al mondo del lavoro attraverso corsi di italiano e tirocini formativi.

Il decreto sicurezza ha di fatto ridisegnato il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Con la nuova legge i Comuni potranno accogliere solo minori non accompagnati e titolari di protezione internazionale. Il nome stesso SPRAR è stato sostituito con “Sistema di pro­tezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati”.

Protezione umanitaria

Il permesso umanitario era solitamente dato a persone che fuggivano da guerre, persecuzioni o altri gravi eventi con un iter che prevedeva la valutazione da parte di una Commissione Territoriale.

Questo permesso è stato abolito ed è stato sostituito dal permesso "per calamità naturale nel Paese di origine" che ha durata sei mesi, dal permesso "per condizioni di salute di eccezionale gravità" che può avere durata massima di un anno, dal permesso "per atti di particolare valore civile" che può avere durata di due anni rinnovabili e dal permesso "per casi speciali".

Commissione territoriale

La Commissione Territoriale è formata da un funzionario della Prefettura, un funzionario della polizia di Stato, un rappresentante dell’UNHCR ed un rappresentante del comune, della provincia o della regione. Questa commissione decide se fare richiesta alla Questura di rilascio del permesso di soggiorno per la persona presa in esame.

Questura

La Questura è un ufficio del dipartimento della pubblica sicurezza con competenza provinciale, alle dipendenze del Ministero dell'interno. È retta da un questore ed è presente in tutte le città capoluogo di provincia italiane. Di fatto quindi parliamo della gestione della polizia di stato ed è la Questura a rilasciare materialmente il permesso di soggiorno.

Prefettura

La Prefettura è un organo periferico del Ministero dell'Interno ha funzioni di rappresentanza generale del governo sul territorio della provincia o della città metropolitana; ha sede nel capoluogo. In materia di migranti la prefettura è quella che di fatto rilascia i bandi per i progetti di accoglienza.

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