CULTURA

Una questione di nomi, anche per gli asteroidi

"È una faccenda difficile mettere il nome ai gatti" diceva T.S. Eliot che non sapeva cos'è battezzare un asteroide. Le regole le stabilisce il Minor Planet Center, divisione dell'Unione Astronomica Internazionale, e la prima regola non è non parlare del Minor Planet Center, ma: essere lo scopritore dell'asteroide. 

Se aveste davvero individuato un nuovo asteroide ricordate che il suo nome deve avere una  lunghezza non superiore ai 16 caratteri, deve essere composto di una sola parola, essere ragionevolmente pronunciabile, non suonare troppo simile a quello di altro pianeta minore o satellite già in uso, non essere in alcun modo offensivo. Viene scoraggiato l'uso di nomi di animali domestici (dunque Eliot poteva chiamare il gatto di casa come un asteroide ma non gli sarebbe stato permesso il contrario), come pure di quei nomi che sanno troppo smaccatamente di brand commerciale. Nel caso in cui poi si voglia scegliere il nome di persona o evento notoriamente collegati ad una attività politica o militare bisogna che il soggetto se ne sia andato da oltre 100 anni o che, poniamo, la battaglia che si desidera omaggiare si sia conclusa almeno un secolo fa: per fortuna i politici nostrani sono fuori gioco come ancora per qualche anno quasi tutto ciò che riguarda la Seconda Guerra Mondiale.

Per alcuni asteroidi che frequentano specifiche orbite, come succede anche in certe cerchie familiari umane, ci sono nomi imposti dalla posizione e pertanto caldamente consigliati: è il caso degli oggetti che attraversano o si avvicinano all'orbita di Nettuno a cui andrebbero sempre assegnati nomi mitologici associati al mondo sommerso.

Per chi voglia compiere una ricerca di anteriorità il Minor Planet Center mette a disposizione una lunga lista in cui compaiono anche l'asteroide Albertosordi, Andreabocelli, Andreacamilleri, Corradoaugias e Davidbowie.

Gli asteroidi che suscitano maggiore interesse scientifico e giornalistico sono ovviamente quelli la cui orbita interseca quella della Terra, e che è importante tenere d'occhio magari studiando il modo di modificarne la traiettoria, tenendo presente che siamo ancora abbastanza lontani sia dal trovare il modo di farlo che, speriamo, anche da possibili collisioni col nostro pianeta.

Mentre studiano questioni piuttosto serie, gli scienziati continuano comunque a dare nomi; i componenti della missione giapponese Hayabusa-2, ad esempio, devono ancora mettersi d'accordo quale sia il punto migliore per fare prelievi nell'asteroide Ryugu (asteroide del tipo Apollo, di quelli da monitorare per vicinanza e orbita) ma hanno già trovato una denominazione per le sue 13 regioni ufficiali prendendo spunto dalla letteratura per l'infanzia (perlopiù giapponese ma non solo).

L'asteroide stesso prende il nome dal palazzo subacqueo dimora del Dio Drago del mare della fiaba giapponese "Urashima Taro", per alcuni versi affine alla storia di Euridice o Pandora (c'è un contenitore dato in dono che sarebbe stato  meglio per il protagonista non aprire).

La storia della tradizione nipponica dà il nome a diversi altri toponimi sulla superficie dell'asteroide per il quale è stata introdotta una particolare regola onomastica: quella che consente di nominare, è il caso di dirlo, anche i massi (saxum), ovvero i rilievi presenti sul "pianetino" purché di dimensioni pari ad almeno l'1%  del corpo celeste su cui si trovano. Ryugu ha ora saxa intitolati a Catafo (una sorta di Pollicino della tradizione francese), Eijima e Horai (personaggi della fiaba da cui prende il nome l'asteroide); un cratere che si chiama Cenerentola ed un altro che è dedicato all'eroe dei Paesi Bassi che tradizione vuole all'origine dell'etimo della città di Anversa: un tale Brabo che come il biblico Davide  o il protagonista di Sette in un Colpo dei Fratelli Grimm giocò e vinse d'astuzia contro un gigante molto molesto. Se il punto d'atterraggio dei lander porta il nome, non ancora ufficiale, di "Il Paese delle Meraviglie di Alice", il più improbabile di tutti i personaggi evocati nell'asteroide/antologia di fiabe terrestri è forse Kolobok, un uomo pancake dalla faccia di emoji appartenente alla tradizione russa; è imparentato col GingerBread reso popolare dalla saga di Shrek ma è presente nelle ninne nanne inglesi nei panni di Muffin Man e persino in uno dei tredici capitoli della saga del Mago di Oz di Frank Baum (Return to Oz). Un bell'affollamento per un planetoide dal diametro di 900 m che fa pensare ad altro asteroide e ad altra storia: B 612 e il suo Piccolo Principe.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012