SCIENZA E RICERCA

Risvegli(amoci)

Rileva il biologo e storico della biologia Stephen Jay Gould che ci sono due metafore del tempo con cui noi umani amiamo raccontare le vicende del pianeta Terra: quella del tempo ciclico e quella del tempo lineare. C’è la metafora di una Terra eternamente uguale a se stessa, che anno dopo anno ritorna sui suoi passi e ci ripropone senza stancarsi il ciclo delle stagioni. E quella di una Terra che, pur compiendo con regolarità le sue rivoluzioni intorno al Sole, ci ripropone estati sempre diverse le une dalle altre. E così gli autunni e gli inverni e le primavere.

Già, la primavera. La stagione dei risvegli, in cui tempo ciclico e tempo lineare si intrecciano seguendo gli ordini, in apparenza contraddittori, dell’eterno ritorno e dell’eterno cambiamento. Ogni volta, in primavera, le piante e gli animali (uomini compresi) si risvegliano, dopo il sonno o l’intorpidimento e comunque la stasi del lungo inverno. Ogni volta è un’esplosione di colori e di suoni e di vita.

Ma ogni volta questa esplosione ha qualcosa di diverso dalle precedenti. Ora è un po’ più anticipata, ora più ritardata. Ora costellata da gragnuole di grandine ora da inattese siccità. No, non è mai uguale a se stessa, la primavera. No, non sono mai uguali a se stessi i risvegli. 

Soprattutto ora che il clima sta cambiando con rara rapidità e la biodiversità sta sperimentando una erosione che, forse, per rapidità non ha precedenti nella storia della vita sul nostro pianeta


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Sì, oggi come sempre il pianeta Terra ripropone la metafora del tempo ciclico: anche quest’anno la primavera è tornata. Ma mai (o quasi) come oggi il pianeta Terra propone la metafora del tempo lineare: questa nostra primavera è diversa da quella del passato. Di più: le primavere degli ultimi lustri sono state molto diverse dalle primavere del passato. Perché sono e sono stati diversi i risvegli. 

Ci sono piante e animali che si risvegliano un pochettino più a nord (o più in alto) alla ricerca del refrigerio perduto. Ci sono piante e animali che semplicemente non si risvegliano, perché si sono estinti. Certo, direte voi, anche questo in fondo rientra nella metafora del tempo ciclico, perché il clima è sempre cambiato e piante e animali hanno sempre migrato. Verissimo, ma – ah, il tempo nostro dominusma mai (almeno a memoria d’uomo, anzi nella storia dell’uomo) i cambiamenti del clima e l’estinzione delle specie erano stati così rapidi

Così oggi la freccia del tempo lineare sembra prevalere su quella del tempo ciclico e puntare verso un futuro inedito e poco desiderabile (almeno per l’uomo). 

Gli orti botanici sono il teatro in cui i risvegli di piante e fiori (ma anche di insetti e uccelli e piccoli animali che escono dal letargo) amano rappresentare le metafore del tempo, ciclico e lineare. Ciò vale, in particolare, per l’Orto Botanico di Padova: il più antico teatro universitario dei risvegli. Un orto che si abbandona alle due metafore gouldiane, riproponendo sempre il tema della biodiversità ma con una chiave sempre diversa.      

Ai risvegli – a quelli classici e agli inediti – l’Orto Botanico dedica anche quest’anno un festival. Che come sempre (tempo ciclico) offre un’ampia possibilità di navigare nel suo mare di biodiversità, ma che come sempre si prende in carico le novità che offre la cronaca. E la cronaca questo ci offre: un risveglio di primavera sempre ricco di colori, di suoni e di vita, che punta però verso un futuro poco desiderabile.

Ma questa non è necessariamente – non deve esserlo –una visione tragica degli attuali risvegli. Al contrario – questo è il messaggio profondo di Risvegli, il festival che si terrà da 24 al 28 aprile prossimiall’Orto Botanico di Padova –, possiamo (dobbiamo) abbracciare una visione epica dei risvegli.

Siamo noi uomini sedicenti sapienti che stiamo determinando sia il cambiamento accelerato del clima sia l’erosione della biodiversità. Siamo noi responsabili, per usare un’altra metafora, presa in prestito a Rachel Carson, di primavere sempre più silenziose. Ma noi abbiamo un’enorme coscienza delle nostre responsabilità, come si appresta a ricordarci il Risvegli dell’Orto Botanico di Padova. E, dunque, abbiamo la possibilità di invertire quella freccia lineare del tempo che punta verso un pianeta sempre più caldo e sempre più povero di biodiversità.

Ma ecco che ritorna il tempo, nostro signore. Come non si stanca di ripetere con saggezza e determinazione la piccola Greta Thunberg, di tempo ne abbiamo sempre meno per intervenire.


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Poi la freccia diventerà irreversibile (almeno in tempi brevi o medi, geologicamente parlando). E allora andiamo tutti a Risvegli. Lì, all’Orto Botanico di Padova (in allegato il programma) e facciamone una nuova occasione di risveglio.  

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