CULTURA

Il sogno d'arte di Lady Florence Phillips

Ogni opera custodisce un'esistenza e un'avventura, dietro i capolavori dell'arte si nascondono vite di uomini e donne, artisti e artiste, collezionisti appassionati e visionari che quelle opere le hanno immaginate, dipinte, desiderate e protette. Ogni mostra è una storia dentro un'altra storia, un'occasione di scoperta. E così, dietro e dentro l'esposizione Dagli Impressionisti a Picasso, capolavori della Johannesburg art gallery (11 ottobre-2 febbraio), curata da Simona Bartolena, troviamo la storia di Lady Florence Phillips che, per bellezza, visione e intenzioni, vale da sola una visita a Palazzo Sarcinelli a Conegliano. Partiamo dunque da lei, dall'anima della collezione che riunisce capolavori di artisti europei dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del secolo successivo, valorizza l'arte sudafricana ed è oggi arricchita, grazie a successive donazioni, da opere d'arte del secondo Novecento e di artisti contemporanei.

La Johannesburg art gallery viene fondata all'inizio del Novecento da una appassionata collezionista, una donna tenace, fuori dall'ordinario e con un grande sogno. Nata nel 1863 a Cape Town, Dorothea Sarah Florence Alexandra Ortlepp, chiamata da tutti solo Florence, è figlia del naturalista Albert Frederick Ortlepp, ispettore dei territori di Colesberg. Nel 1885 Florence sposa Lionel Phillips, figlio di mercanti della lower middle-class londinese, destinato a diventare un magnate delle miniere di diamanti sudafricane. Dopo il matrimonio, la coppia si trasferisce a Johannesburg, lì Lionel Phillips inizia ad aumentare la propria visibilità e il proprio prestigio politico, assumendo la carica di Chamber of mines ma arrivando a essere coinvolto nel fallimentare tentativo britannico di sovversione del governo sudafricano. Consegnatosi alla giustizia, viene dapprima condannato a morte, infine la pena viene trasformata in esilio in Inghilterra. Lady Florence segue così il marito a Londra e comincia a interessarsi d'arte: la sua timida passione iniziale diventa presto qualcosa di profondo.

Affiancata e guidata dall'esperto d'arte e mercante anglo-irlandese Sir Hugh Percy Lane, grande conoscitore della scena inglese e francese, Lady Florence inizia a collezionare opere d'arte di grande bellezza e valore e, nel 1906, rientrata a Johannesburg si impegna per realizzare il suo sogno: fondare un museo pubblico nel suo Sudafrica, una galleria di livello internazionale in grado di competere con i migliori musei europei, partendo da una idea di arte come strumento di pace sociale e inclusione -una visione rivoluzionaria per l'epoca e quindi difficile da accettare e comprendere - e spendendosi in prima persona a favore della divulgazione dell'arte sudafricana e la protezione delle tradizioni dei nativi. Per realizzare il suo progetto, Florence vende i suoi gioielli, tra i quali un diamante azzurro, dono del marito, e coinvolge amici facoltosi e collezionisti. Infine, nel 1910, inaugura il suo sogno, il suo tanto desiderato museo, e nomina direttore proprio Hugh Lane. Lady Florence Phillips muore il 23 agosto 1940 nella tenuta di famiglia nel West Somerset, lasciando in eredità il suo sogno d'arte e di pace. 

Palazzo Sarcinelli a Conegliano accoglie ora sessanta opere della collezione costituita, nel suo nucleo centrale, dal lascito di Lady Florence Philips e arricchita dalle donazioni fatte, nel corso del tempo, da altri collezionisti inglesi e sudafricani, con l'obiettivo di promuovere il museo come centro di aggregazione culturale di riferimento per il Sudafrica. "Il titolo della mostra Dagli Impressionisti a Picasso può fare un po' paura, ma la collezione permette proprio di intraprendere questo viaggio", spiega la curatrice Simona Bartolena, impresa audace, a tratti faticosa, che invita a una passeggiata nel tempo, arrivando fino all'arte contemporanea.

Dai capolavori dell’Ottocento inglese, passando per i maestri dell’Impressionismo, fino ai movimenti artistici rivoluzionari del Novecento, con acquisizioni successive a quelle di Lady Florence Phillips, e un focus, che apre il percorso espositivo, dedicata ad artisti sudafricani come William Kentridge, classe 1955, artista eclettico interessato a indagare con l'arte le questioni politiche e sociali del suo paese, testimone bianco dei crimini dell'apartheid.

Il visitatore può ammirare opere di William Turner, Dante Gabriel Rossetti (con la sua Regina cordium), Camille Corot, Gustave Courbet, Eugène Louis Boudin, Claude Monet, Edgar Degas, Van Gogh (esposto il Ritratto di un uomo anziano), Paul Cézanne (con I bagnanti), Henri Matisse, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, fino ad arrivare a Francis Bacon, Robert Lichtenstein, Andy Warhol, quest'ultimo presente con il trittico su Joseph Beuys. 

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