IN ATENEO

L'impegno green dell'università per l'ambiente e la sostenibilità

Ridurre l’impatto ambientale e perseguire quanto sottoscritto nella Carta degli impegni di sostenibilità 2018-2022, che mira a ridurre l’impronta carbonica dell’università di Padova.

È questo l’impegno “verde” dell’ateneo, impegnato in una serie di politiche volte a migliorare il rispetto per l’ambiente. Non solo una promessa, ma azioni concrete in un momento in cui – dai movimenti di #FridaysForFuture di Greta Thunberg agli appelli di ricercatori e scienziati di tutto il mondo – la sensibilizzazione sul clima e sui suoi cambiamenti è altissima.

Da questo deriva il documento presentato oggi con l’analisi delle emissioni di CO2 provenienti dall’insieme delle diverse attività dell’Ateneo e analizzate una per una secondo le norme internazionali del 2018 (ISO 14064) che definiscono le specifiche per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas serra e della loro rimozione. 

L’indagine si chiama “Carbon footprint”. Qual è, insomma, l’impronta carbonica dell’università di Padova? A parlare sono i dati, relativi al 2018, e che serviranno per orientare il piano degli interventi di contenimento delle emissioni e per fissare una baseline per misurare ogni anno l’efficacia delle azioni intraprese.  Nel 2018 le emissioni di gas climalterante dell’Ateneo, per ogni studente, sono state pari a 1.387 kgCO2eq. Nella torta delle emissioni per attività il dato più elevato deriva dal pendolarismo degli studenti (45,6%), seguito dai consumi energetici dell’Ateneo che valgono il 39,1% delle emissioni totali. Segue il pendolarismo dei dipendenti (11,2%), la mobilità internazionale degli studenti (2%), le missioni dei dipendenti (1,3%), e – in coda – le emissioni fuggitive di gas refrigeranti e lo smaltimento dei rifiuti (entrambe allo 0,4%).

Le emissioni di gas serra dell'Ateneo nel 2018

Questo conteggio permetterà, come già detto, di avere dei dati di riferimento e comprendere quali saranno le migliori azioni da mettere in atto per migliorare e, di conseguenza, diminuire l’impronta delle emissioni di CO2 dell’ateneo. Al di là del dato emerso dal rapporto, l’università aveva già ridotto i consumi energetici del 2018 del 2,8% rispetto al 2017 grazie ad azioni per migliorare l’efficienza degli impianti termici. 

“Gli impegni presi un anno fa sono stati rispettati – spiega il rettore, Rosario Rizzuto – possiamo affermare che agli impegni facciamo seguire i fatti. Abbiamo risparmiato 18.000 tonnellate di CO2 e l’analisi della nostra impronta è stata fatta con metodi rigorosi che prevedono non solo la lettura delle emissioni dirette ma anche ciò che è associato all’attività dell’università”. Come visto dai dati, una buona fetta delle emissioni deriva dagli spostamenti degli studenti. Su questo punto il rettore è chiaro: “Dobbiamo lavorare perché il tema dei trasporti diventi prioritario”. 

L’indagine è comunque solo l’ultima, in ordine di tempo, delle verifiche fatte per migliorare la sostenibilità ambientale: nel 2018 era stata infatti promossa un’altra indagine relativa agli spostamenti casa-università dei dipendenti e degli studenti dell’università. Dai risultati era emerso come l’87% delle studentesse e degli studenti utilizzi mezzi sostenibili per gli spostamenti (muovendosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici); d’altra parte, la percentuale per i dipendenti scendeva, attestandosi al 53%. A questa indagine si aggiungono le iniziative per la promozione della mobilità sostenibile con 300.000 euro all’anno destinati in tal senso: rimborso fino a un massimo del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti a mezzi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale; un nuovo parcheggio Hub per la comunità universitaria alla Cittadella dello Studente con servizio di bus navetta e bike sharing; l’adozione di veicoli ibridi acquistati in leasing per le esigenze di servizio dell’amministrazione centrale. “Se infatti il primo punto più importante è la sostenibilità ambientale – spiega il direttore generale Alberto Scuttari – il secondo tema è quello della mobilità e dei trasporti.

Il rapporto sulla sostenibilità del 2018, che rappresenta l’insieme delle attività sostenibili promosse dall’ateneo, “è solo un punto di partenza – spiega Francesca Da Porto, prorettrice all’Edilizia e alla sicurezza – è la baseline per tutte le innovazioni riguardo alle emissioni nell’ambiente. L’analisi sull’impronta carbonica è stata poi certificata da un ente esterno che li ha validato il risultato tramite la metodologia di calcolo ISO 14064”. 

Alle questioni ambientali si uniscono poi, nel rapporto stesso, quelle riguardanti la sostenibilità sociale, cioè il benessere delle studentesse e degli studenti, del personale, l’inclusione e le pari opportunità.

Questa è la fotografia al 2018. L’anno prossimo l’università si ripromette di migliorarsi: “Useremo – continua Scuttari – solo energia da fonti rinnovabili, di conseguenza il dato percentuale di emissioni di gas serra derivanti dal consumi energetici sarà dimezzato”. Secondo le stime dell’ateneo si parla di 15.000 tonnellate di CO2 rispetto alle 33.000 tonnellate registrate nel 2018. 

L’importanza di realizzare un rapporto ogni anno permetterà all’ateneo di dotarsi di tutti gli strumenti necessari per verificare il miglioramento delle azioni intraprese e di comprendere quali correttivi, eventualmente, mettere in atto. Per alcuni settori servirà, ovviamente, un’azione di rete e coordinata con gli altri enti pubblici locali, soprattutto riguardo le questioni sul trasporto, la mobilità e la residenzialità degli studenti: “Serve un’azione di sistema – conclude Scuttari – tra Comune, Regione, Ferrovie e gli altri enti coinvolti nel trasporto pubblico”.

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