CULTURA

Giorgione: uno scritto ritrovato a Sydney rivelerebbe la data di nascita

In un incunabolo della Commedia dantesca conservato alla Fisher Library dell’Università di Sydney è stata fatta di recente una scoperta sorprendente. Nel verso dell’ultima pagina di questa edizione stampata a Venezia nel 1497 si è per la prima volta notata un’iscrizione posta sopra uno schizzo in sanguigna della Vergine con bambino.

L’iscrizione, vergata in inchiostro nero, recita «A dì 17 setenbrio morì Zorzon da Castelo Francho de peste | fintore excelentisimo da peste in Venezia de | anni 36 et requiese in pace», vale a dire "Oggi 17 settembre morì Giorgione da Castelfranco di peste, pittore eccellentissimo in Venezia di anni 36. E riposi in pace". Più in alto si intravedono a mala pena altre tre scritte tagliate a metà probabilmente quando le pagine del libro furono rifilate: «1510», «Jhs» e «Maria». Visto che l’oggetto dell’iscrizione è Giorgione, lo schizzo è stato considerato da chi l’ha scoperto un disegno autografo del pittore veneto e si è ipotizzato che la Commedia gli appartenesse.

Ad accorgersi dell’eccezionalità di questa pagina è stata inizialmente la bibliotecaria della Fisher Library Kim Wilson, che ha condiviso il ritrovamento con la collega Julie Sommerfeldt, con l’italianista Nerida Newbigin e la storica dell’arte Jaynie Anderson. Le quattro studiose hanno scritto insieme l’articolo Giorgione in Sydney, uscito in marzo nella rivista scientifica «The Burligton Magazine» (n. 161, pagg. 190-199). Giovedì 31 ottobre 2019 il volume è stato mostrato al pubblico che partecipava alla conferenza tenuta dalla stessa Jaynie Anderson in occasione della Sydney rare book week e c’è stata l’occasione per riparlarne.

Le novità apportate da queste righe sono numerose. Era noto, infatti, che Giorgione fosse morto di peste, a Venezia, nel 1510. Fino ad ora, però, non si conosceva il giorno esatto della morte, stando a queste righe il 17 settembre, né l’età, 36 anni. Quest’ultimo dato è particolarmente importante, perché consente di dedurre che «Zorzon» doveva essere nato tra il 18 settembre 1473 e il 17 settembre 1474, dunque ben prima di quanto si era ipotizzato sulla base delle affermazioni del Vasari, che nel trattato Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori ne datava la nascita tra il 1476 e il 1478. Quattro anni di differenza possono sembrare pochi, ma l’anticipo getta nuova luce sulle tappe del suo apprendistato presso la bottega di Giovanni Bellini e costringe a rivedere la cronologia delle opere.

Secondo le studiose del saggio il disegno sotto l’iscrizione sarebbe un autografo di Giorgione, uno studio in abbozzo da collegare a tele quali l’Adorazione dei Pastori Allendale e la Sacra Famiglia Benson della National Gallery of Art a Washington, l’Adorazione dei Magi della National Gallery di Londra, e l’incompiuta Adorazione dei pastori del Kunsthistorisches Museum di Vienna, tutte opere che sono state attribuite all’artista grazie allo studio comparato dei disegni sottostanti reso possibile dalla tecnica della riflettografia a raggi infrarossi. Giorgione ha, infatti, firmato pochissimi quadri, il che complica la definizione del corpus che può essere assegnato all’artista.

Anche l’unico disegno ritenuto un suo autografo, che, sempre in sanguigna, rappresenta un contadino seduto davanti al Castello di San Zeno a Montagnana in Veneto (Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen), pare stilisticamente simile a quello di Sydney. Lo schizzo fortunosamente rinvenuto dovrebbe dunque entrare nel catalogo delle opere di Giorgione.

“Si tratta di un caso eccezionale e prezioso”, ha spiegato la Anderson, “la reazione di un artista alla lettura del libro che aveva in mano. Giorgione, al quale forse la Commedia apparteneva, si lascia ispirare dai versi di Dante dedicati alla Vergine, stampati proprio nel recto di quella pagina, e disegna una Madonna con bambino”. “Per anni ho portato i miei studenti a vedere questo libro”, ci racconta Nerida Newbigin, “tutti rimanevano affascinati da un oggetto così antico e potevo cogliere l’occasione per spiegare tante cose, ma nessuno di noi si era mai soffermato sull’ultima pagina. Poi un giorno Kim ha mostrato il libro durante una serata di beneficenza prenatalizia, ha osservato il disegno e ci ha chiesto delle spiegazioni. Da lì è cominciato tutto, Jaynie si è precipitata qui in aereo e abbiamo cominciato a formulare delle ipotesi”.

Si attendono ora le reazioni della comunità scientifica e rimangono alcuni punti oscuri da chiarire: come è giunta questa edizione della Commedia corredata da un commento dell’umanista Cristoforo Landino nella Fisher Library? In essa non compaiono le segnature che caratterizzano le collezioni dantesche confluite nella biblioteca. Chi ha scritto la nota, la cui lingua oscilla tra tratti settentrionali (gli scempiamenti in castelo, excelentisimo, l’affricata di Zorzon) e altri che non lo sono (Venezia: un veneto avrebbe detto Venesia o Venexia)? Cosa ci può suggerire il raro sostantivo fintore riferito al pintore come colui che “finge” la realtà rappresentandola in modo fittizio? I lavori sono ancora in corso.

 

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