SCIENZA E RICERCA

La flora si mette in viaggio: biodiversità lungo la ferrovia del Brennero

Quali fiori e piante possiamo trovare lungo la ferrovia del Brennero, nel tragitto che collega Verona a Innsbruck? Siamo abituati a pensare alla vegetazione come qualcosa di immobile, ben radicato a terra, ma lungo i binari del treno quello che si offre allo sguardo è una biodiversità ricca, varia e talvolta sorprendente e, proprio lì, oltre la flora autoctona non è difficile trovare piante esotiche giunte da lontano.

A dimostrare che la biodiversità vegetale viaggia (e può fare molta strada) è il progetto di ricerca La flora in movimento lungo la tratta Verona-Innsbruck ieri, oggi e domani, tradotto ora nella mostra itinerante Binario 1. Biodiversità in transito, realizzata nell'ambito dell'anno tematico dei Musei Euregio 2021 (Euroregione alpina Tirolo-Alto Adige-Trentino) dedicato a trasporti - transito - mobilità, a cura della Fondazione Museo civico di Rovereto in collaborazione con il Museo di Scienze naturali dell'Alto Adige e l'Università di Innsbruck. Attualmente l'esposizione è al Museo della Città di Rovereto (fino al 30 settembre), ha iniziato il suo tour in versione outdoor al giardino botanico di Innsbruck, infine si sposterà al Forte di Fortezza, nel mese di ottobre. Giulia Tomasi, botanica del museo di Rovereto, ha curato l'allestimento e, prima ancora, ha avviato il progetto di ricerca, con i colleghi botanici Alessio Bertolli e Filippo Prosser.

La linea ferroviaria del Brennero rappresenta un corridoio ecologico che favorisce la mobilità delle piante
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Giulia Tomasi, botanica. La flora in movimento lungo la tratta Verona-Innsbruck: dal progetto di ricerca alla mostra

Il progetto di ricerca

L’habitat ferroviario costituisce un microclima particolare e spesso differente dall'ambiente naturale che attraversa, favorendo l'insediamento di specie che non troverebbero spazio nella natura circostante. Anche i cambiamenti climatici hanno favorito l’insediamento o l'estinzione di specie particolari.

Attraverso il progetto La flora in movimento lungo la tratta Verona-Innsbruck ieri, oggi e domani è stato avviato uno studio degli effetti sulla biodiversità della linea ferroviaria Verona-Trento-Bolzano-Brennero-Innsbruck (e ramificazioni secondarie) dal punto di vista floristico, prendendo in considerazione le piante superiori autoctone o alloctone spontanee, naturalizzate o casuali. "Il progetto di ricerca nasce dall'intenzione di partecipare a un bando dedicato al transito e al trasporto. Volevamo provare a trattare questo tema in ottica naturalistica, presentando un progetto sulla mobilità vegetale - spiega Tomasi -. L'idea, sviluppata insieme ai colleghi botanici Alessio Bertolli e Filippo Prosser, è stata molto apprezzata: nell'ambito di questo bando sono stati presentati una sessantina di progetti, il nostro era l'unico dedicato alle tematiche naturalistiche. Abbiamo chiesto la collaborazione del Museo di Scienze naturali di Bolzano e all'università di Innsbruck per coprire l'intera tratta della ferrovia, da Verona a Innsbruck. Nella prima fase ci siamo concentrati sulla ricerca, suddividendoci le tratte: come Museo civico di Rovereto abbiamo analizzato la flora delle principali stazioni da Verona al confine trentino. La parte altoatesina è stata analizzata grazie alla collaborazione con il museo di Bolzano, la parte austriaca con l'ateneo di Innsbruck. Abbiamo raccolto ed elaborato i dati, poi abbiamo deciso di puntare sulla divulgazione attraverso una mostra che, vista la tematica, non poteva che essere itinerante".

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Giulia Tomasi, botanica. Oltre mille specie lungo la ferrovia del Brennero, molte sono esotiche

“Sorprende la biodiversità floristica che si trova lungo le ferrovie, in un ambiente inaspettato e per certi versi inospitale - continua Giulia Tomasi -, le massicciate ferroviarie sono molto assolate, con una radiazione incidente molto forte, c’è scarsità di acqua e i diserbi sono frequenti. Quindi, qui, le piante che crescono devono essere forti, sono annuali e superano la stagione avversa attraverso il seme. Noi abbiamo trovato oltre mille specie lungo la tratta Verona-Innsbruck, il 20% è flora alloctona: c’è una variabilità climatica e ambientale notevole tra le due città e questo favorisce la biodiversità floristica. Fattore ancora più importante: la linea ferroviaria del Brennero rappresenta un corridoio ecologico. Rappresenta il principale asse di attraversamento che va dalla Pianura Padana al Brennero e quindi molte specie sfruttano questa direttrice per potersi spostare. Sto parlando, in particolare, delle specie alloctone, quelle esotiche, che provengono da altre regioni ma anche da Paesi molto lontani da noi”.

Lungo la ferrovia troviamo dunque molte specie esotiche provenienti da Paesi lontani: "Il senecio inaequidens di origine sudafricana, l'albero delle farfalle - buddleja davidii che ha origine asiatica, e specie nordamericane come erigeron annuus o conyza canadensis".

Come arrivano queste piante lungo la ferrovia? E come si muovono lungo i binari? "I meccanismi e gli stratagemmi utilizzati dalle piante sono vari. Alcune piante sono anemocore perché, per muoversi, sfruttano il vento: in particolare, in ambito ferroviario, sfruttano il turbine d'aria che si forma al passaggio dei convogli: le asteracee hanno frutti simili a piccoli paracadute, parliamo per esempio del classico tarassaco. Altre specie, come il panicum capillare, si staccano dal terreno e fluttuano in aria. Altre piante hanno adottato il meccanismo zoocoro: hanno dei frutti che si attaccano o addirittura si conficcano nei tessuti, quindi sui vestiti o sulle merci, e che in questo modo si spostano. Alcuni esempi: medicago minima e tribulus terrestris, con un frutto molto particolare con spine estremamente pungenti e quindi in grado di conficcarsi anche nelle suole delle scarpe dei viaggiatori".

Alcune piante sono anemocore perché, per muoversi, sfruttano il vento: il turbine d'aria che si forma al passaggio dei convogli

La mostra itinerante

Campioni d'erbario, pannelli e postazioni multimediali compongono una mostra che invita il visitatore a osservare l'ambiente ferroviario con gli occhi del botanico. Si scopre così che lungo i binari crescono piante mangerecce come angurie e pomodori, ma anche orchidee e piante rare a rischio estinzione. 

La linea del Brennero favorisce la mobilità delle piante attraverso i semi. Un focus è dedicato proprio agli stratagemmi utilizzati dalle piante per la dispersione di quest'ultimi: come abbiamo già detto, alcune sfruttano il vortice d'aria formato dal passaggio dei convogli, altre hanno sviluppato meccanismi di aggancio/adesione dei frutti sui vestiti, sulle scarpe e sulle merci. In mostra non mancano infine i riferimenti alla globalizzazione e ai cambiamenti climatici: molte piante abituate a vivere negli ambienti più caldi utilizzano infatti la linea ferroviaria per spostarsi da sud verso nord in risposta al riscaldamento climatico.

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