SCIENZA E RICERCA

Nuove armi per combattere l’alcolismo

La dipendenza da alcolici ha potenzialmente un nuovo antagonista: un farmaco che sarà in commercio in Italia a partire dal primo ottobre. Lo Status Report on Alcohol and Health in 35 European Countries 2013 segnala che a livello europeo il consumo di alcol rappresenta il maggior fattore di rischio di morte prematura, le cui tre principali cause sono cirrosi epatica, cancro e gli incidenti. Tra i 15 e i 64 anni 1 morte su 7 tra gli uomini e 1 su 13 tra le donne è dovuta all’abuso di alcolici. Sebbene nel periodo 1990-2010 sia stata constatata, in media, una diminuzione del consumo pro-capite di alcol, la situazione varia notevolmente a seconda dei Paesi. Nel sud Europa (tra cui l’Italia) e negli Stati dell’Europa centro-occidentale, la diminuzione è stata rispettivamente del 28% e del 12%, mentre i Paesi del nord, dopo alcune oscillazioni, hanno registrato un aumento nel consumo di alcol di quasi il 2% nel 2010. Stessa situazione nei Paesi dell’Europa centro-orientale in cui l’incremento del consumo di alcol è del 7%.  

In Italia in particolare, stando ai dati Istat che confermano il trend del rapporto europeo, se negli ultimi anni il consumo medio di alcolici è diminuito, sono in aumento i bevitori occasionali e i ragazzi che fanno uso di alcol in maniera eccessiva soprattutto nei fine settimana. Si tratta del cosiddetto fenomeno del binge drinking, cioè l’abitudine di bere in una sola volta 60 grammi o più di alcol. Secondo i dati del ministero della Salute, ogni anno in Italia sono più di 20.000 i morti per abuso di alcol e problemi correlati, senza contare che quasi la metà degli incidenti avviene proprio in stato di ebbrezza. 

Accanto alle conseguenze sulla salute non va trascurato nemmeno il forte impatto sociale dovuto al fenomeno dell’alcolismo, in termini di comportamenti violenti che spesso si verificano in famiglia, abusi, difficoltà a costruire relazioni affettive stabili. 

Problema di salute pubblica, dunque, ma anche sociale che spinge a studiare metodi di cura in grado di affiancare quelli già esistenti. Tra questi, oggi, esiste un nuovo farmaco il “primo – si legge sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) – approvato per la disassuefazione della dipendenza da alcol”. 

Dopo il parere positivo del Committee for Medicinal Products for Human Use (Chmp), a partire dal primo ottobre sarà in commercio in Italia con il nome di Selincro. Sarà prodotto dalla casa farmaceutica Lundbeck, che avrà come partner Biotie, e distribuito nel mercato europeo tra il 2013 e il 2014.

Il farmaco è rivolto a pazienti adulti con gravi problemi di dipendenza, cioè che assumono alcol in una quantità superiore ai 60 grammi al giorno nell’uomo e ai 40 nella donna. Il trattamento dovrà essere accompagnato da un appropriato sostegno psicologico. 

Il principio attivo è il nalmefene, che agisce sui recettori cerebrali dell’oppio. Il farmaco inibisce il desiderio di alcol: la soddisfazione che deriva dal bere sostanze alcoliche diminuisce e aumenta la capacità di controllarne l’assunzione. Secondo gli esperti il punto di forza del farmaco sta proprio nel fatto che non mira alla completa astinenza, ma alla riduzione del consumo come step intermedio.

Per testare l’efficacia del farmaco sono stati condotti, a partire dal 2008, tre studi di fase III che hanno coinvolto circa 2.000 pazienti con dipendenza da alcol. Due di questi chiamati Esnese 1 e 2 avevano lo scopo di valutare l’efficacia del farmaco durante un periodo di cura di sei mesi. In entrambe i casi è stato dimostrato che i pazienti che assumevano nalmefene diminuivano del 50% il consumo di alcol.

Monica Panetto

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