CULTURA

Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia

Il giorno martedi 22 ottobre, all'interno del corso di "Storia e critica del cinema", Alessandro Faccioli e Rosamaria Salvatore dialogano con Federico Vitella (Università di Messina), autore del volume "Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia" (Edizioni Marsilio, 2024).

La fortunata espressione “maggiorata”, coniata dallo sceneggiatore Continenza sul cantiere di Altri tempi (1952), uscì subito dal film di Blasetti per attaccarsi a Gina Lollobrigida, e poi finì presto per designare una batteria di attrici di successo, accomunata dalla non comune carica sessuale: Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Sophia Loren.

Le maggiorate erano contese dai principali produttori di Cinecittà, riempivano le sale di ogni ordine e grado di esercizio, scatenavano inquietanti episodi di delirio collettivo, facevano notizia su quotidiani e rotocalchi, prestavano i connotati a icastici marchi del made in Italy, inauguravano festival ed eventi esclusivi, visitavano ufficialmente le autorità di mezzo mondo. Le maggiorate erano famose, erano celebrità, erano persone pubbliche. Erano dive.

L’immagine transmediale di Lollobrigida, Loren, Mangano e Pampanini ci riporta a quell’età dell’oro in cui il cinema stava nel pieno centro dell’industria culturale, e da lì si estendeva in tutte le direzioni possibili, offrendo generosamente miti, riti, beni che facevano da collante sentimentale al Paese.

Sono invitati a partecipare tutte le persone interessate.

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