LIGHT

The Armed Man: a Mass for Peace

Lunedì 24 giugno la Sala dei Giganti nel Palazzo Liviano di Padova ospita il concerto per la pace “The Armed Man: a Mass for Peace”, composizione per solisti, coro e orchestra scritta nel 2000 da Karl Jenkins.

Sul palco si esibiscono il coro grande e il coro da camera del Concentus Musicus Patavinus dell'Università di Padova, il coro Mortalisatis, il coro giovanile di Thiene e il coro polifonico di Piove di Sacco, assieme al soprano Camilla Scappatura e all'alto Sara Tommasini; agli strumenti: Emma Pilastro, flauto; Enrico Mattea, Emanuele Resini, trombe; Federica Biondi, Alessandro Cozza, percussioni; Enrico Maderni, violoncello; Antonio Bortolami, pianoforte; Thomas Valerio, organo. 
Maestri preparatori sono Silvia Azzolin, Thomas Valerio e Antonio Bortolami. Alla concertazione è il maestro Ignacio Vazzoler.

Apre l'evento Marco Mascia, direttore del Centro di Ateneo per i Diritti umani dell'Università di Padova "Antonio Papisca", con un intervento su "La cultura universale della pace e dei diritti umani dialoga con la musica".

In programma vi sono tredici brani che riflettono sul tema della pace, mai come oggi attuale. Musiche coinvolgenti, che si ispirano ad antiche forme con nuove sensibilità, guidando in un percorso dalla guerra alla speranza di pace.

L'evento rientra nel palinsesto della “Festa della Musica”, che si celebra ogni anno in Europa nel giorno del solstizio, il 21 giugno.

I posti in sala sono esauriti.


The “Armed Man” prende il titolo dall’omonima e famosissima chanson medioevale “L’homme armé” che già nel XIV secolo divenuta molto popolare, fu tema di più di 30 messe composte nell’arco di un secolo. Quando ai giorni nostri scoppiò la drammatica guerra in Kosovo, Karl Jenkins ebbe l’idea di comporre una moderna Messa dell’uomo armato, come modo migliore per guardare indietro e riflettere, quando ci si stava ormai lasciando alle spalle quello che si riteneva fosse stato il secolo più lacerato da guerre e distruttivo della storia.
Oggi più che mai l’opera assume una valenza universale: un ricordo di un passato di guerra, che è al contempo contemporaneo, e una speranza per un tempo di pace

I testi, di assoluta valenza simbolica e letteraria, si susseguono secondo un preciso schema narrativo. La parola cantata guida l’ascoltatore in un percorso ideale dalla guerra alla pace: la chanson, la chiamata del muezzin, i testi immortali dei Salmi, l’antichissimo poema indiano Mahabharata, i testi liturgici, l’incitamento devastante dei versi di Kipling, le meditazioni dolenti sulla catastrofe di Hiroshima scritte da Togi Sankichi (poeta-simbolo morto proprio in seguito alle radiazioni nucleari), il desiderio di pace di T. Malory e A.L. Tennyson, per finire con le confortanti parole del Libro delle Rivelazioni.

  • QUANDO 24 GIUGNO - ORE 20:30
  • Sala dei Giganti a Palazzo Liviano
    entrata dallo scalone in corte Arco Valaresso

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