L'omaggio al film di Louis Malle del 1987 si offre nel titolo, poi il francese Au revoir les enfants (che Malle portò anche sulla carta) si trasforma in un'altra storia e raggiunge l'oggi, lascia al centro i ragazzi ma racconta altre vite, altre esperienze, altri luoghi e tempi, proponendosi come antologia di racconti. Arrivederci ragazzi (Ciesse edizioni) è una sfida ed è il risultato di un percorso: negli ultimi tre anni alcuni giovani studenti dell'Università di Padova, impegnati in studi sia umanistici che scientifici, hanno partecipato a un progetto attivato dall'Esu, un atelier dedicato alla scrittura creativa, e ora, per la prima volta, vestono i panni di autori di un "libro vero".
“ La guardai e, non appena i miei occhi incrociarono i suoi, tornò a soffiare il vento "Vertigine" di Angelo Zampaolo
Una scena del film "Arrivederci ragazzi" di Louis Malle, 1987 - Leone d'oro alla 44esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia
Tra difficoltà da superare e obiettivi da raggiungere, esplorando i territori della scrittura, questo libro si offre oggi come risultato di un lungo e intenso viaggio di scoperta del mondo e di se stessi, un'esperienza che ha permesso a questi giovanissimi aspiranti scrittori di tenere tra le mani il libro che ne accoglie il debutto. "Siamo intervenuti con un lavoro di editing per migliorare lo stile - spiega il curatore Sandro La Gaccia -, ma non abbiamo toccato le storie, che restano il frutto del lavoro dei ragazzi che hanno partecipato al corso".
Voci, eventi e luoghi diversi sono attraversati da un unico filo rosso: il romanzo di formazione. "Sono storie alla ricerca di conforto nel ritorno di lei o in un pacchetto di sigarette, come in Le cose che restano o di fuga, di ricerca come nel racconto La promessa - scrive La Gaccia nell'introduzione - Si parte e si ritorna. Ci si muove nel tempo, negli anni come in Dieci anni dopo o nello spazio come in Incontri o nel racconto La stanza. Si cammina nelle nebbie dei boschi e della città, del racconto più breve di questa antologia, Luci. Si litiga con le amiche in Incomprensioni, mentre si parla, ma non si dialoga in Gianna".
Le parole scritte da Stefania Ellero, in chiusura del suo racconto Dall'alto, escono per un attimo dalla storia raccontata dall'autrice e riescono a riassumere il senso dell'intero progetto: una manciata di parole per definire i profili di ragazzi che sognano il futuro, riconoscono il passato e sanno vivere pienamente il presente: "Consapevolezza, qui e ora. Respiro. Adesso".
“ [...] non sapevamo ancora nulla della vita da studentesse universitarie, dove il tempo si espande e vivi una seconda vita "Incontri" di Angela Tiozzo Pagio