CULTURA

Atelier d'artista: Lisa Grassivaro

"Potrei definirmi una artista di ritorno". Lisa Grassivaro racconta la sua storia partendo dalle origini, dall'infanzia segnata già da una forte passione per l'arte e il lavoro manuale: "Quando ero ammalata e stavo a casa da scuola, mi chiudevo nella mia cameretta e lì davo sfogo alla mia creatività: tagliavo carta, assemblavo colori, modellavo il pongo. Entravo nel mio mondo personale, assecondavo la mia vera natura".

Per il sesto episodio della serie Atelier d'artista ci spostiamo in un laboratorio di oreficeria contemporanea: spazio intimo e al tempo stesso "aperto" che comunica con l'esterno, una strada del centro di Padova dove si trovano anche altri atelier. Ospizio per i pellegrini in un lontano passato e panificio negli anni Cinquanta del Novecento, oggi il piano terra del palazzo trecentesco di via Euganea accoglie l'arte di Lisa Grassivaro.

"Per arrivare all'arte, ho fatto un percorso al contrario - racconta a Il Bo Live -, prima il liceo scientifico, poi studi di architettura ma, mentre stavo prendendo la mia seconda laurea, ho capito che cosa volevo davvero fare". Così riprende in mano la sua "passione-bambina" per trasformarla in qualcosa di concreto e maturo: non più un ricordo o un sogno lasciato a metà, ma una reale opportunità. "Ero all'università e ho deciso di iscrivermi di nuovo al liceo, artistico questa volta: al Selvatico, con gli studenti delle superiori. Ho resettato la mia istruzione, naturalmente con un bagaglio culturale diverso da quello di una teenager, ma la verità è che mi sono davvero rimessa in discussione. La mattina andavo nel laboratorio della scuola e iniziavo a forgiare i metalli, battere e limare: in pochi mesi mi sono resa conto di essere brava".

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Potrei definirmi una artista di ritorno Lisa Grassivaro

Lisa Grassivaro crea gioielli di oreficeria contemporanea: "Non sono monili canonici da indossare, sono frutto di un pensiero artistico". La sfida risiede in questo aspetto: riuscire a rendere indossabili vere e proprie opere d'arte. "I miei gioielli sono il risultato di una lunghissima sedimentazione e di una continua sperimentazione, sono la conclusione di un processo", che ha tempi diversi per ogni opera pensata e, infine, realizzata. "La ricerca è infinita e viene attuata su tanti fronti: dal punto di vista materico, per esempio, ma può riguardare anche le finiture o i materiali. È un continuo fluire, a molte idee ne seguono altre. A volte mi devo fermare per riuscire a concludere un progetto".

Unendo l'anima artistica alle competenze dell'architetto, "da circa cinque anni, sto portando avanti il progetto Forma urbis, la forma della città, una sintesi del mio percorso", una serie nata con l'obiettivo di indossare un luogo, di trasformare un luogo fisico in un gioiello, in questo caso un braccialetto, partendo da una mappatura accurata di superfici urbane delle città di Padova e Venezia. Utilizzando uno stampo in silicone "ho recuperato delle texture di superfici, un pezzo per rappresentare il tutto". Ogni pezzo è una trasposizione di un luogo preciso e lo racconta in un frammento: “È un abaco tipologico di superfici e, in questo senso, potrei definire me stessa una collezionista di superfici. Ho un occhio acuto verso il degrado della materia, il deposito superficiale che si crea nel tempo: io tolgo la patina, ne rubo un po', e la metto nei miei braccialetti".

Sono molto onorata di poter tenere vivo questo spazio, perché mi permette di portare avanti il lavoro manuale della mia famiglia Lisa Grassivaro

Spazio ambivalente dedicato alla solitudine creativa ma, al tempo stesso, aperto alla comunità, "alla vita della città", il laboratorio si trova in un antico palazzo di via Euganea, nel centro storico di Padova. Nato come ospizio per i pellegrini ("una targa esterna ne conserva la memoria"), nella metà degli anni Cinquanta del secolo scorso era il panificio di famiglia. "Sono molto onorata di poter tenere vivo questo spazio perché mi permette di portare avanti il lavoro manuale della mia famiglia. Mio nonno e mio zio facevano le rosette, impastavano con le mani, io creo gioielli, sempre impastando, lavorando con le resine, forgiando".


Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

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