MONDO SALUTE

Covid-19, aumento dei casi e vaccinazioni in vista

È imminente l’avvio della campagna di vaccinazione nazionale contro Covid-19, con una accelerata dopo il significativo aumento dei contagi. Se infatti da maggio a metà luglio i nuovi casi di infezione settimanale da Sars-CoV-2 sono andati costantemente diminuendo, passando dai 20.032 della settimana dal 4 al 10 maggio ai 3.386 dal 13 al 19 luglio, nel periodo immediatamente successivo i contagi hanno ripreso a salire. Stando ai dati riportati da Fondazione Gimbe, in un solo mese – dalla settimana del 10-16 agosto a quella del 7-13 settembre – il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 5.889 a 30.777. E i positivi sono probabilmente sottostimati dato che il monitoraggio, dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per chi contrae Sars-CoV-2, avviene ormai su base volontaria. “Il sistema di sorveglianza delle infezioni si è un po’ allentato – sottolinea l’epidemiologa Stefania Salmaso –. Ci sono tantissime infezioni diagnosticate con i tamponi fai-da-te. Quindi se non c’è una reale necessità di rivolgersi al medico, le infezioni (molte specie tra i più giovani) non vengono registrate. Questo spiega, in parte, perché la maggior parte dei casi interessino le persone anziane”. 

Ma diamo qualche dato ulteriore. I ricoveri in area medica sono triplicati nel periodo considerato (dai 697 del 16 luglio a 2.378 di metà settembre), mentre il numero di posti occupati in terapia intensiva rimane esiguo (dai 18 del 21 luglio a 76), a dimostrazione del fatto che Covid-19 ormai raramente provoca quadri particolarmente gravi. Il tasso di ospedalizzazione cresce con l’aumentare dell’età, a conferma del fatto che sono le persone più anziane, chi soffre di più patologie e i fragili a contrarre le forme più severe di Covid-19, tali da richiedere il ricovero. E a loro si guarda in modo particolare nelle pratiche di prevenzione della patologia.

Proseguiamo a parlare della situazione epidemiologica con Stefania Salmaso, per molti anni a capo del Centro nazionale di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di Sanità, cominciando da qualche precisazione. Di seguito riferiamo i punti salienti, rimandando al video per l'intervista completa.

Sars-CoV-2 e virus influenzali

“C’è una differenza sostanziale tra i virus influenzali e Sars-CoV-2”. Salmaso spiega che i primi sono noti ormai da molto tempo e sono vari quelli a cui siamo esposti ogni stagione, dunque la nostra risposta immunitaria è ampia. Sars-CoV-2 invece è nuovo, giovane, e serviranno diversi anni per arrivare alla preconizzata “convivenza” con il virus, così come oggi accade con l’influenza. Se in fase pandemica tutta la popolazione era completamente suscettibile, ora le persone – avendo ricevuto il vaccino o incontrato il virus – sono parzialmente immuni. Ma non completamente, ragion per cui le infezioni continuano a circolare. 

“Rispetto all'influenza inoltre Sars-CoV-2 non conosce stagionalità, quindi non siamo ancora di fronte a una situazione di endemia nota e controllata, in cui si è stabilito un certo equilibrio”. E la recente recrudescenza nella circolazione di Sars-CoV-2 potrebbe sovrapporsi all’aumento dei casi di influenza ed essere foriera di previsioni non del tutto rosee, secondo Salmaso, specie per i soggetti fragili. 

Intervista completa all'epidemiologa Stefania Salmaso. Servizio di Monica Panetto, montaggio di Barbara Paknazar

Eris, variante prevalente 

Le varianti che circolano in questo momento appartengono tutte alla “famiglia” Omicron. Nel rapporto del 7 settembre l’European Centre for Disease Prevention and Control non segnala “varianti di preoccupazione” ma solo “varianti di interesse”. In Italia l’Istituto superiore di Sanità indica la variante EG.5 detta Eris (discendente di XBB.1.9.2 con una mutazione a livello della proteina Spike) come prevalente nel mese di Agosto. La EG.5.1 in particolare è quella maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia. “Eris – sottolinea Salmaso – ha un’alta capacità di trasmissione, ma non sembra essere associata a un aumento della severità dei quadri clinici”. Per quanto riguarda le altre varianti, nel nostro Paese la circolazione di XBB.1.16 rimane stabile, mentre XBB.1.5 è in diminuzione, come pure XBB.2.3.

La campagna di vaccinazione nazionale 

La campagna di vaccinazione nazionale che prenderà avvio a breve è raccomandata a specifiche categorie di persone. L’obiettivo – si legge nella circolare del 14 agosto 2023 del Ministero della Salute – è di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. La vaccinazione potrà essere consigliata anche ai familiari e ai conviventi di persone con gravi fragilità. Se questo è quanto stabilito dalla circolare, secondo quanto riporta Ansa il 14 settembre, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha in seguito affermato che il vaccino sarà offerto gratuitamente anche alle persone per le quali non è raccomandato, ma che vogliano effettuarlo.

A essere somministrata sarà una dose dei nuovi vaccini a mRna e proteici nella formulazione aggiornata monovalente XBB.1.5: questa però, come si è visto, non è più la variante prevalente. Saremo ugualmente immunizzati? “I nuovi vaccini – spiega Salmaso – sono stati testati in modelli animali  per valutare se gli anticorpi indotti dalla vaccinazione monovalente, che potrebbe diventare stagionale, reagiscono con efficacia anche contro la variante Eris e si è visto che c'è un buon grado di copertura”. A confermarlo è anche la direttrice dell'Ema Emer Cooke.

In conclusione, le categorie a cui viene raccomandato il vaccino contro Covid-19 sono quasi sovrapponibili a quelle a cui è consigliato il vaccino antinfluenzale. Quella di quest’anno dunque sarà una campagna vaccinale a doppio binario, e i due vaccini potranno essere somministrati anche nella stessa seduta

Questioni di metodo

In merito alla campagna di vaccinazione, Salmaso non si esime da qualche osservazione. “In sanità pubblica le decisioni vanno prese sulla scorta dei dati e di una serie di fattori che inducono a definire come sia meglio procedere. Purtroppo in Italia non esiste un meccanismo noto a priori, stabile, con cui vengono prese le decisioni circa le raccomandazioni (per la prevenzione di Covid-19 attraverso il vaccino, ndr). E queste, dunque, sembrano basate più sul buon senso che su dati oggettivi. Non dappertutto però è così”. 

Salmaso porta l’esempio degli Stati Uniti, dove a metà settembre si è riunito l’Advisory Committee on Immunization Practices (Acip) che fornisce consulenza per il controllo delle malattie prevenibili con vaccino. Solo dopo aver esaminato tutti i dati e le informazioni scientifiche disponibili e la solidità delle stesse, la commissione ha raccomandato la vaccinazione, nella nuova formulazione, a tutta la popolazione dai 6 mesi in su.  

“Il mio rimpianto è che nel nostro Paese non c'è mai un'enunciazione puntuale dei fattori che portano a una decisione piuttosto che a un'altra. Trovo infatti che sarebbe fortemente persuasivo e convincente anche nei confronti della popolazione invitata a vaccinarsi, capire le ragioni e le modalità con cui si giunge a una scelta che comunque va fatta”. 

Misure di prevenzione a scuola?

Con la riapertura delle scuole, l'attenzione nei confronti dei rischi di contagio dovuti a Covid-19 rimane alta. Per questo è stato avviato un confronto tra il ministro della Salute e il ministro dell'Istruzione e del merito sulle misure di prevenzione da adottare nelle scuole per prevenire la diffusione del virus Sars-Cov-2.

“Mi dispiace che si arrivi a parlare di prevenzione nelle scuole ad anno scolastico già iniziato – commenta Salmaso –, perché ciò significa che non si possono pianificare interventi strutturali come il miglioramento della ventilazione scolastica, su cui tutti convergevano durante la pandemia”. L’epidemiologa osserva che a questo punto le raccomandazioni potranno essere solo di tipo comportamentale, potranno essere adottate per esempio semplici misure come il ricambio d’aria. 

Se la situazione epidemiologica dovesse richiederlo, Salmaso ritiene però che anche l’utilizzo delle mascherine potrebbe tornare utile, non solo tra gli studenti, ma nella popolazione generale specie nei posti affollati o nelle strutture sanitarie. “E’ ancora raccomandabile – conclude – portare con sé la mascherina e utilizzarla all’occorrenza”. 

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