548 morti in poco più di dieci giorni: è questo il tragico destino di chi ha affrontato il mar Mediterraneo nella seconda metà di giugno. Poche settimane fa vi abbiamo raccontato come nel "nostro" mare ogni anno muoiano quasi 4 mila persone, una statistica impietosa che non può non far riflettere sopra ogni ideologia.
Mentre la politica nazionale affronta il tema dell'immigrazione cercando, da una parte di trovare un accordo con gli altri paesi europei che vada a modificare il trattato di Dublino, dall'altra con slogan politici, solo nel giugno scorso i migranti morti o dispersi nel mar Mediterraneo sono stati 629.
1.405 da inizio anno: una media di più di 200 persone che ogni mese muoiono nelle acque di un mare che è lo stesso che in questi giorni sta ospitando i turisti di tutto il mondo.
I 629 migranti morti o dispersi in mare a giugno rappresentano il picco massimo del 2018. Il mese di luglio però non è iniziato nel migliore dei modi. Domenica 1 luglio infatti, una barca è andata alla deriva portando con sè 114 persone, che ad oggi risultano ancora disperse (dati IOM). 1.405 quindi sono ad oggi i migranti morti mentre stavano cercando una via di fuga dal loro paese. Una carneficina che, se le politiche comunitarie non mutano al più presto, difficilmente può arrestarsi.