SOCIETÀ

Caso Diciotti: "Quella del Governo è una scelta che si allontana dai principi costituzionali"

In queste ore nel porto di Catania è ormeggiata una nave della Guardia Costiera italiana (Diciotti) con all'interno 177 persone. L'arrivo di questi migranti è stato accolto da una serie di dichiarazioni contrastanti da parte degli esponenti del governo. Mentre il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico auspicava che tutte le persone presenti sulla nave venissero fatte scendere a terra, il ministro dell'Interno della sua stessa maggioranza interveniva sulla questione con un'eloquente dichiarazione: "Tu fai il presidente della Camera e io faccio il ministro, con un programma e un contratto di governo ben preciso".

La terza carica dello stato a sua volta ha risposto appellandosi ai diritti fondamentali e alla dignità umana. Proprio questi due ultimi fattori sono dei saldi principi costituzionali. "Noi partiamo dall'articolo 10 della costituzione e quindi accettiamo doverosamente chi ha ragioni di disagio pesante nel proprio paese e quindi lo ospitiamo secondo i diritti umani - ha dichiarato Maurizio Malo, docente di diritto costituzionale all'università di Padova -. Diritti umani che, in base all'articolo 2 della Costituzione, ci impongono di avere tutta la considerazione possibile per le persone, per la loro salute e per la loro dignità".

"Queste persone quindi, per la condizione in cui sono - ha continuato il docente -, dovrebbero essere sbarcate tutte, non soltanto i minori". Le condizioni all'interno della nave Diciotti infatti sono, secondo le parole del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, di una "realtà devastante". Il procuratore è entrato nell'imbarcazione nella giornata di mercoledì, constatando che quasi tutte le persone sarebbero affette da scabbia. 

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Articolo 2 costituzione

"Queste persone andrebbero immediatamente sbarcate ed accolte in un centro di assistenza che abbia la dignità di questo nome - ha continuato il prof. Maurizio Malo -. Questo non significa accogliere sempre tutti, perché questo è naturalmente un tema che riguarda anche il diritto internazionale e i rapporti tra stati europei".

Dal punto di vista decisionale invece lo sbarco di migranti nei nostri porti dev'essere un tema gestito sia dal ministro dell'Interno, che si occupa della sicurezza pubblica, sia da quello dei trasporti. "Per questo non deve stupire il fatto che ad un certo punto sia intervenuto anche il ministro Toninelli - ha continuato il docente di diritto costituzionale -. Una questione del genere però, dovrebbe andare immediatamente in Consiglio dei Ministri ed essere risolta, non ci si dovrebbe arroccare sulle competenze di uno o dell'altro. Qui si tratta di un caso di intervento comunque umanitario per persone che già stanno nel territorio italiano".

Non farli sbarcare non è stata una scelta coerente con i nostri principi costituzionali

"Nelle condizioni in cui sono questi migranti, non è una forzatura dire che questa sia stata una decisione incostituzionale - ha concluso il prof. Maurizio Malo -. Per capirlo basta leggere le dichiarazioni del procuratore di Agrigento che ha dovuto aprire addirittura un fascicolo penale per procedere ad un'ispezione. Fa capire che queste persone non possano stare a lungo lì dentro. Se così stanno le cose, e non abbiamo motivo di dubitarne, mantenerle così significa allontanarsi dai principi costituzionali, che impongono anche al Governo di intervenire in primo luogo in senso umanitario e poi intervenire al fine di assicurare altri valori".

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012