SCIENZA E RICERCA

Nuova scoperta archeologica nel sito di Stonehenge

Stonehenge continua a sorprendere. Una nuova scoperta archeologica è stata fatta nei pressi del sito preistorico situato nello Wiltshire, nel sud del Regno Unito.

Si tratta di un circuito di fosse di eccezionali dimensioni: il diametro di più di dieci metri e i cinque metri di profondità non trovano infatti precedenti nella storia dei rinvenimenti preistorici dell'isola britannica. Le fosse si dispongono lungo un perimetro circolare attorno all'antico insediamento di Durrington Walls, che delimita un'area di circa due chilometri.

A condurre la ricerca è stato un gruppo di accademici delle Università inglesi di St. Andrews, Birmingham, Warwick, Bradford, Glasgow e dell'Università gallese Trinity Saint David.

L'individuazione delle fosse, denominate "Durrington Shafts" (Pozzi di Durrington), è avvenuta grazie a tecnologie di telerilevamento all'avanguardia usate nella ricerca condotta dallo Stonehenge Hidden Landcsapes Project (SHLP), che hanno evidenziato una serie di anomalie geofisiche a sud dello "henge"- struttura architettonica preistorica di forma circolare - di Durrington. Le indagini geofisiche successive, affiancate a campionamenti del terreno, hanno permesso di valutare la natura di tali anomalie e di raccogliere ulteriori dati necessari alla datazione e alla comprensione del contesto ambientale entro il quale sono inserite le fosse. Quelle che inizialmente sembravano essere caratteristiche naturali del terreno, si sono rivelate strutture scavate dall'uomo che seguono uno schema sorprendentemente complesso e preciso. Le fosse si dispongono nel perimetro del circuito in modo pressappoco equidistante dal centro, con alcune variazioni nel posizionamento di quelle meridionali, probabilmente causate dalla scarsa visibilità dovuta alla pendenza del terreno. Per questo motivo sembra molto probabile che vi sia un collegamento tra il circuito di fosse e lo henge di Durrington. 

Un punto fondamentale dello studio consiste, perciò, nel determinare che le fosse si trovino in una posizione non casuale, ma appositamente studiata e collocata in relazione al sito di Durrington. Secondo le più recenti interpretazioni, sembra che Durrington fosse il "luogo dei vivi", in cui i frequentatori di Stonehenge trascorrevano la propria quotidianità e animavano feste con ricchi banchetti, e che si contrapponesse, fisicamente e idealmente, al complesso megalitico, "luogo dei morti" in cui la comunità si riuniva secondo una ritualità ben precisa. La nuova scoperta potrebbe quindi costituire la chiave per comprendere la storia di questo territorio, ancora largamente incompreso, sul quale si impone il cromlech - in bretone "circolo di pietra"- più imponente ad oggi conosciuto. 

Nonostante la funzione di questi pozzi sfugga ancora alla comprensione degli archeologi, anche per il fatto che le loro dimensioni non trovano precedenti nella preistoria, è stata avanzata l'ipotesi che delimitassero il perimetro dell'abitato, forse per sottolineare la separazione tra le aree di Durrington e Stonehenge. Secondo le dichiarazioni di Vincent Gaffney, professore dell'università di Bradford a capo della ricerca, riportate dalla BBC, "la scoperta dimostra la capacità e il desiderio delle comunità neolitiche di registrare il loro sistema di credenze cosmologiche in modi, e in una scala, mai visti in precedenza". Il passo successivo, continua Gaffney, sarà procedere con gli scavi archeologici per poter raccogliere i dati necessari alla comprensione di questi nuovi elementi.

Per il momento, la datazione al radiocarbonio del materiale organico presente nel riempimento delle fosse colloca il circuito nel tardo Neolitico. Vi sono, per di più, segni di un utilizzo prolungato di queste strutture fino all'età del Bronzo Medio, che potrebbe avere implicazioni significative sulla nostra comprensione della storia e dello sviluppo delle strutture monumentali connesse a Stonehenge.

La scoperta testimonia una complessità inedita delle comunità del neolitico, che offre agli archeologi nuove possibilità di interpretazione.

Ogni anno migliaia di persone visitano questo luogo, ricco di storia e Patrimonio dell'Umanità UNESCO dal 1986, incuriosite dall'imponenza di una struttura megalitica che ancora oggi lascia esterrefatti. Il parco archeologico vicino al sito dà la possibilità ai visitatori di camminare dentro alla ricostruzione di un villaggio neolitico, che restituisce uno spaccato del vivere quotidiano degli antichi abitanti del posto. Vi sono inoltre riproduzioni di monoliti che spiegano le tecniche usate per il loro spostamento dalle cave al sito: un sistema di rulli costituiti da tronchi d'albero veniva impiegato per trainare e far scivolare le pietre sul luogo prestabilito. 

Quest'anno l'emergenza sanitaria ha reso necessaria la temporanea sospensione delle visite al sito, facendo saltare l'imperdibile appuntamento del solstizio d'estate. Il 20 giugno, infatti, il sole ha raggiunto, con qualche ora di anticipo, il suo punto più alto nell'emisfero settentrionale, segnando l'inizio ufficiale dell'estate astronomica. Nel Neolitico questo giorno era simbolo di rinascita e ad esso erano connessi riti legati al ciclo dell'agricoltura e della natura. La notizia di una nuova scoperta è arrivata in concomitanza con il giorno più lungo dell'anno, che solitamente raduna visitatori da tutto il mondo, pronti ad ammirare il sensazionale gioco di luce che si crea grazie al perfetto allineamento del complesso monolitico con il movimento del sole. 

Una scoperta, dunque, che, nonostante la temporanea chiusura del sito, solletica la curiosità di studiosi e appassionati di preistoria, e che allieta tutti noi oggi, così come l'inizio dell'estate nel giorno del solstizio allietava gli abitanti di Stonehenge.

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