CULTURA

Prima del digitale. Tesori fotografici del Novecento

La dottoressa Mary Walker (1832-1919), chirurga, Medal of Honor dall’esercito americano, prima donna a indossare i pantaloni in pubblico, viene ritratta a suo agio "nei suoi panni" in una fotografia del 1911, scattata da Paul Thompson: cappello a cilindro, piccoli occhiali, mantella di pelliccia, pantaloni, guanti, in una mano l'ombrello, nell'altra un foulard con la bandiera degli Stati Uniti. Si racconta che, al suo matrimonio, vestita proprio in giacca e pantaloni, abbia compiuto gesti rivoluzionari per il suo tempo, rifiutandosi di prendere il cognome del marito e di pronunciare la parola “obbedire” al momento dei voti. La sua è una delle molte e affascianti storie da rintracciare tra le sale di Palazzo Grassi.

Chronorama. Tesori fotografici del XX secolo apre con gli anni Dieci del Novecento e all’immagine della dottoressa Walker, mai pubblicata su una rivista, affianca quelle di donne in abiti eleganti, con ampie e lunghe gonne e graziosi cappellini, che rispecchiano il gusto dell’epoca, ritratte dapprima nelle illustrazioni, poi al centro della fotografia. È l’inizio di un viaggio, lungo quasi un secolo, che esplora l’evoluzione del gusto e dello stile in materia di moda, architettura, arte, proponendo 407 opere, realizzate dal 1910 al 1979, presentate seguendo un ordine cronologico e organizzate per decenni, in grado di rintracciare trasformazioni sociali, guerre, rinascite e rivoluzioni artistiche: dal Cubismo, che influenza la moda dell'élite mondana europea, alla ricerca dell'espressione più libera per arte e società della fine degli anni Sessanta, passando per l'Art Déco nell'architettura delle grandi capitali. Qui la fotografia attraversa i territori delle arti e li racconta attraverso ritratti di grandi divi del cinema, scrittori, artisti, atleti, politici, e ancora fotoreportage, scatti di moda o d'architettura che, a loro volta, evolvono nel tempo componendo un ricco mosaico di narrazioni visive.

Quelle esposte sono fotografie preziose, intese come opere d’arte, in carta patinata, oggetti estetici proposti nella loro potente materialità, maneggiati dagli artisti stessi, scatti realizzati prima dell’avvento del digitale. "Sono opere che i fotografi stessi hanno tenuto tra le mani", spiega il curatore Matthieu Humery, che continua: "In un’epoca in cui ogni minuto vengono creati milioni di immagini, condivise poi all’istante, Chronorama riveste un ruolo di trasmissione all’attuale e alle future generazioni di grande importanza. La mostra è incentrata sulla prolificità della cultura fotografica del secolo scorso, prima dell’avvento della tecnologia digitale [...] Ridestandoci da un sogno bizzarro con la sensazione di aver attraversato il tempo, nello spazio di una notte o di un singolo istante, dopo aver visto e vissuto un’avventura epica, spaziando in epoche diverse, ci troviamo faccia a faccia con questo immenso flusso di immagini, una visione caleidoscopica di un viaggio in tempi ormai passati".

Edward Steichen, Berenice Abbott, Cecil Beaton, Lee Miller, André Kertész, Horst P. Horst, Diane Arbus, Irving Penn, Helmut Newton, tra i fotografi, Eduardo Garcia Benito, Helen Dryden e George Wolfe Plank, tra gli illustratori. Sono solo alcuni degli autori internazionali protagonisti della prima esposizione mondiale dedicata ai tesori fotografici, alcuni mai visti prima dal grande pubblico, recentemente acquisiti dalla Pinault Collection e provenienti dagli archivi di Condé Nast - Vogue, Vanity Fair, House & Garden, Glamour, GQ – qui presentati per il loro messaggio universale che supera i confini del contesto editoriale, del prodotto pensato esclusivamente per essere pubblicato in una rivista. Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi - Punta della Dogana, la definisce una "miniera di diamanti", descrivendo così, in due parole, l'unicità e la bellezza di una mostra che già "dialoga con quella che presto aprirà a Punta della Dogana, Icones". 

Nel 1909 il giovane editore Condé Montrose Nast acquista un settimanale mondano dalla modesta tiratura, fondato nel 1892 e semi-abbandonato con la morte del suo creatore Arthur Baldwin Turnure. La rivista di chiama Vogue

 

Chronorama Redux

Quel che avviene accanto, ma sarebbe giusto dire contemporaneamente e insieme: gli sguardi di Tarrah Krajnak, Daniel Spivakov, Giulia Andreani ed Eric N. Mack dialogano con le opere dell’esposizione principale e compongono Chronorama Redux. Sono altro ma si mettono in ascolto e in dialogo, definendo un percorso che determina una sospensione del racconto principale, accompagnandolo e integrandolo al tempo stesso. I contributi - che diventato grandi dipinti e installazioni - sono il risultato di profonde riflessioni sulla memoria visiva e di un visibile sforzo di creazione: portano il visitatore in altri luoghi e aprono finestre. 


Chronorama. Tesori fotografici del XX secolo

a cura di Matthieu Humery, consulente per la fotografia presso la Pinault Collection

Palazzo Grassi, Venezia - dal 12 marzo 2023 al 17 gennaio 2024

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