CULTURA

Raffaello in sette opere: Madonna del Cardellino

Siamo giunti al terzo appuntamento della serie dedicata a Raffaello Sanzio, in occasione dei 500 anni dalla morte. Oggi scopriamo la storia di un capolavoro conservato alle Gallerie degli Uffizi di Firenze e del suo restauro. 

Dipinta durante il soggiorno di Raffaello a Firenze (1504-1508), secondo il Vasari la Madonna col Bambino e San Giovannino, detta Madonna del Cardellino, fu commissionata in occasione delle nozze di Lorenzo Nasi con Sandra di Matteo Canigiani, celebrate il 23 febbraio 1506. Dopo soli quarant'anni, dal crollo di casa Nasi la tavola ne uscì distrutta: i frammenti raccolti furono affidati a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, affinché si potesse procedere con il restauro. La storia successiva dell'opera è legata a un destino rimasto ignoto per lungo tempo - fino al 1646/1647, con la registrazione nella collezione del cardinal Giovan Carlo de’ Medici - e a una serie di interventi caratterizzati dall'introduzione di inserti per coprire mancanze e sovrammissioni di materiali, senza mai prevedere una pulitura dell'opera. Tutto questo fino al restauro risolutore, realizzato dall'Opificio delle pietre dure, iniziato alla fine degli anni Novanta e durato dieci anni: un risultato definitivo ottenuto anche grazie a una accurata ricerca storico-artistica portata avanti parallelamente al restauro stesso. 

"La vicenda di questo dipinto di Raffaello dimostra quanto i suoi collezionisti fossero disposti a fare di tutto per possedere una sua opera. Il quadro viene commissionato all’artista da Lorenzo Nasi e Sandra Canigiani, membro della famiglia che aveva già commissionato un’eccezionale Sacra Famiglia a Michelangelo, intorno al 1506, mentre Raffaello si trova a Firenze", spiega lo storico dell'arte Costantino D'Orazio, autore di due libri dedicati all'urbinate, Raffaello segreto (Sperling & Kupfer) e il più recente Raffaello, il giovane favoloso (Skira). "Del quadro esistono alcuni disegni preparatori, a dimostrazione del lungo e preciso lavoro di Raffaello, che 'improvvisò' anche alcuni dettagli, come il ponte sulla sinistra. Ebbene, nel 1547 la casa in cui era conservato il dipinto frana e l’opera riemerge dalle macerie distrutta: ne restano ben diciassette frammenti. Raffaello è morto diciassette anni prima, la sua bottega si è sciolta, come fare per recuperare il quadro? Viene incaricato Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, pregevole pittore manierista. L’opera torna intera, malgrado numerose lacune, che verranno reintegrate soltanto in occasione di un ultimo restauro nel 2008".

Il dipinto è sintesi di grazia e intensità e racchiude in sé la bellezza ideale, allo stesso tempo semplice e sublime: la Madonna tiene in mano un piccolo libro sacro e rivolge lo sguardo amorevole verso San Giovannino che, a sua volta, avvicina il cardellino a Gesù, accolto e protetto tra le gambe della madre, affinché lo possa accarezzare.

Siamo di fronte a un'opera che custodisce tutta la tenerezza di un'istante d'intimità e l'annuncio del sacrificio che verrà, perché quel cardellino rappresenta la passione di Cristo.

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