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Paesaggi mozzafiato: l'incanto di Marte

Ci sono le dune nel cratere Becquerel, in cui i toni del blu sfumano nell’azzurro fino a perdersi nel bianco. Ci sono i sedimenti brillanti sul fondo del bacino di Ladon dove i colori chiari si insinuano nei toni scuri del marrone. Ancora, ci sono paesaggi mozzafiato vicino alla Mamers Valles in cui i toni del grigio segnano l’alternarsi di valli e altipiani. E ci sono le immagini dell’emisfero sud di un rosato intenso intervallato da chiazze cupe. Marte è anche questo: bellezza. Sono oltre 50.000 le immagini che è riuscita a catturare in oltre dieci anni di lavoro HiRISE, la più potente fotocamera mai inviata attorno a un pianeta, uno dei sei strumenti a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa. Principal investigator è Alfred McEwen, direttore del Planetary Image Research Laboratory dell’università dell’Arizona, a Padova in questi giorni per il meeting internazionale del team di Cassis (Exomars). Proprio in quest’occasione, McEwen mostrerà al pubblico alcune delle foto più belle di Marte riprese con HiRISE e ne racconterà i segreti (martedì 20 febbraio, alle ore 17.00, nell’Aula magna di Palazzo Bo).

Si tratta di uno strumento che rimane senza precedenti per qualsiasi orbiter esistente nello studio di Marte, oltre a essere uno strumento indispensabile per aiutare a capire quali potranno essere i migliori siti di atterraggio per le future esplorazioni robotiche e umane del pianeta. Le migliaia di immagini scattate sono state in parte raccolte in due volumi dal titolo This is Mars e Mars. The Pristine Beauty of the Red Planet, di cui McEwen è coautore.

Un'altra immagine scattata da HiRISE. Qui è immortalato il Proctor Crater di Marte. Foto: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona 

Oltre ad aver contribuito a questa missione, McEwen è coinvolto anche in altri progetti di esplorazione spaziale. È co-investigator nel team LROC (Lunar Reconnaissance Orbiter Camera), un sistema di fotocamere montate sul Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), destinato allo studio della Luna. È deputy principal investigator dell’Europa Imaging System nell’ambito di Europa Clipper, missione della Nasa prevista per il 2022 allo scopo di studiare l’omonimo satellite di Giove, attraverso un orbiter e un lander. E infine l’impegno nella missione Exomars, nel team di Cassis, uno dei quattro strumenti a bordo del trace gas orbiter (il satellite madre in orbita) pronti a entrare in azione.

L’orbiter sta compiendo le sue manovre di avvicinamento al pianeta. A bordo ospita l’Atmospheric Chemistry Suite (Acs), tre spettrometri in grado di rilevare gas atmosferici, come il metano; il Fine Resolution Epithermal Neutron Detector (Frend), che misura il flusso di neutroni dalla superficie marziana; infine il Nadir and Occultation for Mars Discovery (Nomad) e il Colour and Stereo Surface Imaging System (Cassis) a partecipazione italiana: il primo è un  insieme di spettrometri ad alta risoluzione per l’analisi della composizione atmosferica, il secondo una camera stereoscopica per riprese tridimensionali della superficie di Marte.

Foto: NASA/JPL/University of Arizona

Gabriele Cremonese, ricercatore dell’Inaf di Padova e co-principal investigator di Cassis, anticipa che nel giro di due, tre mesi si entrerà nel vivo della fase scientifica della missione. “Noi – argomenta Cremonese – abbiamo la responsabilità di ottenere il maggior numero possibile di immagini tridimensionali di Marte e di archiviarle. Lavoreremo insieme al dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova, nella fattispecie con Matteo Massironi, e con il Cisas, in particolare con il Stefano Debei”.   

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