SCIENZA E RICERCA

Il diabete si cura con il pane

Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia molto diffusa che oggi colpisce circa 400 milioni di persone nel mondo e può manifestarsi anche associato ad altre patologie quali obesità, ipertensione e dislipidemia, nella cosiddetta “Sindrome Metabolica”.

La dieta gioca un ruolo fondamentale sia nella prevenzione che nel trattamento del diabete mellito. I carboidrati sono i substrati direttamente responsabili dei livelli di glucosio nel sangue e in una dieta corretta è raccomandata l'assunzione di carboidrati prevalentemente in forma complessa, cioè come amido, contenuto soprattutto nei cereali, nei legumi e nei tuberi.

Un lavoro di Paolo Tessari (dipartimento di Medicina) e Anna Lante (dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente), pubblicato sulla rivista Nutrients, dimostra che i beta glucani, fibre solubili presenti in alcuni cereali, possono regolare la digestione dell'amido e controllare l’incremento della glicemia nel diabete mellito di tipo 2.

Lo studio è stato condotto in soggetti affetti da diabete di tipo 2 che hanno assunto, per un medio-lungo periodo, un pane “funzionale” ricco proprio di beta glucani, preparato con una miscela farinacea commerciale già presente nella grande distribuzione con il nome di “Salus” e prodotta dall’azienda Il Granaio delle Idee di Maserà in provincia di Padova. Il lavoro è stato sostenuto da fondi di ricerca istituzionali (Dor) dell’università di Padova e dall’azienda medesima mediante un supporto non condizionato.

Gli autori Paolo Tessari e Anna Lante raccontano al Bo Magazine la genesi di questo studio e l'importanza dei risultati ottenuti.

Come nasce l'idea di questo studio e perché avete scelto proprio la farina “Salus”?

In realtà la scelta della farina “Salus” è stata pressoché casuale, suggerita da alcune impressioni e informazioni aneddotiche anche trasmesse dall’azienda produttrice. Erano comunque già noti a livello scientifico alcuni dati relativi ai beta glucani per i loro interessanti effetti sul glucosio e sul colesterolo. Tuttavia, i loro effetti a medio-lungo termine sul controllo metabolico del diabete di tipo 2 non erano mai stati esaminati.

Il contatto con il Granaio delle Idee è nato dall’interesse suscitato dalla particolare composizione della miscela farinacea “Salus”, ricca in beta glucani, moderatamente iperproteica, e a contenuto ridotto di amido e di sale.

L’idea di testare direttamente il pane prodotto con questo tipo di farina è sorto riscontrando, in occasione di controlli ambulatoriali routinari, che alcuni soggetti con diabete di tipo 2 necessitavano di un intervento dietetico specifico, finalizzato al miglioramento dell’equilibrio glicemico: erano in sovrappeso, non erano in grado di controllare adeguatamente la quantità di cibo assunta abitualmente, soprattutto per quanto riguardava la quota di carboidrati e si erano dichiarati disponibili a provare prodotti alimentari con determinate caratteristiche funzionali.

Perciò, nell’ambito di consigli nutrizionali ad ampio spettro, trasmessi dai sanitari ai pazienti nel corso della visita, è stata loro prospettata la possibilità di sostituire il pane abituale con un pane “funzionale”, che poteva essere preparato a domicilio con miscele di farina presenti nella grande distribuzione, utilizzando una comune macchina per il pane di uso domestico.

Che cosa rende “funzionale” un alimento?

Un alimento è definito “funzionale” quando possiede degli effetti che vanno al di là di quelli nutrizionali in senso stretto, dovuti cioè al valore energetico e al tipo di nutrienti da cui è costituito. Un alimento funzionale ad esempio può modificare il senso di sazietà, ovvero “la voglia” di mangiare; oppure può modificare, nel senso di rallentare e/o ridurre, l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale, per caratteristiche intrinseche all’alimento stesso e/o legate alle modalità di preparazione, cottura, eccetera.

Potete descrivere brevemente in cosa è consistito il vostro studio e in cosa risiede la sua importanza?

Lo studio è consistito nel controllare nel tempo alcuni soggetti affetti da diabete di tipo 2 che hanno scelto di sostituire il pane usuale con un pane ricco di beta glucani o di altri nutrienti “funzionali”. Nel corso di controlli routinari effettuati presso il Centro antidiabetico dell’azienda ospedaliera di Padova, nel rispetto assoluto della privacy del paziente, sono stati annotati i dati relativi ai livelli di glucosio (a digiuno e post-prandiale), di emoglobina glicata (indice di controllo metabolico nei 3-4 mesi antecedenti), di colesterolo, di trigliceridi, la pressione arteriosa e il peso corporeo, prima e dopo un congruo periodo di utilizzo dei vari prodotti commerciali (in media 6 mesi circa). La terapia farmacologica usuale dei pazienti è stata mantenuta invariata.

Tali dati sono stati confrontati sia con quelli antecedenti del soggetto stesso, sia con quelli ricavati retrospettivamente da gruppi di controllo, paragonabili per età, numerosità, sesso, indice di massa corporea e controllo metabolico.

Tra i pazienti che hanno iniziato a utilizzare tali prodotti, abbiamo per ora analizzato, per omogeneità, i dati di coloro che hanno appunto utilizzato la farina per panificazione “Salus”. I risultati hanno confermato un effetto positivo sulla glicemia post-prandiale e sul controllo metabolico a medio-lungo termine nei pazienti con diabete di tipo 2 che assumevano questo tipo di prodotto. Abbiamo infatti riscontrato che nei soggetti che hanno assunto il pane “funzionale”, l'emoglobina glicata veniva significativamente ridotta, dello 0.5% (in valore assoluto) rispetto ai soggetti che si erano alimentati con pane comune bianco. Anche la glicemia post-prandiale e la glicemia media si riducevano significativamente, in parallelo con la riduzione dell’emoglobina glicata. Non abbiamo invece riscontrato variazioni significative negli altri parametri misurati.

Inoltre, il pane così preparato presentava, sulla base delle impressioni riportate dagli utilizzatori e utilizzando metodi validati, qualità organolettiche soddisfacenti e un quantità relativa di prodotto (ovvero una “massa” visuale) pari o maggiore di quella di un pane abituale, il che dava al soggetto la percezione di non dover limitare la quantità di alimento rispetto a quella abitualmente consumata.

In conclusione, questo lavoro dimostra che anche il pane, grande protagonista della dieta mediterranea, può contribuire al controllo metabolico del diabete di tipo 2 purché sia formulato con ingredienti naturali, ma dosati in modo opportuno per garantire una standardizzazione del prodotto, facilmente utilizzabile anche a livello domestico.

Francesco Suman

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