Un'immagine tratta dal documentario "Come stanno i ragazzi" di Alessandro Tosatto e Andrea Battistuzzi
"Fino a quel giorno ero riuscita a gestire benissimo le mie ansie e gli attacchi di panico, poi si è rotto tutto". Illuminare gli angoli più bui, esplorare un universo oscuro che inghiotte e sconvolge la vita di moltissime famiglie. Raccontare tutta la verità su quello che è considerato un tabù, sulla fatica di crescere, sull'incapacità di affrontare l'esistenza da parte di un numero sempre maggiore di adolescenti.
Come stanno i ragazzi è il documentario di Alessandro Tosatto e Andrea Battistuzzi, realizzato in collaborazione con la Fondazione Salus Pueri che sostiene la Pediatria di Padova, in cui viene svelato il dramma dei tentati suicidi degli adolescenti attraverso un'inchiesta che scuote e al tempo stesso commuove, che mostra le immagini crude dell'arrivo al pronto soccorso di una adolescente in condizioni critiche, che offre allo spettatore numeri, fatti reali, interviste a medici ed esperti, senza fare sconti, senza addolcire la pillola, ma che sa donare anche speranza, raccogliendo le testimonianze di ragazze e ragazzi che ce l'hanno fatta, che sono sopravvissuti, che hanno reagito e oggi sono tornati a vivere il presente e a immaginare il proprio futuro.
Il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti: in cinquanta minuti il documentario cerca di fare sintesi e chiarezza, presentando il risultato di oltre un anno di lavoro, ricerca, incontri, riprese. L'argomento è delicatissimo ed estremamente attuale: in Italia, nell'ultimo decennio, i tentativi di suicidio tra i minorenni e, più in generale, i disturbi psichici tra i ragazzi sono aumentati in maniera significativa.
"Facciamo i conti con livelli di sofferenza personale e familiare davvero importanti", spiega al Bo Live Michela Gatta, direttrice dell'UOC di Neuropsichiatria infantile dell'azienda ospedaliera-università di Padova.
Ma chi sono questi giovani? Negli ultimi anni sono aumentati i casi? "Hanno un'età media intorno ai 14-15 anni e sono soprattutto ragazze. Nella maggior parte dei casi arrivano da noi in una condizione di urgenza, quindi passando dal pronto soccorso. Li incontriamo, li conosciamo in consulenza e poi attiviamo il ricovero presso la Neuropsichiatria infantile che si trova all'interno di Pediatria. In generale, c'è un importante aumento dei casi con problematiche neuropsichiatriche e in particolare, nell'ambito di questo aumento generale, sono sicuramente più significativi anche i numeri che fanno riferimento a ragazzi con autolesionismo suicidario o non suicidario. Per quello che riguarda la nostra esperienza, un terzo dei ricoverati ha problematiche di autolesività".