CULTURA

Fumetti e illustrazioni, ambasciatori per il 2020 dell'italiano nel mondo

La parola che non ha timore di contaminarsi con il disegno è al centro della ventesima Settimana della lingua italiana nel mondo, la sette giorni di eventi dedicati all’italiano in tutte le parti del globo. Dal 2001, infatti, una delle settimane di ottobre di ogni anno viene dedicata alla lingua italiana e celebrata con seminari, tavole rotonde, convegni e altri eventi. Quest’anno la maggior parte delle celebrazioni, per ovvie ragioni, si tiene in forma virtuale, e il calendario è ricco. Anche l’università di Padova, in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura, ha organizzato un ciclo di incontri online con cinque illustratori italiani; si tratta di contributi originali che danno vita a delle riflessioni illustrate alla scoperta dei molti significati e simboli racchiusi nelle parole. La playlist su Youtube

La settimana della lingua italiana nel mondo, che in questo 2020 è iniziata il 19 ottobre e si concluderà il 25 dello stesso mese, è organizzata dal Ministero degli Esteri e la Cooperazione internazionale, dalla rete diplomatico-consolare e dagli Istituti italiani di cultura, in collaborazione con il Ministero dei beni culturali e il Turismo, il Ministero della pubblica istruzione e università, e dai principali partner della promozione linguistica nel mondo (Accademia della Crusca, Società Dante Alighieri, Rai) e dall’Ambasciata della Confederazione Elvetica. 

Ogni anno la settimana della lingua italiana è dedicata a un tema specifico che riguarda l’ambito d’uso dell’italiano. Quest’anno l’attenzione è puntata verso le forme espressive che valorizzano l’italiano attraverso l’immagine, con particolare attenzione al fumetto, la novella grafica, l’editoria per l’infanzia e l’adolescenza. Anche la promozione istituzionale della settimana della lingua italiana ha puntato in questa direzione, confezionando uno spot in cui fumetti, poesie, libri, illustrazioni di ogni tempo ed età, si intrecciano ed evolvono.

 

Campagna di comunicazione "XX Settimana della Lingua Italiana nel mondo"

“La lingua italiana è una ricchezza essa stessa” afferma il professor Michele Cortelazzo, linguista, docente del Dipartimento di studi linguistici e letterari di Padova e direttore della Scuola Galileiana di studi superiori, quando gli abbiamo chiesto in che modo la lingua italiana possa contribuire a promuovere la ricchezza culturale del nostro Paese. Il professore ha inoltre spiegato che gli studenti di lingua italiana, madrelingua esclusi, si attestano attualmente a oltre 2 milioni nel mondo, e che molti di questi lo studiano per questioni legate alla cultura. Un esempio, tra tutti, sono i cantanti lirici.

Riguardo al tema scelto quest’anno per celebrare l’italiano, il professore non ha dubbi: è stata una scelta molto azzeccata visto il particolare momento storico in cui ci troviamo. E mette in guardia chi pensa che il connubio tra la parola e il disegno sia una caratteristica del nostro tempo: esiste fin dagli albori della nostra lingua madre, infatti due dei quattro primi testi in volgare o, i semi volgare (L’indovinello veronese, il graffito della catacomba di Commodilla, l’affresco con le scritte della basilica di san Clemente e i Placidi campani) contengono un supporto visivo.

Intervista al professore Michele Cortelazzo, servizio e montaggio di Elisa Speronello

“Fatta la tara del fatto che i fumetti, ma anche i graffiti, non contengono discorsi complessi, soprattutto dal punto di vista sintattico, perché è il mezzo stesso che non lo permette, dal punto di vista linguistico sono molto più elaborati e legati allo sviluppo nel tempo della lingua, e anche coerenti con esso, di quanto ci può sembrare a prima vista” spiega il professor Cortelazzo, che continua sottolineando come, attraverso la lettura di fumetti di lungo corso, come Topolino, si possa ripercorrere anche l’evoluzione della lingua italiana contemporanea. In una prima fase l’italiano è stato piuttosto ingessato, con addirittura didascalie in rima, ma in ogni caso coerente con la lingua utilizzata nei primi anni del Novecento, più elevata e contrapposta al dialetto, utilizzato invece per la comunicazione quotidiana. “Poi questo modello linguistico si è appannato, andando verso una lingua più simile a quella parlata” continua il professore, “ora c’è attenzione ai tratti tecnologici, che sono la cifra di novità e innovazione dell’italiano di oggi”.

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