Scienza e Ricerca

19 Ottobre 2020

L'editoriale. Il mondo dell'acqua sta morendo

Nei giorni scorsi alcuni colleghi del dipartimento di Biologia mi hanno segnalato un documento ufficiale che parla della qualità dell’acqua nel mondo. È un appello sottoscritto da più di 110 società scientifiche del mondo che si occupano di conservazione, di biodiversità marina: tutto il mondo della scienza del mare. 

I dati sono drammatici: il documento inizia, ovviamente, spiegando che il mare e l’acqua siano una risorsa fondamentale della nostra vita e che il 40% della popolazione mondiale dipende da questo elemento. Tra i dati più importanti: la popolazione di organismi delle specie che vivono nelle acque dolci, dal 1970 al 2014, è diminuita dell’83%. È un massacro: rimane meno del 20% di tutte le forme di vita nelle acque dolci a causa delle attività umane. Ancora, se proseguiremo con politiche che continuano a danneggiare il clima e la biodiversità, da qui alla metà del secolo circa il 90% delle barriere coralline sarà distrutto. 

 

Nel documento si ricordano i costi di queste distruzioni: in Europa il non intervenire sul climate change e sull’impoverimento dei mari costa ogni anno 100 miliardi, nel 2050 arriveremo a 250 miliardi. Ci sono poi molte evidenze sugli effetti delle risorse marine, sulla società. La conclusione è con richieste di misure urgenti per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e un appello a lavorare assieme tra le varie istituzioni coinvolte: “Un’azione ritardata nei confronti di questi problemi non è più un’opzione possibile”. O ci muoviamo subito o non ci sarà più tempo. 

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