Undefeated, imbattuta: era questo il titolo che avrebbe voluto vedere scritto sulla copertina della propria biografia. Alla fine si scelse un più “umile” The path to power, tradotto in italiano “Come sono arrivata a Downing Street”. Il concetto di invincibilità, tuttavia, ha sempre caratterizzato e accompagnato la vita di Margaret Thatcher, una delle figure più discusse del secondo dopoguerra e protagonista dell’ultimo libro della giornalista Elisabetta Rosaspina. Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica, edito da Mondadori, è il racconto biografico delle vicende personali e politiche della prima donna che varcò la porta del numero 10 di Downing Street. Una narrazione ben strutturata che mostra i due lati della Iron Lady, quello politico, duro e realista tanto da entrare nei vocabolari come thatcherismo, e quello più privato in cui troviamo una figura determinata che ha saputo unire carriera, famiglia e femminilità.
Per comprendere a pieno la fattura della Thatcher bisogna spostarsi nelle Midlands Orientali, più precisamente nella cittadina di Grantham. Disciplina e austerità hanno contraddistinto i primi anni del futuro primo ministro, grazie anche alle ferree regole che vigevano in casa: una delle tante frasi che il padre di Margaret era solito usare è “vivere al di sotto delle proprie possibilità”.
La Thatcher si laureò in chimica all’università di Oxford, come garanzia di impiego e stipendio, pur sognando una carriera in Parlamento. Il primo campo di battaglia politico, dopo i dialoghi con il padre, fu l’OUCA, l’associazione degli studenti conservatori di Oxford, di cui divenne la terza presidente donna nel 1946. Nelle aule, nei corridoi e nelle caffetterie universitarie Margaret non cercava amicizie ma fruttuose (non nell’immediato) conoscenze tra i futuri dirigenti della società inglese. Dopo una breve parentesi come chimica, l’unicità di una giovane conservatrice con una capacità oratoria non comune venne notata all’interno dei circoli dei Tory.
Il primo tentativo di entrare in Parlamento, con le elezioni del 1950, fu un insuccesso, tranne per il fatto che conobbe il futuro marito Denis Thatcher. Nel 1959 venne eletta alla Camera dei Comuni e seguirono altre cariche prima della nomina a primo ministro, che avvenne il 4 maggio 1979: fu segretario parlamentare al Ministero delle Pensioni nel 1961 e ministro dell’Istruzione dal 1970 al 1974. Rimase in carica come guida del paese fino al 1990 quando non raggiunse la maggioranza nel proprio partito e decise di dimettersi.
Non solo un racconto biografico: Elisabetta Rosaspina riesce a collocare dettagliatamente la figura di Margaret Thatcher all’interno del panorama politico internazionale, dal suo rapporto con l’Urss all’amicizia con il presidente Ronald Reagan, passando per lo scetticismo nei confronti dell’Unione europea.
Un meticoloso intreccio tra locale e globale: a rendere la lettura ancora più interessante, o forse più mondana, sono i soprannomi che accompagnarono la vita dell’ex primo ministro. Quello più famoso è sicuramente Iron Lady, la dama di ferro, nato dalla mente di un giovane caporedattore della Krasnaja Zvezda, la Stella Rossa, organo ufficiale delle forze armate sovietiche, dopo un discorso della Thatcher in cui la Russia venne attaccata duramente. Ma non solo: scorrendo le pagine della storia troviamo “la figlia del droghiere”, per sottolineare le sue origini borghesi rispetto agli aristocratici parlamentari; Thatcher the milk snatcher, utilizzato dopo il taglio alla fornitura di latte nelle scuole, e she-de-Gaulle che girava principalmente negli ambienti europei.
Un volto della politica difficile da digerire ma anche sintomatico di fronte alle sfide. In primis, il maschilismo nella politica di quegli anni: anche se la tenacia utilizzata per scalare i vertici politici fu notevole, la Thatcher non appoggiò sufficientemente i movimenti femministi (solo una donna entrò a far parte dei suoi tre governi).
“ Non vedeva perché avrebbe dovuto aiutare altre donne a rompere il soffitto di cristallo, senza averci prima battuto la testa quanto lei dal libro "Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica"
Gli altri campi di battaglia della Dama di ferro furono la guerra della Falkland/Malvinas, in cui riuscì a risollevare la sua popolarità nel paese; le rivolte dei sindacati dei minatori dove fu vincitrice indiscussa e la lotta contro l’IRA che culminò con un attentato il giorno prima del discorso della Thatcher a un congresso Tory nel 1984 (che tenne ugualmente).
Perché leggere, quindi, questa biografia su uno dei personaggi politici più controversi degli ultimi 70 anni? Per capire il presente, la Brexit e la direzione dei Tory; per leggere in un’altra chiave le vicende che hanno caratterizzato la Gran Bretagna e per scoprire, soprattutto per chi è nato dopo gli anni anni 80, una donna che ha saputo tener testa ai più grandi uomini politici del mondo con il suo filo di perle e la sua ammirazione per Churchill.